agenzia-garau-centotrentuno

Cagliari, ora non ti puoi nascondere: il mercato è da promozione diretta

Scopri il nostro canale su Telegramle-notizie-di-centotrentuno-su-telegram
sardares
sardares

Il dado è tratto. Dopo due mesi di calciomercato il Cagliari ha ultimato la propria promessa rivoluzione in seguito alla retrocessione. Fabio Liverani dovrà ora lavorare per far fruttare il lavoro della società fuori dal campo, tra un gruppo di giocatori a lui noti e un ruolo da protagonista della Serie B che non può essere nascosto.

Ogni promessa è debito

A livello di rosa cinque-sei giocatori li vorrei tenere“. A distanza di quasi tre mesi – era il 6 giugno – le parole del direttore sportivo Stefano Capozucca sono state rispettate. Qualche elemento in più rispetto al numero indicato, ma la sostanza è che il Cagliari ha stravolto la squadra reduce dalla notte di Venezia e conseguente discesa in Serie B. Radunovic, Zappa, Altare, Goldaniga, Rog, Nández, Deiola, Pavoletti e Pereiro sono i reduci della retrocessione, assieme ai giovani Obert e Kourfalidis e al terzo portiere Aresti, anche se non si può dimenticare che “non tutti possono andare via, magari ci sono anche giocatori che non vengono presi perché abbiamo calciatori con un ingaggio importante“. È il caso di Gastón Pereiro, fino all’ultimo con le valigie in mano e rimasto in Sardegna per la difficoltà a piazzare il suo stipendio. Proprio le cessioni sono per certi versi la nota dolente del mercato in casa Cagliari. Non tanto per il numero, quanto per la fretta di fare cassa il prima possibile che ha portato a valutazioni a prezzo di saldo. In un mercato concentrato sul taglio del monte ingaggi e su riprendere in mano un bilancio in rosso da due stagioni consecutive, i nuovi acquisti sono stati una logica conseguenza. Prestiti, risoluzioni consensuali con successiva firma in rossoblù, svincolati. Le due eccezioni a confermare la regola sono state quelle di Makoumbou e Lapadula, mentre per il resto le occasioni a costo contenuto – se non nullo – sono state il filo conduttore della campagna di rafforzamento.

All’attacco

Mettendo da parte dinamiche e gestione mediatica, il Cagliari ha allestito una rosa assolutamente competitiva e che non può che ambire alle prime due posizioni valide per la promozione diretta in Serie A. Le conferme pesanti di Rog e Nández, gli innesti di giocatori come Lapadula, Falco e Mancosu – veri e propri lussi per la categoria – e la costruzione di un gruppo completo in ogni settore sono punti a favore del direttore sportivo Stefano Capozucca. L’aver inoltre accontentato in tutto e per tutto Fabio Liverani, affidandogli giocatori a lui noti e di fatto richiesti fin dal suo arrivo in Sardegna, è sì da una parte un’arma a doppio taglio per il tecnico romano – tanta la responsabilità alla voce risultati – ma dall’altra diventa garanzia di un passaggio dal vecchio al nuovo che troverà nei suoi pupilli i tesorieri del suo credo calcistico, pronti ad aiutare i compagni nell’apprendere i dettami. Dal centrocampo in su il Cagliari appare, non solo sulla carta, una squadra completa, che potrebbe competere facilmente per la salvezza in Serie A e a maggior ragione deve essere protagonista in cadetteria. La scoperta Makoumbou è una novità dopo tante stagioni affidate all’usato sicuro o ai nomi sulla carta, le conferme di Rog e Nández parlano da sole, l’attacco composto da elementi in cerca di rilancio – Millico, i confermati Pereiro e Pavoletti – e da sicurezze come Lapadula, Falco e Mancosu dà a Liverani diverse soluzioni tutte di livello assoluto. Senza contare l’attesa su Zito Luvumbo, vera e propria variabile impazzita del reparto offensivo. Profondità, qualità, esperienza e personalità sono garantiti dalla cintola in su come è accaduto solo nel secondo anno di Maran da quando è cominciata l’era Tommaso Giulini.

Dubbi

Non è tutto oro quello che luccica e non si può nascondere che qualcosa manchi nella retroguardia. “Se non hanno più pane che mangino brioche“, frase attribuita a Maria Antonietta che ben si sposa con l’abbondanza e il lusso dal centrocampo in avanti – le brioche – e le mancanze non di numero, ma bensì qualitative, della difesa. Che, metaforicamente, dovrebbe rappresentare la solidità della squadra nella sua interezza, il pane appunto, e che da ormai tempo immemore è la nota dolente del Cagliari. Un po’ come accaduto nel gennaio del 2020, quando Maran con la necessità di avere un puntello in difesa si ritrovò con l’arrivo di Gastón Pereiro, così oggi l’estrema qualità dalla mediana in avanti stona con il reparto che avrebbe avuto bisogno di maggiori interventi e garanzie. Partendo dal portiere, ruolo nel quale si è scelto di affidare a Radunovic la titolarità. Decisione anche condivisibile, soprattutto in una Serie B da vivere teoricamente da protagonisti. Un conto è lottare per la salvezza in A, un altro per la promozione in cadetteria. E il portiere diventa sicuramente meno decisivo e importante nel secondo caso. Nelle prime uscite, però, il serbo ha lasciato qualche dubbio, anche nella costruzione dal basso, e una scelta di maggiore esperienza e qualità non sarebbe stata lesa maestà. Il problema storico del Cagliari, però, è nelle fasce, ancora di più dopo la decisione di ripartire dalla difesa a quattro. Tappato il buco sulla sinistra con Barreca e in attesa di scoprire se Carboni sarà stata una scelta produttiva, sul lato opposto la fretta nel chiudere l’operazione Di Pardo ha tolto lo spazio numerico per un terzino specialista del ruolo. Confermato Zappa, già di per sé da modellare nella linea a quattro, sarebbe probabilmente servito un giocatore meno adattato e più consapevole dei compiti. Senza nulla togliere all’ex Juventus, a oggi la sua carriera parla di un esterno di centrocampo con spiccate doti offensive più che di un giocatore con caratteristiche anche di copertura.

Corsa finale

Infine il tema del difensore centrale che ritorna a ogni sessione di mercato. Altare a Goldaniga hanno dimostrato nelle prime tre partite – due per l’ex Olbia – di essere ancora in fase di adattamento alla vita di coppia. Sulla carta il duo non dovrebbe rappresentare un problema, anzi. Sul campo, però, la necessità di un rinforzo che potesse aggiungere velocità e letture delle coperture sembrava tanto logica quanto ovvia. La scelta è ricaduta su Elio Capradossi, arrivato dallo Spezia e con una discreta esperienza in cadetteria. Un tempo prospetto dal futuro assicurato – tornando ai suoi trascorsi nelle giovanili della Roma – ha sicuramente un passato in Serie B importante, fatto di 117 presenze e 7 reti tra Bari, Spezia e Spal. Un doppio grave infortunio, rottura dei legamenti crociati nel 2015 e nel 2020, è il vero dubbio su un giocatore che, come da copione, è arrivato negli ultimi minuti di mercato quasi a sorpresa. Ed è proprio questa la criticità del Cagliari nel reparto arretrato, arrivare spesso alla fine del tempo disponibile e portare in Sardegna ciò che il mercato ha lasciato. Non solo, ma guardando alla difesa nella sua interezza, al contrario del centrocampo e dell’attacco sembra meno profonda e i ricambi danno meno certezze – Dossena potrebbe essere una sorpresa alla Altare, Obert il jolly tra centro e fascia mancina.

L’ultimo aspetto è una novità quasi assoluta. Il presidente Giulini ha sì assistito alle scelte del suo direttore sportivo Capozucca dando il suo assenso finale, ma è rimasto praticamente sempre in disparte. Non solo, ma all’appello manca il classico acquisto mediatico, una costante di ogni stagione dal 2015 in avanti. Il patron non ha voluto mettere la sua classica firma e non è detto che sia un male, anzi. La rinnovata gestione della società, con il presidente a fare il presidente e il direttore sportivo a fare il direttore sportivo, ricorda la precedente promozione in Serie A e, non è un caso, con Capozucca come uomo mercato senza troppe interferenze dall’alto. Come si suol dire ora la parola passa al campo e soprattutto a Fabio Liverani. Dal nuovo allenatore rossoblù si attendono risultati e gioco e la vittoria della sfida più difficile di tutte, riportare entusiasmo in un ambiente depresso dalla retrocessione che, però, ha rinnovato la propria fiducia con la quota 7000 abbonamenti superata nonostante tutto. Profilo basso, nessun proclama, ma anche la consapevolezza che il Cagliari 2022-2023 non può che partire in prima fila per la promozione diretta.

Matteo Zizola

Notifiche
Avvisami se ci sono
guest
54 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti