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Claudio Ranieri durante Cagliari-Como | Foto Luigi Canu

Cagliari, lo 0-0 di Cittadella manda segnali a Ranieri (e al mercato)

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Un pareggio può avere significati differenti a seconda del contesto. Si può prendere il breve termine, che coincide quasi in tutto con il nuovo corso di Claudio Ranieri, e giudicarlo un risultato tutto sommato positivo. Oppure si può guardare al quadro generale, quello di un Cagliari che deve rincorrere dopo una prima parte di stagione negativa, e allora più che un punto per certi versi accettabile quello di Cittadella diventa un’occasione persa, l’ennesima.

Pro e contro
Terza gara di fila con la porta inviolata e questa già di per sé è una notizia. Perché se non subisci reti male che vada porti a casa un pareggio. Sette punti in tre partite, altro dato positivo pur al netto degli avversari incontrati. Cosenza e Como non esattamente probanti, ma il Cittadella in trasferta non era sfida da sottovalutare. Poi, però, ci sono anche i due punti persi rispetto a Reggina e Genoa, appaiate al secondo posto, e a Parma e Sudtirol, rivali nella corsa playoff. C’è una superiorità numerica per 35 minuti della ripresa che più che favorire ha messo un difficoltà il Cagliari che, contro una squadra chiusa a riccio, è stato incapace di creare la benché minima occasione per portare a casa la vittoria. C’è, infine, una gestione dei cambi da parte di Claudio Ranieri – di uomini e tattica – che ha lasciato qualche dubbio, sia per l’uomo in più già citato sia per le scelte in senso stretto. Insomma, due facce di una stessa medaglia da un punto, il classico bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto a seconda dei punti di vista. Lo sa anche il tecnico rossoblù che nella conferenza post partita ha voluto sottolineare il cambio di mentalità dei suoi, l’attenzione difensiva e la prova di Kourfalidis, ma allo stesso tempo non ha nascosto la polvere sotto il tappeto.

Anche i Sir possono sbagliare
Il Cagliari punta sulla continuità di risultati attraverso un atteggiamento diametralmente opposto al passato. Squadra più adatta alla Serie B nei modi, a costo di risultare meno bella. Il primo non prenderle è un passaggio doveroso per un gruppo che ha al passivo 25 reti, “un po’ troppe per chi vorrebbe risalirecome detto da Ranieri. Resta però un certo rammarico per un pareggio che, non tanto con più voglia – non è mancata – ma con maggiore sfrontatezza sarebbe potuto essere una vittoria. Ed è qui che entrano in gioco i dubbi sulle scelte in corso d’opera. I primi cambi all’80’ quando il collega sull’altra panchina aveva già utilizzato tutte le cinque sostituzioni, il 3-5-2 abbandonato soltanto a dieci minuti dalla fine nonostante la superiorità numerica e un controllo totale del campo, lasciato ai rossoblù intenzionalmente da un Cittadella rannicchiato nella propria trequarti. Millico che entra prima di Luvumbo, il primo con le valigie in mano e il secondo che spesso e volentieri in passato era riuscito a cambiare il corso degli eventi. Ranieri, ovviamente, è ancora in fase di costruzione e di studio, un pareggio a Cittadella è nell’ordine delle cose, ma non è lesa maestà annotare delle scelte da far storcere il naso qualora ci fossero. E così è apparso al Tombolato dal sessantesimo in poi.

Mercato batti più colpi
Il Cagliari deve compiere delle svolte, sia in campo che come società. Nel primo caso, ritrovata la solidità, deve ritrovare anche il coraggio. Quello di attaccare gli avversari negli uno contro uno, quello di rischiare la giocata senza affidarsi ai passaggi orizzontali del vecchio corso, quello di provare anche la soluzione dalla distanza per spingere gli avversari che si chiudono a non sentirsi troppo sicuri. Nel secondo, quello lontano dal terreno di gioco, deve decidere cosa vuole fare da grande e deve farlo presto. Il mercato di gennaio dà l’occasione di correggere gli errori, ma non è eterno. Dieci giorni per regalare a Ranieri ciò di cui ha bisogno, considerando il cambio tattico che impone riflessioni e decisioni. La priorità del difensore centrale d’esperienza, forse, non è così prioritaria, pur restando una necessità da non trascurare. Ma con il tecnico rossoblù che ha come unica certezza l’utilizzo delle due punte, una rosa costruita per un 4-3-3 e dunque ricca di esterni d’attacco e con solo due centravanti dovrà essere sistemata dando all’allenatore un ricambio al duo Pavoletti-Lapadula, soprattutto al primo che non ha – escludendo il 2004 Griger – un vero alter ego in caso di problemi. Infine il centrocampista – o i centrocampisti. L’exploit di Kourfalidis (a proposito, perché nella gestione precedente non sia stato utilizzato ben prima resta un mistero) non può nascondere il bisogno di un regista e, soprattutto, di un giocatore capace di concludere dalla distanza. Ed è qui che andranno fatte riflessioni sul possibile ritorno di Radja Nainggolan, per carattere ma soprattutto per caratteristiche tecniche. Perché, se c’è una cosa che ha insegnato il pareggio di Cittadella, è che un giocatore come il Ninja potrebbe far comodo a Claudio Ranieri.

Matteo Zizola

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