Nelle celebrazioni del Centenario del Cagliari anche le dichiarazioni di Massimiliano Allegri e Radja Nainggolan, protagonisti del Cagliari a cavallo tra le prime due decadi degli anni Duemila.
Le parole di Max Allegri: “L’esordio mancato di Radja a Genova? Ogni tanto la sveglia di qualche giocatore non funziona, cose che capitano (ride, ndr). Non era l’unico però: lui almeno andò in tribuna, l’altro non venne neanche allo stadio…Tra l’altro Radja l’ho voluto io, quando giocava a Piacenza”. Sulla differenza tra l’Allegri giocatore e la versione da allenatore: “Allora nessuno pensava che potessi fare l’allenatore, per me è stata una sfida che sto facendo e vediamo di rientrare in pista. Cagliari e la Sardegna rappresentano una terra cui sono molto legato, è stata l’esperienza che mi ha lanciato nel grande calcio: fu grande il presidente Cellino allora, quando mi confermò dopo 5 sconfitte consecutive. Avevo ereditato una squadra che aveva fatto un grandissimo girone di ritorno e si era salvata. Da allenatore le cose sono andate meglio che da calciatore, furono due anni meravigliosi conclusi anticipatamente: io e il presidente abbiamo fatto come due fidanzati, che si lasciano dopo che hanno litigato”.
Radja Nainggolan: “Stare a casa è stato un periodo brutto, sicuramente mancava l’aria da spogliatoio. Spero che si giochi, stando ovviamente attenti a tutto quel che impone la sicurezza. Certamente noi abbiamo molta voglia di tornare in campo, perché giocare c’è mancato tanto. Mister Zenga sta cercando di portare le sue idee, anche se non ha avuto molto tempo: ci stiamo ora allenando per sviluppare quello che vuole da noi, ma non è facile perché non ci sono amichevoli di mezzo. Noi ci stiamo applicando per fare quel che ci chiede, poi le partite vanno giocate. Il mio ritorno a Cagliari? Sono tornato dopo un’annata così così, anche se le statistiche erano comunque positive, ma dentro di me so che le prestazioni non erano quelle che volevo”.