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Milano torna a Sassari: la rinascita della Dinamo dal -44 a gara 3

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Consapevolezza, gruppo e spinta del pubblico. Il fil rouge che lega questi tre fattori tra loro è quello della rinascita della Dinamo Sassari in questo finale di stagione. L’Olimpia Milano, giovedì 1° giugno, tornerà al PalaSerradimigni a distanza di 179 giorni da quel 63-92 che, oltre a mettere in mostra tutto lo strapotere delle Scarpette Rosse, aveva accentuato le difficoltà che i biancoblù stavano incontrando sul proprio cammino. Una sconfitta sontuosa che è diventata acqua passata e nel girone di ritorno, quella squadra decimata dagli infortuni e a caccia di certezze, si è trasformata in una vera e propria mina vagante della LBA.

Cambio di rotta

Una sconfitta pesante, anzi pesantissima, quella che la Dinamo Sassari aveva rimediato nel 9° turno della LBA quel lontano 4 dicembre. “Sembra passata una vita” ha detto coach Bucchi nella conferenza stampa alla vigilia della sfida contro l’Olimpia Milano in programma domani primo giugno alle ore 21.00 al PalaSerradimigni. Una sfida che aveva messo in luce tutti i difetti di un Banco che con Dowe rientrato dall’infortunio proprio in quella partita e uno Stephens arrivato da poco più di una settimana in Sardegna, era ancora alla ricerca della propria identità. Una sconfitta che aveva fatto malissimo ai sassaresi, soprattutto nell’orgoglio, tanto da spingere il presidente Stefano Sardara a esporsi pubblicamente attraverso un post: “Dopo una prestazione come quella di ieri possiamo solo stare zitti, andare in palestra e lavorare duramente per tornare a essere la squadra che i tifosi meritano“. Un segnale importante quello che il numero 1 biancoblù aveva voluto mandare all’ambiente ma in particolare ai suoi giocatori che, da quella sfida, dopo una piccola fase di assestamento dovuta ai cambiamenti del roster, hanno iniziato a viaggiare fino ad arrivare in semifinale playoff. Da quel momento, nella regular season, i biancoblù hanno realizzato una score di 14 vittorie in 21 partite. Il tutto condito dalla serie di 7 risultati utili consecutivi che hanno dato al Banco la consapevolezza giusta per poter conquistare il quinto posto, spazzando via tutte le critiche che aleggiavano attorno alla squadra.

Singoli

“Rispetto alla gara qui a Sassari contro Milano sembriamo un’altra squadra, abbiamo cambiato tanto e sono stati bravissimi i miei ragazzi. Hanno capito dove dovevamo andare, tutto il sacrificio fatto in palestra con dedizione ha ripagato”. Un passo in avanti, come detto da coach Bucchi questa mattina (31 maggio) in conferenza stampa, soprattutto nella mentalità. Un susseguirsi di miglioramenti che hanno portato alla crescita esponenziale e di rendimento di tanti componenti del gruppo. A partire da Ousmane Diop che, a suon di rimbalzi, lotta sotto i tabelloni e canestri, è diventato uno tra i protagonisti di questo finale di stagione in salsa biancoblù tanto da meritarsi il premio di Most Improved Player della LBA. Tra gli altri fattori che hanno determinato la ripartenza dei sassaresi c’è sicuramente il ritorno a pieno regime di Chris Dowe che ha permesso a coach Bucchi di plasmare la sua Dinamo dandole un volto nuovo. Senza tralasciare anche il maggior impatto offensivo di Kruslin che, nel momento di rinascita del Banco, si è dimostrato non solo un abile difensore ma soprattutto un autentico cecchino dai 6,75. Una mentalità nuova che ha permesso ai biancoblù di trovare la forza nonostante i vari intoppi, come i problemi fisici di Gentile e Jones, durante la seconda metà del campionato. Il tecnico dei sassaresi ha sempre creduto nella totalità della sua squadra, a partire da Chessa e terminando con Raspino. Elementi che quando sono stati chiamati in causa dal proprio coach si sono sempre fatti trovare pronti. Ora però la Dinamo è chiamata a un altro step di crescita per riuscire a compiere di fronte al proprio pubblico l’impresa sfiorata al Mediolanum Forum, ovvero gestire con una maggiore maturità i picchi emotivi all’interno dei 40′ con l’obiettivo di allungare la serie e tentare un colpaccio in gara 4 che avrebbe dell’incredibile.

Andrea Olmeo

 

 
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