agenzia-garau-centotrentuno
Ousmane Diop esulta durante Dinamo Sassari-Reyer Venezia | Foto Luigi Canu

Dinamo Sassari | Cuore e idee chiare, quella con Venezia è la vittoria della maturità

Scopri il nostro canale su Telegramle-notizie-di-centotrentuno-su-telegram
sardares
sardares

Un palazzetto pieno, i ricordi che si intrecciano con il presente, due squadre che incontrandosi non hanno mai fatto un passo indietro. L’introduzione perfetta o quasi per una sfida come quella tra Dinamo Sassari e Reyer Venezia. Una partita non come le altre, che per l’occasione rivestiva un’importanza ancora maggiore a causa della graduatoria. I timori portati da una pausa arrivata nel momento migliore della Dinamo in questa stagione non erano pochi. Ma gli uomini di Piero Bucchi hanno dimostrato che quanto fatto in precedenza non fosse un caso, con un 90-81 finale frutto non di una prova dominante ma di una prestazione in cui i momenti di difficoltà sono stati utili per forgiare l’atteggiamento che ha portato sino ai nuovi due punti in classifica.

Squadra

Abbiamo giocato da squadra vera oggi e ci servirà per la nostra crescita”, ha affermato Gerald Robinson in sala stampa nel post partita. Certo, la prova del nativo di Nashville (24 punti con solo tre errori dal campo), al ritorno dopo più di un mese in quintetto base, è stata fondamentale per riuscire a conquistare il successo e andare anche vicinissimi a ribaltare il -10 di differenza canestri dell’andata. Ma la chiave della quarta vittoria consecutiva, la sesta nelle ultime sette partite, è stata ancora una volta il collettivo. Quattro giocatori in doppia cifra, otto sui dieci utilizzati almeno una volta a segno, ventuno assist (otto quelli di Dowe), tutti gli uomini impiegati con almeno due rimbalzi tirati giù dopo i 40’. Perché è con la forza dell’insieme al momento che la Dinamo crea le condizioni per far sì che qualcuno dei diversi protagonisti possa esaltarsi. Era stato chiaro prima della sosta, è stato confermato con gli orogranata, quando ogni contributo è divenuto fondamentale per avere nel quarto periodo la spinta giusta per prendersi la sfida.

Cambiamenti

Qualcosa di possibile anche grazie alla fiducia costruita nel tempo e che ha permesso di esplorare diverse soluzioni rispetto al solito. Quella contro la squadra di coach Spahija è stata la partita con meno tiri da tre in stagione della Dinamo, solo 14, dieci in meno rispetto alla media stagionale. Ma è stata anche la partita in cui ha tirato più da due in stagione – 56, venti in più rispetto alla media di 36 tentativi – e trovato più risposte vicino al ferro (15/18 finale sotto i tabelloni, oltre l’83%). Segnale di come Sassari sapesse di trovare dall’altra parte una grande aggressività sul perimetro, come evidenziato dal lavoro fatto su Jones e Bendzius dagli avversari, e che quindi sarebbe stato possibile costruire le alternative in altre zone del campo. Situazione di cui hanno giovato Stephens e Diop: il primo ha giocato la sua miglior partita in maglia Dinamo a livello offensivo e il secondo ha dato prova di aver capito definitivamente quanto possono contare i suoi muscoli. Ma i due, sono stati più che importanti a livello difensivo, così come un Bendzius meno appariscente ma ugualmente importante. Anche a rimbalzo, dove la Dinamo era chiamata a fare uno sforzo di gruppo per non incappare nelle stesse difficoltà dell’andata e così ha fatto (43-33 il conteggio a fine gara). I numeri e il piano tattico, si sà, non possono però dire tutto. E probabilmente non spiegano al meglio quanto accaduto tra terzo e ultimo quarto, ovvero una prova di carattere e di solidità mentale cruciale ai fini della vittoria.

Testa

L’apporto del PalaSerradimigni è stato fondamentale per recuperare quella concentrazione e quelle sicurezze che nel terzo periodo, sotto i colpi di Parks e la regia di Spissu, Venezia stava dando l’impressione di poter sgretolare. Ma lo zampino fondamentale l’ha messo ancora una volta coach Bucchi. Timeout nel momento giusto per non rischiare di perdere definitivamente il filo della gara e scelte giuste su chi mandare in campo nel momento più caldo della gara, su tutte quella di tenere Gentile sul parquet. Nel frangente più teso la sfacciataggine della guardia di Maddaloni è stata fondamentale per ritornare a essere cattivi al punto giusto e lasciarsi trascinare dalla voglia del pubblico. Sassari così è tornata dal -9 di metà terzo quarto e poi è scappata in quello finale, stringendo nuovamente le maglie in difesa come accaduto nella primissima parte di gara, trovando spesso il timing giusto per l’aiuto e la voglia per imbrigliare nuovamente la gara dei veneziani.

Pazienza, giusta attitudine ma anche capacità di saper cambiare spartito. Coach Piero Bucchi ha definito la vittoria come una delle più importanti della stagione, una nuova prova di maturità superata. Se i bilanci si fanno a fine stagione, ciò che resta sono le due vittorie di distanza messe tra Sassari e la nona posizione occupata proprio dalla Reyer. Ma non è stato l’unico regalo di compleanno per il tecnico, che proprio oggi domenica 5 marzo compie 65 anni: perché Pesaro ha perso contro Brindisi e la Dinamo ora è solo dietro le prime tre della classifica. Un giusto premio per una squadra che ora dovrà provare a non guardarsi indietro.

Matteo Cardia

 
Notifiche
Avvisami se ci sono
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti