Scorrono ufficialmente i titoli di coda sull’avventura in Serie D dell’Atletico Uri di Massimiliano Paba. Un finale di stagione amaro per una delle piazze che più ha fatto emozionare in questi anni. Per il clima che si respirava al campo la domenica, per le diverse imprese compiute e in particolare per come si reagiva quando le cose non andavano bene. Dalla salvezza ai playout contro il Formia, passando per quella contro l’Ilvamaddalena di due anni fa e alla permanenza diretta dello scorso anno. Per arrivare alla recente attualità che vede i giallorossi retrocedere in Eccellenza dopo un’annata complicata.
Stagione
Difficile immaginare a inizio stagione questo epilogo, specie perché l’Atletico Uri rispetto alla scorsa stagione si è rinforzata con tasselli importanti, come De Cenco e Fedele, passando per l’innesto di giovani interessanti come Tuveri o Anedda, mantenendo lo zoccolo duro che la scorsa annata ha permesso di centrare una storica salvezza diretta: da Ravot, a Fadda, passando per Attili e Demarcus, per arrivare a Rosseti, con il rientro in corsa dell’ex Torres Piga dopo il lungo infortunio patito. Tutti presupposti per fare un bel campionato e bissare la permanenza diretta che però si sono scontrati con la realtà. Una realtà che ha visto i giallorossi giocare fino al 19 gennaio in trasferta anche nelle partite casalinghe, con il Peppino Sau di Usini a ospitare i ragazzi di Paba per una fetta importante del campionato. Problemi legati al campo a cui si sono uniti due addii importanti come quello di Fedele, che ha accettato la corte del Sestri Levante in Serie C e quello più a sorpresa di Attili che ha voluto sposare i colori biancoazzurri trasferendosi nell’Arcipelago all’Ilvamaddalena. Tanta esperienza e qualità venute meno che se inizialmente non sono bastati per scalfire i giallorossi, che da gennaio in poi avevano messo in fila 9 gare con un bottino di 4 vittorie, 4 pareggi e 1 sconfitta per un totale di 16 punti, si sono fatti sentire nel dopo il derby contro i cugini dell’Ilvamaddalena. Con la bruciante sconfitta contro Di Pietro e compagni ha dato il La alla crisi sempre più profonda, con altre 7 sconfitte consecutive che hanno alimentato sconforto e frustrazione e che hanno portato poi all’inevitabile retrocessione.
Ripartire
Ora è tempo di ripartire dall’Eccellenza, di ricostruire le fondamenta del progetto Atletico Uri, gettando il cemento su quelle basi che hanno permesso ai giallorossi di arrivare fino alla Serie D e di rimanerci per 4 anni. Un nuovo inizio con mister Paba ancora al timone, riconfermato dal patron Gavino Satta ai nostri microfoni al termine dell’ultimo match casalingo perso contro l’Olbia, nella gara che ha chiuso definitivamente ogni speranza di salvezza. Ora un nuovo capitolo tutto da scrivere, con i giovani e il senso di appartenenza di chi a Uri ha trovato una seconda casa a fare da traino per provare il salto diretto. Ripartendo in particolare da quella spensieratezza che aveva contraddistinto il club giallorosso negli ultimi anni e che proprio nell’ultima stagione sembra essere smarrita, tra patti nello spogliatoio o pensieri controproducenti quando tutto ancora era aperto e da giocare. In altre parole servirà ritrovare quello spirito da Atletico Uri, una piazza che ogni domenica vive una giornata di festa indipendentemente dal risultato. Come dimostrato dai tifosi stessi una volta maturata la matematica certezza della retrocessione con le voci chiare e distinte dei tifosi: “Non fa niente, va bene lo stesso. Noi siamo qua”. Perché il calcio a Uri è festa, passione, coinvolgimento e divertimento; aspetto che per il futuro andrà tenuto a mente senza contaminare o snaturare un valore di appartenenza che ha permesso di costruire e vivere questi ultimi quattro anni.
Andrea Olmeo