Da quel “lui è più una mezzala a tuttocampo” al “oggi sembrava un polpo con tutti quei tentacoli”, passando per “lui può fare il play, ma deve iniziare a giocare a due tocchi”, l’evoluzione e la crescita corrispondono alle parole arrivate di volta in volta. Dalla vigilia della sfida contro il Cittadella al post partita della vittoria contro l’Ascoli, con in mezzo la sfida di fronte alla Spal. Valorizzare il materiale a disposizione la linea tracciata dopo il mercato di gennaio dal Cagliari, Antoine Makoumbou uno degli esempi maggiormente positivi del cambio di passo dei singoli sotto la guida di Claudio Ranieri.
Intoccabile
Da centrocampista senza compiti realmente definiti, a mediano davanti alla difesa dedito più alla quantità che alla qualità. “Un polpo”, come lo ha descritto il suo allenatore, decisivo nelle ultime due vittorie in una posizione non inedita, ma cucita nelle mansioni da svolgere sulle sue caratteristiche, senza forzature. Ventinove su trenta le presenze in campionato di Makoumbou alla sua prima stagione italiana, un minutaggio che lo issa al primo posto per utilizzo tra i giocatori di movimento nella rosa rossoblù, superato soltanto da Radunovic in assoluto. A conferma che il classe ’98 ex Maribor non ha pagato in termini di utilizzo il cambio di guida tecnica. Sia con Liverani che con Ranieri, sia in un centrocampo a tre che in uno a due, Makoumbou è sempre stato la certezza. O quasi, perché proprio nella gara di andata contro il Sudtirol – prossimo avversario del Cagliari sabato primo aprile – il congolese fu costretto ad alzare bandiera bianca colpito dalla gastroenterite. Ventisei le presenze collezionate da titolare in Serie B, tre quelle da subentrato, e non è un caso che il periodo di minor utilizzo sia coinciso prima e dopo la pausa per le Nazionali dello scorso novembre. Non tanto per gli impegni con la maglia della Repubblica del Congo, che vestirà durante la pausa in corso nella doppia sfida contro il Sud Sudan oggi 23 marzo e lunedì 27, quanto per la ricerca di Liverani di trovare una via d’uscita al periodo di crisi. Con l’ex allenatore rossoblù Makoumbou aveva messo in mostra più i propri limiti che le proprie peculiarità, tra la tendenza a innamorarsi troppo del pallone all’incapacità di giocare in verticale quando utilizzato da vertice basso in mezzo al campo. Con Ranieri, al contrario, il percorso per smussare i difetti ed enfatizzare i pregi ne ha modificato sensibilmente le prestazioni, anche se i margini di miglioramento restano importanti.
Metamorfosi
Che Makoumbou non fosse un centrocampista d’inserimento – o garanzia di un certo numero di gol nell’arco di una stagione – era caratteristica ben nota. Il suo essere “più una mezzala a tutto campo”, parole di Ranieri, si scontrava così con l’incapacità di essere determinante negli ultimi venticinque metri. Il suo “dover iniziare a giocare a due tocchi”, sempre Ranieri, come simbolo della difficoltà a dare tempi di gioco al possesso palla targato Liverani. Una sola rete in carriera prima di arrivare in Sardegna, la seconda nella gara di andata contro il Cittadella a regalare la prima vittoria in campionato. Così il lavoro per portarlo a giocare con efficacia davanti alla difesa, più mediano che regista puro – holding midfielder direbbero gli inglesi – ha creato un nuovo Makoumbou equilibratore, poco propenso alla sortita offensiva, più vigile in mezzo al traffico, che attraverso le proprie abilità – “è intelligente e sa recuperare” disse Ranieri – è stato fondamentale nel miglioramento della fase difensiva. In grado di trasformare, trasformandosi, il “fare di necessità virtù” e il “in questo momento è la soluzione migliore, poi vedremo” da un obbligo con sguardo sul futuro a una delle forze della squadra. Non solo le assenze di Viola e Deiola, altre soluzioni in quella posizione, ma anche una crescita costante hanno messo al centro del progetto tecnico di Ranieri il ventiquattrenne parigino. Che, però, dovrà dimostrare nel lungo termine di aver preso la strada giusta, cercando di eliminare la criticità forse più grossa della sua stagione. L’assenza di continuità, gli alti e bassi, la perdita di concentrazione in momenti topici come accaduto a Modena e soprattutto a Bari. A dargli una mano potrebbe arrivare la concorrenza, con la possibilità di rifiatare come opzione per crescere ulteriormente. Titolare inamovibile e non solo, perché ogni volta che Makoumbou è sceso in campo dal primo minuto difficilmente lo ha lasciato prima del fischio finale. Con i cinque cambi e maggiori alternative pronte a rientrare, ecco che il nazionale congolese potrà riposarsi come accaduto nelle vittorie contro Ascoli e Reggina, quando per la prima volta in stagione è uscito anzitempo per due volte di fila. Prima soltanto in altre due occasioni Makoumbou è stato sostituito prima della fine della partita, nelle gare di andata contro Genoa e Reggina.
Matteo Zizola