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Chris Dowe e Tommaso Raspino aiutano Filip Kruslin a rialzarsi dopo uno sfondamento subito | Foto Luigi Canu

Fame e temperamento: la Dinamo Sassari si è ripresa il suo posto in Lba

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Voglia, atteggiamento, approccio. Le tre chiavi trovate da coach Piero Bucchi dopo la vittoria della sua Dinamo Sassari per 102-73 contro Varese, sono probabilmente le più adatte per descrivere il successo che al momento vale il quarto posto in campionato, rafforzato da una differenza canestri completamente ribaltata a favore. Non solo perché a scandirle è l’allenatore che ha rivoluzionato attraverso il lavoro psicologico e di gioco la propria squadra, ma anche perché voglia, atteggiamento e approccio sono tre sostantivi trasformatisi in realtà nei 40’ giocati al PalaSerradimigni sabato 19 marzo.

Metà campo
Contro la squadra di Matt Brase, primo attacco del campionato ma anche prima squadra per numero di tiri presi a partita, serviva una grande prova difensiva. Attenzione, capacità di gestire le forze e cattiveria agonistica dovevano per forza di cosa mischiarsi per avere la meglio di una squadra che ha portato il run&gun a un livello ancora superiore rispetto a quanto dimostrato ai tempi di Sacchetti proprio da Sassari. La squadra di Bucchi le ha messe in campo tutte e tre, prendendo forza dalla difesa per attaccare convintamente gli avversari. Soprattutto mettendo palla a terra e arrivando spesso convintamente al ferro, andando così anche più volte in lunetta, sfruttando poi a dovere lo strapotere a rimbalzo mostrato per tutta la gara. Con Stephens prima e soprattutto Diop poi a spazzare via ogni avversario sotto le plance (5 rimbalzi offensivi a testa a fine partita). Ma la chiave della vittoria resta la prova nella propria metà campo, perché al di là di alcune dimenticanze normali nel corso di una partita, i biancoblù hanno lavorato più che bene nelle transizioni difensive e sul lato debole, ma ancor di più nell’uno contro uno. A partire dal contributo di Raspino, ancora in quintetto per l’assenza di Jones, che è stato capace di togliere dalla partita il giocatore fondamentale per lo scacchiere varesino, quel Colbey Ross mai riuscito realmente a mettersi in proprio. Lo sforzo è stato però collettivo, vedasi anche le serate sottotono di Brown, Johnson e Owens. Con tutti i quintetti in grado di mangiare i secondi iniziali delle azioni avversarie allungando la difesa, togliendo così fiducia e fluidità alla formazione di Brase, che al termine della gara nella casella delle palle perse ha trovato il numero 20.

Solidità
Dalla difesa poi Sassari ha potuto correre il campo nella maniera più naturale possibile, lasciandosi spingere da un pubblico elettrizzato specialmente in un terzo quarto che ha distrutto definitivamente i sogni degli avversari. Tanto da non far accorgere quasi nessuno della serata non perfetta dall’arco, con i biancoblù capaci di arrivare a quota 83 dopo 30’ con appena 7 triple segnate sulle 20 tentate. Ma anche che nei dodici a referto mancassero due uomini del quintetto come Jones e Robinson. Le consapevolezze costruite durante gli ultimi due mesi hanno fatto sì che la Dinamo anziché sciogliersi davanti alle difficoltà cominciasse a esaltarsi. Si sa che vincere aiuta a vincere, ma ogni vittoria è anche diversa. Se con Venezia i biancoblù avevano dimostrato di poter cambiare spartito offensivamente e con Scafati avevano dato l’impressione di poter vincere le partite per certi versi sporche, contro Varese la squadra di Bucchi ha dimostrato di non aver perso l’appetito. Una fame che sarà fondamentale mantenere in vista del successivo esame, con un calendario che sembra ulteriormente salire di livello settimana dopo settimana. Perché dopo la partita con i lombardi arriva Tortona, capace di perdere appena sei volte in stagione e battere Trento nonostante una partenza complessa. Sassari all’andata trovò in Piemonte il primo successo lontano da casa, al ritorno avrà invece dietro un PalaSerradimigni che dopo i difficili mesi iniziali è tornato a essere il cuore pulsante della squadra, capace di dettare ritmi e strappi. Qualcosa di vitale per una Dinamo Sassari che ormai è tornata definitivamente una solida realtà della Lba.

Matteo Cardia

 

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