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Cagliari, il paradosso dell’attacco: il migliore della A, ma le punte latitano

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Tra le varie definizioni di paradosso è quella relativa alla fisica che ne racconta la versione rossoblù: “di fenomeno che si verifica in modo anomalo e contrario alle aspettative“. Nel calcio, infatti, la parola gol fa rima con attaccante e ne sa qualcosa il Cagliari ripensando alla stagione passata in Serie B e alle prime otto giornate del campionato in corso. Il paradosso, appunto, è quanto invece accaduto nelle ultime cinque gare degli uomini di Ranieri, un’inversione a U statistica con una sorta di controsenso nei numeri e nelle caratteristiche di chi i numeri li ha prodotti.

Inversione

Come in un’ipotetica estrazione del lotto sono il 67, il 33 e il 70 il terno rossoblù. Percentuali che raccontano realtà contrapposte. In primis il torneo cadetto culminato con la promozione ai playoff, cinquantasette reti totali tra regular season e scontri diretti delle quali ben trentotto portate in dote dal reparto offensivo. Le 25 di Lapadula, le 7 di Pavoletti, le 5 di Luvumbo e la singola marcatura firmata da Pereiro: in sostanza il 67% dei gol arrivati dagli attaccanti, con Ranieri che a più riprese aveva chiesto un apporto maggiore da parte degli altri reparti in fase realizzativa. L’inizio di stagione da neopromossi nella massima serie non ha cambiato la ripartizione. Dalla Lapadula-dipendenza, infatti, si è passati nelle prime otto giornate del 2023-24 alla Luvumbo-dipendenza: tre gol, due dell’angolano e uno di Nández su rigore, ancora una volta il 67% delle reti arrivate dall’attacco e il 33% da un giocatore con ruolo differente. Poi, all’improvviso, quello che era il desiderio di Sir Claudio si è tramutato in realtà, con difensori e centrocampisti pronti a dare il loro contributo in maniera netta. Le ultime cinque gare di campionato, infatti, sono l’apoteosi del paradosso iniziale. Il Cagliari mette a segno dieci gol, il miglior attacco di tutta la Serie A nel periodo preso in esame. Ma senza che gli attaccanti, appunto, siano stati la chiave di questa statistica. Un’inversione di tendenza che è anche nelle percentuali, perché delle dieci reti realizzate solo tre portano la firma del reparto offensivo – quella del solito Luvumbo a Salerno e le due di Pavoletti contro il Frosinone – mentre sono ben sette quelle con in calce il nome di difensori e centrocampisti: le due di Dossena e Viola, le singole marcature di Oristanio, Makoumbou e Zappa.

Cercasi svolta

Se da un lato Ranieri può dunque sorridere, dall’altro il tema di attaccanti che producono poco in termini realizzativi è un problema che non può essere sottovalutato. Vero è che aver eliminato la dipendenza dai singoli – Lapadula prima, Luvumbo poi – è un aspetto positivo, permettendo così al Cagliari di avere più soluzioni senza permettere agli avversari di chiudere la porta limitando il bomber di turno, ma la sterilità delle punte deve giocoforza portare a riflessioni. Tre gol di Luvumbo e due di Pavoletti, poi il nulla. Ancora a zero per diversi motivi, Petagna, Lapadula e Shomurodov sono attesi da una svolta necessaria per alimentare ulteriormente le speranze salvezza. Senza contare chi non ha mai giocato come Pereiro e Desogus, probabili prossimi partenti nel mercato di gennaio. Problema che proprio con l’inizio del nuovo anno troverà un nuovo ostacolo nelle assenze del classe 2002 angolano e dell’uzbeko ex Roma, rispettivamente chiamati a rispondere alle chiamate delle nazionali per la Coppa d’Africa e la Coppa d’Asia. Non ha aiutato l’aspetto fisico, ma dopo tredici giornate di campionato ci si aspetta anche da questo punto di vista una crescita che, a oggi, non è ancora arrivata. Lapadula tornato da poco a disposizione, Petagna e Shomurodov in ritardo di condizione dopo aver di fatto saltato la preparazione estiva, Pavoletti con i noti problemi che ne limitano l’utilizzo per novanta minuti, Luvumbo che fisiologicamente vive una fase di appannamento dopo aver tirato la carretta nelle prime settimane di Serie A. E proprio gennaio potrebbe essere l’occasione per rivedere qualcosa a livello di mercato, con soprattutto il centravanti ex Monza e il collega uzbeko a doversi guadagnare una conferma anche per la seconda parte di stagione. Con Ranieri che fin dal suo arrivo ha messo nel mirino il desiderio di utilizzare il doppio centravanti, desiderio confermato anche nella conferenza stampa dell’antivigilia della sfida contro il Monza. Al momento utopia per via delle condizioni fisiche dei protagonisti che non hanno permesso al tecnico rossoblù di rischiare questa soluzione senza regalare spazio agli avversari di turno alla voce equilibrio.

Matteo Zizola

 
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