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Cagliari: rotazioni e spregiudicatezza, Mazzarri deve ritrovare l’attacco

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A Napoli abbiamo fatto una buona gara in difesa“. A parlare dopo la sconfitta del Maradona per 2-0 è Walter Mazzarri, felice per come la sua squadra sia uscita con un solo gol per tempo dalla partita contro i ragazzi di Spalletti. Al di là dei punti di vista sul pacchetto arretrato rossoblù, che per esempio risulta essere il sesto più battuto nelle cinque principali lege europee con 2,5 reti di media subite a gara, a saltare all’occhio dopo il Napoli è l’attacco del Cagliari. A secco da due turni consecutivi e parso fuori fase proprio contro i partenopei.

Joao dipendenza

Contro il Venezia a Mazzarri servirà una svolta anche in avanti, considerando che quella ai lagunari è già una partita che il suo Cagliari non potrà più sbagliare. La rosa fin qui, sia con Semplici che poi con Mazzarri, pare strettamente dipendente dal solito Joao Pedro. Su sette centri dei sardi in questa Serie A quattro portano la firma di Joao Pedro. E come se non bastasse delle restanti tre marcature due sono arrivate su assist del brasiliano: Deiola contro il Milan e Keita contro la Lazio. L’unico gol senza la partecipazione di JP10 in questo campionato è stato quello di Ceppitelli su angolo battuto da Marin nel 3-2 subito alla Unipol Domus in rimonta dal Genoa, nella sfida della terza giornata che è costata la panchina a Semplici. Il Cagliari (dati Lega Serie A) è una squadra che fin qui ha faticato a creare con costanza occasioni da gol. I rossoblù sono sedicesimi per tiri totali (63) ma soprattutto sono terzultimi per tiri nello specchio avversario (20). Per fortuna dei rossoblù il Venezia fa ancora peggio con 17 tiri tra i pali. Per capire ancora di più la dipendenza da Joao Pedro, dei 20 tiri nello specchio degli isolani ben 10 sono del capitano. JP10 che è anche uno dei più precisi fin qui di tutto il campionato con 10 tiri in porta su 16 totali.

Alternative

La strategia di lasciare Joao solo in avanti contro il Napoli ha pagato un po’ dal punto di vista dell’equilibrio in transizione avversaria ma è un esperimento che Mazzarri non potrà ripetere contro il Venezia, in una sfida dove i suoi non potranno nascondersi ma dovranno vincere e convincere. L’oggetto del mister fin qui è Pavoletti. Con Semplici è partito titolare nelle prime due sfide e lo sarebbe stato anche nella terza se un problema alla schiena non lo avesse costretto ad alzare bandiera bianca. Con Mazzarri invece ha giocato 2′ all’Olimpico contro la Lazio e la bellezza di 6′ contro l’Empoli in casa. Solo panchina infine a Napoli. A livello di condizione atletica sicuramente Pavo non sta al meglio, inoltre l’arrivo di Keita che ha impattato bene con la nuova realtà (rigore procurato, gol e palo nelle sue prime tre gare da titolare) lo ha messo in secondo piano nelle gerarchie rossoblù. L’anno scorso però nel momento più complicato il bomber livornese è stato uno di quelli che anche a livello umorale si è caricato lo spogliatoio sulle spalle. E questo non può essere dimenticato, specie perché la squadra sembra molto divisa al suo interno e non mostra in campo un’anima e un’identità chiara.  Da titolare o a gara in corso con Mazzarri anche Pavoletti dovrà tornare centrale nel progetto Cagliari. Anche perché l’undicesimo posto nella classifica degli Expected Goals (7.6) dicono che i rossoblù hanno bisogno di un vecchio lupo di mare d’area di rigore per finalizzare con maggiore costanza i rifornimenti di Marin e compagni.

Roberto Pinna

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