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Aru, Delfinato deludente: ora servono risposte agli Italiani e al Tour

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Un inizio incoraggiante, ma l’esame con le montagne e le pendenze più dure è stato fallito: il Giro del Delfinato di Fabio Aru non è stato dei più felici tenendo soprattutto conto quali erano le premesse.

Ci si poteva aspettare di più dal villacidrese che aveva svolto un periodo in altura al Teide per gran parte del mese di maggio: lavori specifici che almeno al momento non hanno dato i frutti sperati, anche se i veri obiettivi arriveranno più avanti con il Tour de France che dovrebbe essere il focus stagionale. Eppure le sensazioni delle prime tappe in Francia parevano buone, confermate dallo stesso corridore sardo ai microfoni di Cycling Pro: “Ho avuto bisogno di un po’ di tempo per tornare ad un buon livello, ma piano piano ci sto arrivando. L’obiettivo è stare con i primi in salita qui al Delfinato”.  Cosa che purtroppo non è avvenuta: nella terzultima tappa il capitano della Qhubeka-Assos ha limitato a 25″ il distacco dall’eterno Valverde, vincitore di quella frazione, poi la cocente delusione delle ultime due giornate. Fabio Aru ha perso le ruote dei migliori su quello che è sempre stato il suo terreno migliore, le lunghe salite.

Nelle due tappe dominate dall’ucraino Padun (che era fuori classifica) sono arrivati distacchi pesanti sulle difficoltà finali: a La Plagne il classe 1990 ha accusato 9′ dal vincitore di giornata (8’27” da Porte che avrebbe poi ottenuto la maglia gialla di leader a fine corsa), mentre sul Col de Joux Plane sono oltre 10 i minuti di svantaggio dal corridore della Bahrain, 8’10” dal tasmaniano della INEOS. Alla conclusione del Delfinato lo svantaggio complessivo del sardo è stato di 18’31″che a cronometro aveva preso 1’19” dal vincitore finale. Nell’immediato per Il Cavaliere dei Quattro Mori ci sono i Campionati Italia di Imola il 21 giugno; un percorso duro quello dell’Emilia (225 km, 3677 metri di dislivello complessivi) che vedrà la Qhubeka-ASSOS schierare il villacidrese insieme a Pozzovivo. Poi sarà già tempo di Tour de France, ma la convocazione alle Olimpiadi di Tokyo che pare però lontana dopo le ultime prestazioni in Francia.

Matteo Porcu

 
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