Un passo avanti e due indietro. L’andamento lento del Cagliari, da qualche stagione a questa parte, non prevede slanci, rincorse o momenti anche al piccolo trotto. Un continuo inseguire confermato dalla sconfitta di ieri alla Unipol Domus contro l’Empoli. Arrivata dopo il bel pari per 2-2 All’Olimpico contro la Lazio e dopo il cambio in panchina tra Semplici e Mazzarri.
Momento
Partiamo da una premessa: la squadra non era forte e ritrovata dopo la gara con i biancocelesti e non è retrocessa e irrecuperabile ora dopo l’Empoli. L’umoralità al momento è l’ultima cosa che deve appartenere a una squadra che ha vissuto di continui sbalzi emozionali negli ultimi tre anni. E l’aspetto emotivo al momento ha il suo peso, tanto che lo stesso Mazzarri, presentatosi ai microfoni in conferenza un po’ costretto e parecchio controvoglia tanto da rispondere solo a due domande di Sky prima di abbandonare senza ulteriori spiegazioni la sala stampa, ha parlato di “una squadra affranta”, “abbiamo sofferto la pressione in casa”, “non so cosa sia successo tra domenica e mercoledì, ho usato quasi gli stessi uomini ma sembrava un’altra formazione”. Il tecnico toscano ha aggiunto che “ci sarà un confronto con la squadra”. Ecco dunque oggi sarà anche la giornata delle parole schiette e all’occorrenza dure, perché questo Cagliari dopo cinque partite e due punti, ma soprattutto dopo un solo punto in casa contro Spezia (2-2), Genoa (2-3) e Empoli (0-2), non ha più troppo tempo per trovare la sua giusta dimensione. Può sembrare una frase buttata lì quella di Mazzarri ma l’impressione che lo spogliatoio abbia la necessità di ritrovarsi c’è, da tempo. Maran ha perso la squadra ai primi fantasmi dopo un momento importante in classifica, Zenga ci ha provato con risultati altalenanti facendo alle volte l’amico e alle volte il sergente, Di Francesco ha perso subito lo spogliatoio e da lì la crisi, Semplici ha trovato in qualche modo la quadra per centrare la salvezza ma al via della nuova stagione anche lui non è riuscito a costruire un’anima forte. Ora Mazzarri è chiamato a un nuovo miracolo, unire uruguaiani e veterani, giovani e nuovi arrivati. Anche se qualche domanda sulla gestione e la costruzione della rosa, prima di guardare ai risultati di questo o quello allenatore, ai piani alti della società va fatta.
Condizione
Uno degli alibi di questo gruppo potrebbe essere la scarsa condizione atletica, data magari da qualche infortunio di troppo. Ma sarebbe il tentativo di nascondere una montagna dietro un dito. La squadra è vero è arrivata seconda su tanti palloni, fin dal primo tempo, e nel finale non ha mai veramente provato a riaprire la gara, tanto che l’Empoli ha rischiato più volte di fare il 3-0, che sarebbe stato un risultato pesante ma non immeritato dai toscani. Ma la mancanza più grande al momento sembra quella tattica e di continuità nel gioco. “Voglio un Cagliari camaleontico”, ripete Mazzarri da una settimana. Ma quello visto ieri è stato solo un Cagliari molto confuso. Tanti palloni persi in uscita, poco cinismo, e reparti slegati tra loro. Insomma, un passo avanti a Roma e due indietro a Cagliari. La squadra rossoblù prosegue così, ma riuscirà prima o poi, non diciamo a correre, ma almeno a camminare?
Roberto Pinna