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L’Analisi | Olbia salvezza a un passo, Uri dal passato l’arma per ritornare più forte

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Si chiude la penultima giornata della stagione regolare per le squadre sarde impegnate nel girone G della Serie D. Il Latte Dolce vince in rimonta lo scontro diretto contro l’Atletico Lodigiani e ottiene tre punti pesanti in chiave salvezza. Turno positivo anche per l’Ilvamaddalena che vince per 2-0 l’impegnativa sfida contro la Paganese facendo un grande balzo in classifica. Termina 1-0, invece, la sfida tra Gelbison e Costa Orientale Sarda con i gialloblù, costretti a fare punti nell’ultimo turno per giocarsi ai playout la permanenza in categoria. Sconfitta pesante anche per l’Atletico Uri nell’ultimo derby isolano della stagione contro l’Olbia che, al Ninetto Martinez, passa con un netto 1-2 condannando i giallorossi alla retrocessione in Eccellenza con una giornata d’anticipo.

Olbia
Una vittoria pesante, fondamentale e dal grande valore quella conquistata dall’Olbia di Zé Maria sul campo dell’Atletico Uri. Un successo che condanna i cugini giallorossi alla retrocessione matematica, ma che allo stesso tempo permette ai bianchi di mettere in cassaforte la salvezza, con l’ultima mandata per conservare la Serie D da dare in occasione del prossimo turno di campionato contro la Gelbison. Con i campani reduci dal successo di misura (1-0) sul proprio campo contro il Costa Orientale Sarda e con la matematica del secondo posto in tasca. Un’Olbia che ha mandato segnali di crescita su diversi aspetti, che ha proposto il proprio gioco contro una squadra che, nonostante i recenti risultati, ha reso quasi sempre la vita difficile alle avversarie vendendo cara la pelle. “Tre punti di carattere in cui abbiamo dimostrato nervi d’acciaio”, così il tecnico dei galluresi ha definito la vittoria contro l’Atletico Uri, in una gara tutt’altro che semplice tra posta in palio e condizioni climatiche non ottimali tra vento e forte pioggia. Cinismo, ma allo stesso tempo capacità nel chiudere la gara che, a differenza di quanto visto nella precedente sfida di campionato contro la Sarnese, questa volta Ragatzu e compagni sono stati abili nel mettere in campo. Tutte note positive che hanno permesso ai bianchi di compiere un importante passo verso la salvezza con ancora un punto da conquistare per avere la matematica certezza della Serie D senza doversi preoccupare dei risultati dagli altri campi. Un’ultima giornata prima della fine della stagione regolare ancora tutta da giocare con l’obiettivo di conservare la categoria passando dalla porta principale dopo un’annata difficile da cui imparare tanto. (a.o.)

Latte Dolce
Tre punti dal grande peso quelli conquistati dal Latte Dolce di Michele Fini, una vittoria arrivata in rimonta in uno scontro diretto dall’altissimo peso specifico. Il 2-1 del Campo Principale contro l’Atletico Lodigiani è un successo ottenuto con il cuore e con la grinta, che porta la firma di Loru e Corcione, ma con il merito dell’intera squadra che mai ha mollato durante il match. Un risultato non scontato contro un’avversaria reduce dalla pesante vittoria per 2-1 contro la Gelbison che ha spento i sogni di primato della formazione campana. Uno scoglio importante da superare prima di un’ulteriore prova di livello da affrontare sul campo della Paganese nell’ultimo turno della stagione regolare. Cabeccia e compagni arrivano però nel migliore dei modi alla sfida in terra campana contro gli azzurrostellati, sono consapevoli dei propri mezzi e rinvigoriti moralmente dalla cura Michele Fini. Con il tecnico di Sorso che ha avuto il grande merito di dare serenità a un ambiente che stava vacillando prima del suo arrivo, con il filotto di sconfitte consecutive che aveva minato certezze e convinzioni. Un lavoro non di poco conto che lancia il Latte Dolce all’ultimo atto del campionato, una gara in cui andare oltre i limiti e i fantasmi di un’intera annata per conquistare una salvezza diretta meritata sia per il tipo di annata disputata, sia per il valore della rosa. Al momento la classifica vede i sassaresi all’11° posto in classifica a quota 40 punti, distanti due lunghezze da Real Monterotondo e Ilvamaddalena rispettivamente 13° e 12^. Un fine settimana che si prospetta rovente in cui concentrarsi sul proprio percorso per portare a casa il massimo risultato possibile, ovvero la salvezza, senza preoccuparsi di ciò che accade negli altri campi. Tutto è ancora aperto e da giocare per un Latte Dolce che ha dimostrato di poter battere grandi rivali di fronte alle proprie mura e che lontano da casa, nel momento più delicato dell’annata, andrà a giocarsi una salvezza diretta che varrebbe oro. (a.o.)

Ilvamaddalena
“Non è finita. Non è finita”. Con le dovute proporzioni può ricordare il “Vamos carajo” di Bielsa al Newell’s, Sandro Acciaro si rivolge alla tribuna festante dello Zichina lanciando il mantra che bisognerà tenere bene a mente per tutta la settimana: non è ancora finita. Snocciolare i numeri del percorso dei maddalenini nell’ultimo terzo di stagione sta diventando un esercizio di pura estasi: undici partite e 20 punti per Acciaro dal 9 febbraio ad oggi, che fanno ancora più impressione considerando che nelle precedenti ventidue partite (il doppio) erano appena 18. Un cambio di passo esaltante, cesellato dal successo per 2-0 sulla Paganese in corsa playoff, ma ancora non basta per festeggiare il traguardo e allora tutto verrà deciso negli ultimi 90 minuti sul campo del Trastevere. Con quale spirito è facile intuirlo: il morale è alle stelle e tutto il gruppo squadra e dirigenza ha gli occhi della tigre che vede la preda a portata. Lo spunto che offre la domenica, semmai, è un altro: l’Ilva esce dalla sfida con la Paganese con la certezza che tutta la rosa è sul pezzo. Menzione d’obbligo per i tre under schierati dal primo minuto: Mauro Ribeiro, Ruben Bello e Simone Di Marco, che hanno giocato con piglio da veterani nonostante siano spesso in seconda fascia nelle rotazioni. Eppure quando sono stati chiamati, in una partita dove poteva essere naturale non avere certezze, hanno dato un quid in più che ha permesso ai “soliti noti” di rifinire. O meglio, di cementare vista la caparbietà con cui tutti gli effettivi hanno protetto la propria porta mentre i campani attaccavano a testa bassa. Riduttivo parlare solo del terzetto difensivo Manis-Bonu-Di Pietro o del centrocampo fosforo e polmoni Dominguez-Izzillo-Attili, perché sarebbe fare un torto agli spunti di Alvarez o alle spallate di sacrificio di Okitokandjo, che ha timbrato il raddoppio con una fuga in campo aperto in stile Bud Spencer, per non parlare dell’impatto avuto dai subentrati, immediatamente calati con l’elmetto e pronti al tackle in più per il bene comune. Insomma: l’Ilva c’è, e in vista dell’ultimo sforzo non poteva esserci notizia migliore. (c.i.)

Costa Orientale Sarda
Sconfitta a testa altissima per la Costa Orientale Sarda, che al “Valentino Giordano” di Castelnuovo Cilento si arrende solamente nel finale alla Gelbison seconda della classe. E pensare che la formazione di mister Loi, nonostante la pressione dei cilentani nei primi minuti di gioco, seppure non abbia destato preoccupazione ai gialloblù, era riuscita a sfiorare il vantaggio con Romano, che in torsione aveva colpito il palo con l’estremo difensore di casa battuto. I sarrabesi-ogliastrini sono riusciti a larghi tratti a imbrigliare la manovra della formazione di mister Giampà, che solamente nel finale è riuscita a trovare la rete del successo con un guizzo di Golfo, a seguito di una mischia in area. La Cos ha dato segnali di continuità in termini di prestazione, ha messo in campo le proprie idee nonostante il blasone dell’avversario di giornata. Un ko da metabolizzare per ripartire al meglio in vista dell’ultima tappa della stagione regolare con l’obiettivo minimo di conquistare un punto per avere la matematica di affrontare i playout per conservare la categoria. Un match che tra pressioni e avversario non sarà di certo dei più semplici perché se da una parte i ragazzi di mister Loi dovranno fare il massimo per continuare a sperare nella salvezza, a Tertenia arriva la Sarnese che da terza della classe farà tappa in Sardegna per mettere in cassaforte il fattore campo in vista del primo turno playout. Un ultima giornata del campionato con tutti gli scenari aperti per il Costa Orientale Sarda che dopo essersi tirata fuori dalle acque fangose della penultima posizione, ora deve continuare a nuotare per centrare l’obiettivo finale. (e.s.)

Atletico Uri
È tanto il dispiacere al triplice fischio del derby contro l’Olbia, lo si legge nel volto dei giocatori, di mister Massimiliano Paba e del suo staff, ma anche in quello dei tifosi presenti sulle tribune. Dopo quattro bellissimi anni l’avventura in Serie D dell’Atletico Uri giunge a dei titoli di coda che, nonostante tutto, arrivano tra gli applausi di un Ninetto Martinez pronto a consolare la propria squadra. Un’immagine che nel dolore generale della retrocessione è di quelle che scaldano il cuore, di quelle che dimostrano il valore della piazza e dell’amore incondizionato che il popolo giallorosso ha dimostrato verso i propri giocatori. Una stagione che si racchiude e si può sintetizzare nei 90 minuti più recupero giocati nel match contro l’Olbia: una squadra che lotta, produce gioco, crea occasioni, ma per questione di centimetri non riesce a trovare la gioia del gol. Una rete arrivata verso il finale con Pisano, complice anche l’errore di Ascioti, e una squadra che fino al triplice fischio ha combattuto per risollevare un’annata sfortunata. Però il “dio del calcio” evidentemente ha altri piani per l’Atletico Uri che dal prossimo anno ripartirà dall’Eccellenza: con il suo condottiero Massimiliano Paba. Che proprio dalla massima serie regionale aveva guidato i giallorossi in Serie D e che, in questi anni, è stato il pilastro centrale del club. “Non è tempo di piangere”, così il patron Gavino Satta ha commentato a caldo il verdetto dell’annata, ed è un’analisi lucida e giusta da fare per il futuro. Questo è il tempo di ricordare le emozioni vissute durante questi anni, delle grandi imprese in pieno stile Atletico Uri, quando il favore del pronostico veniva ribaltato sul campo. Dei grandissimi attestati di stima per quanto piazza, dirigenza e giocatori, hanno regalato alla Serie D sia sul terreno di gioco che sugli spalti. Dalla Brigata Spinosa presente sempre e in qualsiasi condizione, nonostante condizioni climatiche avverse o gare a porte chiuse (in trasferta o in casa) passate fuori dagli impianti, ma con la voce sempre forte per supportare la squadra. A una società sempre pronta a dimostrare il calore della Sardegna a chi, di giornata in giornata, faceva tappa a Uri. Ora non è il momento di piangere, è tempo di ricordare quanto di bello si è vissuto, ma soprattutto cosa è stato fatto, per fare della storia un manuale d’uso per ritornare in Serie D più forti di prima. (a.o.)

Andrea Olmeo

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