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Dinamo Sassari, tra uno stop inatteso e una chance in Bcl da non sciupare

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Due passi avanti, poi lo stop. La Dinamo Sassari sembra quasi dentro una partita di un gioco che da bambini conoscevamo tutti. Una partita di “un, due, tre, stella” dove a contare è un campionato di Serie A che impone ai biancoblù di fermarsi e di non muoversi in una classifica che testimonia la difficoltà del torneo ma anche la mancanza momentanea di continuità di prestazione degli uomini di Bucchi. Che mercoledì in Bcl potrebbero però già dimostrare di saper essere ancora una volta quelli visti contro Trento.

Due lati

Guardando al risultato di Pistoia, il problema principale sembrerebbe risultare l’attacco. Il 68-63 in favore della squadra sassarese, con l’attacco sassarese che si è fermato lontano dalla sua già bassa media punti stagionale di 77.8, rende chiaro il quadro. Ma la produttività bassa a livello offensivo, va letta insieme alla prestazione nella propria metà campo. Sassari è stata vittima dei suoi alti e bassi dentro una partita in cui non è mai riuscita a stringere le maglie nel momento giusto, così come non è mai riuscita segnare il canestro che avrebbe definitivamente ribaltato l’inerzia pur avendone più volte occasione. Come accaduto nella precedente trasferta di Varese, la Dinamo non ha avuto il colpo di reni e il cinismo, subendo un parziale avversario sia dopo il suo momento migliore del terzo periodo sul 42-40, sia quando toccato il -1 a inizio ultimo periodo sul 54-53. Un frangente, quest’ultimo, in cui si può intravedere la mancanza di reattività mentale, più che fisica. Perché sul meno uno, Cappelletti prima ha concesso un gioco da tre punti facendosi battere sul proprio lato di competenza, poi nell’azione successiva è arrivata la persa di McKinnie per un blocco in movimento. Dettagli che possono decidere una partita equilibrata e che si uniscono all’andamento di una squadra che dopo aver sorpreso nelle ultime due gare giocate per attenzione e aggressività a livello difensivo, con la possibilità di sfruttare lo small-ball forzato dall’assenza di Diop, è invece tornata indietro a causa delle proprie distrazioni, anche a rimbalzo dove sono state undici le carambole offensive concesse agli avversari.

Partenza

Quella di Pistoia è stata una partita ruvida, per dirla come il coach Piero Bucchi al termine della sfida. All’interno dei 40′, qualcosa di positivo si è vista, a partire da un Tyree a volte egoista ma in crescita fino alla reazione di Kruslin e a una zona che ha dato qualche risultato. Sassari però è sembrata un’altra volta partire piano, senza avere tuttavia poi una accelerazione a cavallo tra primo e secondo quarto come accaduto contro Trento. I meriti di Pistoia, soprattutto nell’ultimo periodo, esistono, ma la Dinamo sembra pagare da un lato la pressione di avere urgenza di fare risultati e dall’altra la poca lucidità nelle letture. Qualcosa che si è evidenziato soprattutto nel quarto finale, quando Whittaker è tornato in campo senza interpretare bene il cambio di scelte che l’area riempita dagli aiuti di Pistoia imponeva. Se l’ex Wurzburg avrà il dovere e la chance contro Ludwigsburg di dimostrare che quello di Pistoia sia stato un episodio e che la crescita evidenziata precedentemente non sia stata un fuoco di paglia, dall’altra le problematiche non si possono legare solo alla regia. McKinnie è al momento il giocatore apparentemente meno all’interno del sistema sassarese. Per un giocatore di rotazione in Nba, pur proveniente dalle ultime stagioni in G League dove le richieste erano differenti, era chiaro che il tempo necessario per adattamento alla pallacanestro europea e alle responsabilità sarebbero stati lunghi. Ma il processo sembra ormai durare da troppo tempo. Spetta al giocatore, spesso rincuorato e protetto dal proprio coach che più ne conosce potenzialità, capire che l’annata europea dura meno delle canoniche 82 partite della stagione regolare nella massima lega statunitense o che ogni partita ha effetti differenti rispetto a quelli che seguono le 50 della lega di sviluppo. E che di un suo apporto non meramente in termini di punti, ma soprattutto continuo, la squadra ha estremamente bisogno.

Opportunità

L’equilibrio nel campionato regala tempo a Sassari per risalire la china. Al momento però la squadra sassarese ha fatto meglio solamente di Brindisi e Treviso, squadre ferme ancora a zero punti sul fondo della classifica. Serve un cambio di passo, a partire dalla prossima sfida contro Scafati, che arriverà in Sardegna forte del proprio primato in termini di attacco più prolifico. Che si fa ancora più necessario perché dopo lo scontro con gli uomini di Sacripanti, il calendario presenterà sfide di alto livello fino alla fine del 2023: Milano, Brescia, Reggio Emilia e Venezia, con la sfida contro Brindisi nel mezzo. Il tutto mentre ancora in gioco ci sarà una Bcl in cui Sassari ha la possibilità di reagire immediatamente. Mercoledì 22, al PalaSerradimigni con Ludwigsburg, i biancoblù potrebbero mettere un piede nei play-in. Un’opportunità da non perdere per mettersi nella via giusta per raggiungere uno degli obiettivi prefissati a inizio stagione, e che infortuni e problematiche solo poche settimane fa sembravano rendere impossibile.

Matteo Cardia

 
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