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Cagliari, Marin il costruttore: è lui l’arma in più di Mazzarri

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Inventare per i compagni e rendere difficile lo stesso compito agli avversari. La vita del centrocampista si divide continuamente tra le due fasi, senza un tempo preciso che definisca il lavoro di costruzione e quello di cesura perché è il flusso della partita a deciderlo. Un contesto in cui però Razvan Marin sembra trovarsi sempre più a suo agio.

Non solo assist-man
Tre assist in quattro partite, che sarebbero potuti diventare quattro se Keita non fosse stato steso in area di rigore da Sabelli nella sfida contro il Genoa, e classifica delle assistenze guidata a pari merito con Luis Alberto e Nicolò Barella. In azione o da palla inattiva, il centrocampista rumeno ha dimostrato di essere in grado di mettere in condizioni di segnare con facilità i compagni. La palla dolce che scavalca i centrali laziali e mette il capitano del Cagliari di fronte a Reina per l’1-1 momentaneo è stata l’esempio più chiaro di come, sin dalla seconda parte della scorsa stagione, Marin non abbia mai abbandonato il suo ruolo di leader nel centrocampo isolano. Nel 2021, l’ex Ajax è diventato un punto di riferimento per i compagni non solo nella fase di rifinitura ma anche in quella di non possesso, fatta di lotta e corsa. Il numero 8 rossoblù in tutte e quattro le partite disputate non ha mai corso meno di 10 km, dato condiviso – tranne che in occasione della prima giornata di campionato – con Alessandro Deiola. I due centrocampisti hanno fatto coppia contro la Lazio, con Marin che è tornato a occupare la posizione di interno di centrocampo destro. Due i compiti, aiutare il compagno di reparto in fase di interdizione e alzarsi non appena il pallone entrava in possesso della formazione sarda. Durante il primo tempo la gara è stata più di attenzione difensiva, oltre che complessa vista la pressione ricevuta dagli avversari – 58.19% secondo le statistiche della Lega, il giocatore più pressato dietro il tandem d’attacco; nella seconda frazione, il cambio di ritmo e di coraggio ha messo invece subito in luce le qualità tecniche del giocatore, non solo in occasione dell’assist necessario a rimettere in equilibrio la partita. Perché nel match disputato domenica è risultato anche il primo della mediana sia nell’indice che misura la disponibilità al passaggio – 77.42% – che in quello che analizza la capacità di superare le linee di pressione avversarie grazie al tocco verso il compagno – indice di verticalità di 3.20. Dati che messi insieme sottolineano l’importanza di Marin in un centrocampo che ha cambiato per necessità più interpreti durante le prime quattro uscite ma che non ha mai rinunciato al suo profilo.

Con Leonardo Semplici in panchina, il centrocampista ex Ajax aveva trovato equilibrio e libertà d’azione, risultando cruciale nella lotta salvezza della passata stagione. Condizioni che non paiono diverse in6 quest’annata, nonostante il passaggio di testimone a Walter Mazzarri. Anche il nuovo tecnico toscano sembra aver deciso di affidare gli stessi strumenti al numero 8 isolano: lo scalpello per scolpire le azioni rossoblù e le cesoie per tagliare i fili delle trame altrui.

Matteo Cardia

 
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