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La Moviola di Roma-Cagliari: gara corretta, ma Piccinini e il VAR sbagliano alla fine

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Partita sostanzialmente corretta quella tra Roma e Cagliari andata in scena ieri 16 marzo all’Olimpico e valida per il ventinovesimo turno di Serie A. Punteggio finale di 1-0 per i padroni di casa e prestazione accettabile del fischietto designato per l’incontro, Marco Piccinini della sezione di Forlì. Diverso invece il discorso per quel che riguarda l’apporto del VAR e dell’AVAR, rispettivamente Ivano Pezzuto di Lecce e Rosario Abisso di Palermo, con un episodio nel recupero finale che lascia più di qualche dubbio e con il mancato intervento dalla sala di Lissone difficile da giustificare.

Giallo in coda
Prima frazione dalla bassa intensità, pochi duelli e vita facile per il fischietto classe ’83 che deve intervenire soltanto in tre situazioni facilmente gestibili. La prima al 26′ quando arriva il cartellino giallo per Viola, reo di aver ritardato la rimessa in gioco di Angeliño disturbandolo e tentando di trattenere il pallone. Sanzione corretta per quanto sia ingenuo il gesto del dieci rossoblù, così come è da manuale la seconda ammonizione per il Cagliari al 40′ quando Obert viene punito per un fallo su Mancini. Lo slovacco perde il duello sulla fascia in zona difensiva, spinge con due mani il capitano dei giallorossi ed evita una potenziale occasione d’attacco per la Roma. Giallo da SPA ineccepibile. Infine il primo tempo si chiude con una protesta blanda di Soulé, con l’argentino che lamenta una trattenuta di Deiola poco prima di entrare nel lato corto dell’area di rigore e Piccinini che lascia correre. Decisione giusta del direttore di gara, con il numero 14 rossoblù che sì tira per il braccio poco prima dei sedici metri l’attaccante della Roma, ma è poi Soulé a tirare a sé Deiola per poi lasciarsi andare non appena messo piede in area. La ripresa prosegue sulla linea della correttezza e di decisioni per nulla complicate da prendere per l’arbitro romagnolo, anche se rispetto alla prima frazione non mancano alcuni errori (non contando il “giallo” nel finale). Al 56′, ad esempio, manca l’ammonizione per Adopo che commette un fallo su Saelemaekers, volontario e soprattutto a fermare una potenziale azione pericolosa della Roma. Così come al 76′ ci starebbe il giallo per Paredes che colpisce con il più classico dei pestoni Piccoli. In mezzo la rete dei padroni di casa che arriva da un angolo calciato da Paredes e deviato da Deiola, con Dovbyk che ha gioco facile nel battere Caprile. Nessun fuorigioco dell’attaccante ucraino, situazione che sarebbe stata identica qualora Prati fosse stato più “avanti”. Sul corner dell’argentino, infatti, non c’è nessun tocco di un compagno e la palla arriva a Dovbyk direttamente dopo il tocco di Deiola e, come da regolamento, anche se l’attaccante fosse stato oltre il penultimo difendente non sarebbe stato in posizione irregolare non essendo previsto fuorigioco su passaggio diretto da calcio d’angolo e con la deviazione del giocatore del Cagliari ininfluente. All’81’ timide proteste di Shomurodov per un possibile tocco con il braccio di Mina, ma sul cross dell’ex di giornata il difensore colombiano devia prima con il tallone e poi, con l’arto in posizione congrua, la palla colpisce il gomito per poi finire in calcio d’angolo. Corretta la decisione di non concedere il rigore ai padroni di casa. Piccinini concede 6 minuti di recupero (pochi viste le sostituzioni e gli infortuni di Dybala e Rensch) che diventano 8 per le interruzioni durante il tempo extra. Tra le quali l’episodio più importante del pomeriggio, ossia la richiesta di un rigore da parte dei rossoblù per una manata di Ndicka ai danni di Mina dentro l’area della Roma. Con l’azione sulla destra d’attacco del Cagliari, all’interno dei sedici metri il colombiano lotta per la posizione prima con Mancini poi con il difensore francese, mentre Piccinini inizialmente osserva la situazione prima di spostare l’attenzione sulla zona della palla. Errore del direttore di gara, con l’assistente che avrebbe potuto seguire lo svolgimento del possesso mentre il fischietto di Forlì avrebbe dovuto continuare a guardare la lotta dentro l’area che, evidentemente, era destinata a diventare un episodio da valutare. Prima ancora che parta il cross di Zortea c’è la caduta di Mina in area causata da una evidente spinta a due mani di Ndicka all’altezza del collo e del volto, senza che Piccinini sia in controllo. Difficile capire il mancato intervento del VAR e dell’AVAR (Pezzuto e Abisso), perché seppur per protocollo l’intensità di una spinta deve essere lasciata alla decisione del campo, allo stesso tempo è evidente che Piccinini non abbia visto quanto accaduto e che si possa considerare la situazione come un chiaro ed evidente errore dell’arbitro.

Matteo Zizola

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