Un mese e cinque giorni. Questo lo spazio tra una sosta e l’altra, il tempo per vedere un Cagliari diverso anche nel modo di vivere un pomeriggio di allenamento ma anche di festa. A Carbonia i rossoblù sapevano di vivere un momento complesso, qualcosa che il campo faceva capire. A Nuoro l’aria e la testa sono sembrate diverse, segno di una squadra più serena nonostante la consapevolezza che la strada verso la salvezza sia ancora molto lunga.
Leggerezza
Il primo indizio è il numero dei gol, nove. È chiaro che la differenza di categoria con una Nuorese volenterosa si è percepita, ma i rossoblù sono sembrati più leggeri mentalmente, qualcosa che ha contraddistinto la fase offensiva ma non solo. Meno errori, un linguaggio del corpo che non esprimeva nervosismi eccessivi nel momento dello sbaglio del compagno, qualche giocata rischiata in più. Tutto fino al fischio finale, quando il tabellino si è fermato sul 9-0 grazie al gol di Viola, con il Cagliari non è sembrato appagato ma ha provato a dare segnali al proprio tecnico e a un pubblico accorso numeroso al Frogheri, a testimonianza di quanto Nuoro abbia fame di calcio così come dimostrato nel passato, ma anche in un presente in cui il club con l’aiuto della città ha saputo reagire a momenti difficili.
Esperimenti
Nessuno stravolgimento a livello tattico, ma qualche tentativo di mischiare le carte per dare una chance a chi gioca meno c’è stata. Rispetto all’impegno di Carbonia Ranieri ha avuto qualche scelta in più e le forzature tattiche sono così state minori. Nel primo tempo l’assetto più offensivo, con Desogus e Pereiro in campo larghi sugli esterni e il tandem offensivo Pavoletti-Petagna. Nella seconda frazione, invece, i cambi hanno portato al 4-2-3-1 già visto a Torino, con Petagna prima punta e il trio Jankto, Viola, Pereiro a sostegno dell’ex Spal. Un modulo che ha fatto vedere movimenti più naturali nelle tempistiche di inserimento e di occupazione degli spazi e che ha aiutato il Cagliari a premere sull’acceleratore, grazie soprattutto al buon impatto dell’ormai solito Viola e di Jankto, autore di una tripletta e apparso particolarmente deciso sotto porta oltre che preciso dal dischetto.
Singoli
Il numero 10 e il giocatore ceco sono stati i due giocatori ad andare più volte a segno nel pomeriggio nuorese insieme a un Pavoletti che ha convertito i palloni giocabili nelle due reti che hanno aperto il match. L’attaccante livornese ha giocato più da prima punta rispetto a un Petagna che nel corso di tutti i 90′ ha potuto così svolgere diversi compiti offensivi, avendo compiti più da spalla che da rifinitore nella prima parte di gara. Petagna che ha cercato con insistenza un gol che finora gli manca, confermando però di avere una forma fisica migliore rispetto agli inizi. Solo il gol è invece mancato a un Gaston Pereiro che però ha fornito tutti e tre gli assist delle realizzazioni avvenute nel primo tempo. Con l’uruguaiano che ha provato anche a dare una mano più concreta in fase di non possesso, dando un segnale positivo a un Ranieri che invece potrebbe volere di più da un Desogus che nonostante il gol si è visto solo a sprazzi. Pochi i patemi d’animo in difesa, con Azzi che ha potuto più volte liberare la propria corsa e che nonostante qualche imprecisione ha dimostrato buona gamba quando spostato sull’out di destra. Pomeriggio ancora più tranquillo per Dossena e Goldaniga, che nella prima frazione hanno potuto aumentare ulteriormente il livello della propria complicità. Mentre in mediana per Sulemana qualche errore dettato dall’irruenza è arrivato, anche se con il passare dei minuti il ghanese è riuscito a cadere meno in errore.
Sorrisi, calore del pubblico e segnali positivi. Il Cagliari torna da Nuoro con ancora più di una settimana di lavoro davanti, ma con una testa più sgombra da ansie e più di un motivo per riempirla di ulteriore determinazione verso la gara con il Monza. Con Ranieri che punta ancora una volta a fare della pausa nazionali un momento da sfruttare e non un frangente a cui guardare con sospetto.
Matteo Cardia