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#11 | Paolo Melis

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Conobbi Paolo Melis quando tornò a Cagliari da dove si era allontanato per trasferirsi in Francia. Era l’anno 1951 e fino a quel momento, da professionista, aveva disputato appena cinque combattimenti: un pareggio e quattro vittorie.

Ma l’attività, per Melis, tardava a decollare nonostante gli ottimi risultati (quattro vittorie ed un pareggio) ottenuti dopo il  passaggio al professionismo. Pochi incontri, modesti guadagni. E così decise di lasciare la sua Cagliari. In pochissimo tempo disputò quattro combattimenti, tutti vinti prima del limite. Successi che gli valsero l’immediato inserimento nel programma di una riunione fissata a Cagliari; avversario, l’ex campione d’Italia Giuseppe Flacchi. Vittoria del cagliaritano e immediato rientro a Parigi per affrontare Gilbert Lavoine, uno dei più forti pesi welter d’Europa, ma avversario sconosciuto per Melis.  Sconosciuto fino a quando non  lesse il nome sui manifesti: Lavoine. Prima  era soltanto un  certo Lavuan o Lavuen. Melis ci restò molto male e prima del match si consultò il suo primo maestro, il prof. Franco Pirastu, radiologo, ex pugile, grande intenditore di boxe. Pirastu gli suggerì alcuni accorgimenti che Melis mise puntualmente in  atto e alla fine, seppure con molta fatica, vinse ai punti. Un trionfo che spalancò le porte a Melis, conteso dagli organizzatori sempre più convinti di avere trovato il pugile idoneo da mandare allo sbaraglio e garantire importanti guadagni.

Paolo Melis

Il “nostro” si trovò improvvisamente al centro di incredibili interessi. Fu praticamente costretto, con la concessione di brevi intervalli, ad affrontare avversari di grandissimo valore quali il picchiatore Pierre Langlois (vittoria ai punti del francese), Guy Toupe (successo di Melis), Carlo Mola (altra vittoria) e Hans Klein, battuto dal cagliaritano e finito all’ospedale dove i medici constatarono che il pugile francese si era drogato. Un grande match che un giornalista del posto commentò così : “Paragonare il confronto tra Melis e Klein ad una lotta tra leoni equivarrebbe vantare il re della foresta”. Il match costò caro anche al cagliaritano: fu ricoverato per un controllo e per errore gli vennero  riscontrate delle imprecisate anomalie al cervello e pertanto “fermato” per sei mesi. Melis soffrì non  poco prima di tornare sul ring, a Cagliari, per vedersela contro Stefano Bellotti dal quale fu sconfitto ai punti. Fu comunque l’inizio di una faticosa ripresa. Su proposta di un  importante manager si trasferì in Canada, disputò e vinse molti confronti ricompensato da ricchi ingaggi, tornò pure in Italia per battersi contro Luigi Valentini, campione nazionale dei pesi welter, vinse e rientrò in  Canada. La Sardegna aveva ritrovato il suo campione, anche se non sparirono gli  inconvenienti. Melis fu costretto all’inattività per quasi un anno per un intervento di appendicite, e quando tornò sul ring , grazie al suo manager Umberto Branchini, riprese a battersi contro i migliori pari peso italiani e stranieri. Vinse contro Sandro Mazzinghi e fu battuto ai punti da Nino Benvenuti ( ma sulle condizioni fisiche di Melis e sull’arbitraggio  vennero sollevati molti sospetti). Grandi emozioni suscitò anche il match con Salvatore Boi che si concluse con  la vittora di Melis per ferita. Un grande pugile, Paolo Melis, del quale, come ho scritto nella precedente  puntata, tutti ricorderemo lo strepitoso inconytro disputato al teatro Massimo di Cagliari contro Gil Suarez.

 Carmelo Alfonso

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