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Eimantas Bendzius viene aiutato a rialzarsi da Dowe e Stephens durante Gara 2 tra Olimpia Milano e Dinamo Sassari | Foto Luigi Canu

Dinamo Sassari | Reazione da grande, ma la tensione va gestita

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Adda passà ‘a nuttata. Nelle ore successive all’ultima sirena di una gara due giocata ancora al Forum di Assago, coach Piero Bucchi potrebbe aver cercato nei suoi trascorsi a Napoli e nelle parole di Eduardo De Filippo la soluzione per guardare con fiducia al futuro e mettere da parte un finale di partita amaro. La Dinamo Sassari torna in Sardegna con Milano avanti 2-0 nella serie, ma se nella prima serata il tecnico del Banco era rimasto insoddisfatto per l’atteggiamento dei suoi, nella seconda resta più l’amarezza per quello che sarebbe potuto essere e che solo per poco non si è trasformato in qualcosa di concreto.

Capacità

80-75 il risultato finale, sistemato solamente da dei tiri liberi figli degli ultimi tre possessi non gestiti bene dai biancoblù. Perché fino a 35’’ dal termine, Sassari ha avuto l’ardore di immaginare di impattare o addirittura mettersi avanti nel punteggio con un solo possesso di distanza sul 76-74. Poi sono arrivati una persa in condivisione tra Kruslin e Jones, con l’ultimo a farsi scivolare definitivamente il pallone. Un mancato rimbalzo su un più che raro 0/2 di Napier e un fallo di troppa foga di Dowe proprio sul prodotto di Connecticut nell’azione successiva da cui è scaturito il +4 meneghino. Ingenuità figlia probabilmente della tensione di un momento che Sassari si era costruita rimettendosi in corsa dal -10 trovando continuità dall’arco come mai non aveva avuto prima (7/30 totale), se non con un Bendzius tornato a essere il martello conosciuto durante tutta l’annata. Un peccato, anche guardando a quello che Dowe e compagni erano riusciti a fare sin dalla palla a due, rispondendo alle parole del proprio allenatore con una reazione dovuta a sé stessi e alla propria guida. Con determinazione, ma soprattutto con aggressività sul lato difensivo e sfrontatezza su quello offensivo. Milano ha sofferto la capacità di muoversi dell’attacco sassarese lontano dalla palla, capace di creare gli spazi giusti soprattutto per il lituano, in una collaborazione che poi si è dimostrata fruttuosa anche in transizione. Perché al di là dei tanti errori al tiro dalla lunga distanza, Sassari dalla sua continuità, dall’idea di non fermarsi e non fermare il pallone troppo a lungo, ha trovato diverse soluzioni dentro l’area, complice anche lo sfruttamento migliore del pick&roll centrale (17 su 22 nel pitturato). Un leitmotiv durato per tutti i 40’, che ha costretto Datome a mettere in mostra ancora la sua grandezza per far sì che Milano portasse a casa il secondo punto della serie.

Opportunità

La reattività e l’alto tasso di agonismo sassarese sono stati le chiavi per non permettere a Milano di prendere fiducia al tiro con tutti i suoi elementi. Il lavoro sui close-out e quello sui blocchi per i tiratori avversari sono migliorati, con diversi momenti in cui le pedine di Bucchi hanno saputo rispondere bene anche gli isolamenti milanesi su un quarto di campo. Certo, c’è ancora da lavorare perché Datome e Baron hanno punito ogni volta che hanno potuto e Shields in alcuni casi, soprattutto senza Jones davanti, è apparso nuovamente quello della scorsa stagione, ma quanto intravisto nella seconda serata regala anche un po’ di ottimismo al Banco di Sardegna. Che se ha qualcosa da rimproverarsi è quello di non aver saputo trattenere la troppa foga nel secondo quarto, quando il rientro di Milano ha provocato un nervosismo scaturito in due tecnici – uno alla panchina e uno a Gentile – rischiando di prenderne anche altri, oltre che i disguidi nel finale. Ora i due giorni di pausa aiuteranno i biancoblù a rimettere qualche energia in corpo e soprattutto nella mente provata dallo sforzo e dalle emozioni forti vissute in Lombardia. Milano ha il primo match-point, Sassari ha le spalle al muro. Un muro che però ha la forma di un PalaSerradimigni che si prepara ad accogliere la sua squadra con un tutto esaurito oramai quasi certo (qui la news). E che potrebbe essere decisivo per una serie che coach Bucchi ha detto senza paura di voler allungare. Un piano che Sassari ha dimostrato non solo di poter immaginare, ma anche di poter mettere in atto.

Matteo Cardia

 
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