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Cagliari, la classifica frena il progetto giovani

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Un mix con un occhio di riguardo verso l’ingrediente giovane del cocktail. Un progetto che è via via andato a perdersi, perché con i risultati che mancano è l’esperienza a servire più che la freschezza.

Cambio di rotta –Ad inizio stagione ci siamo prefissi di cominciare un percorso basato sui giovani“. Il direttore sportivo rossoblù Pierluigi Carta parlava così prima della gara contro la Juventus del 21 novembre scorso. Il passato con Maran alla guida e un’età media elevata sembravano alle spalle, il Cagliari di Di Francesco viaggiava fino a quel momento dai 25,3 – contro l’Atalanta – ai 26 anni di media – contro la Lazio – negli undici di partenza in campionato. I giovani sembravano reggere l’impatto con la massima serie, chi l’aveva solo assaggiata aveva fino ad allora dimostrato di poter essere elemento portante della squadra rossoblù. Prima della partita contro la Fiorentina Di Francesco soltanto in tre occasioni aveva scollinato i 26 anni di media con la formazione titolare, la sfida precedente contro il Benevento di Inzaghi ha rappresentato l’ultima prima della svolta generazionale.

Walu, ma non solo – Il mercato di gennaio saluta fin da subito l’arrivo di Radja Nainggolan e con lui l’immediato innalzamento dell’età media della squadra. La trasferta di Firenze vede nell’undici di partenza Fabio Pisacane, assieme al Ninja e a Godín uno dei tre over 30 messi in campo da Di Francesco al Franchi. Per la prima volta in stagione l’età media della formazione titolare supera i 27 anni – 27,5 per la precisione – e da quel momento il tecnico rossoblù non tornerà più indietro, anzi, la media si alzerà partita dopo partita. D’altronde quando il gioco si fa duro i giovani possono patire più dei meno giovani la tensione, Di Francesco si affida così all’usato sicuro e mette via via da parte – anche per questioni tattiche – la batteria degli under che avevano giocato abbondantemente fino a quel momento. Zappa resta l’unico superstite, Walukiewicz e Sottil finiscono indietro nelle gerarchie, i rincalzi fanno le valigie o comunque vedono sempre meno il campo. Partono Pinna e Caligara in direzione Ascoli, Oliva – anche se non giovanissimo – vola verso Valencia, Tripaldelli resta quasi sempre ai margini, Tramoni gioca in Coppa Italia, Ounas lascia la Sardegna per accasarsi a Crotone, Carboni vede arrivare anche Rugani al centro della difesa e con lui scemano le speranze di trovare spazio da qui alla fine della stagione.

Il ritorno del capitano – Il simbolo di questa sterzata anagrafica può essere considerato Luca Ceppitelli. L’ex capitano da essere elemento in bilico passa a titolare al fianco di Godín, tre gare di fila nell’undici iniziale al posto di Walukiewicz e un rinnovo contrattuale pronto per essere firmato. L’età media della squadra titolare cresce, contro il Milan il dato dice 27,9, contro il Genoa 27,8 e infine contro il Sassuolo 27,6, ben lontani dai 24,5 registrati come minimo assoluto nella trasferta di Verona. Walukiewicz diventa l’altra faccia della medaglia di Ceppitelli, dentro l’esperienza e fuori il classe 2000 del quale fino a poche settimane prima sembrava non si potesse fare a meno, con sirene di mercato e valutazioni elevate a mettere nel mirino una futura plusvalenza importante. Il cambio tattico mette ai margini anche Riccardo Sottil, il mercato porta altra esperienza con i nomi di Duncan (classe ’93), Asamoah (’88) e Rugani (’94), senza dimenticare Calabresi che però rientra nei giocatori a metà tra il gruppo dei giovani e quello dei meno giovani.

“Pensiamo che a lungo termine questa filosofia possa portare buoni frutti” diceva Pierluigi Carta non più di tre mesi or sono, “i giovani possono dare gioie e dolori, bisogna aspettare il loro percorso di crescita”. Un percorso e un’attesa che al momento non sono stati confermati dalla stessa società e a ruota dall’allenatore, il lungo termine è rimandato sull’altare, legittimo, di una permanenza in Serie A fondamentale. Per portare avanti il progetto dei giovani serve tranquillità, pur se anche in questo caso la parola progetto, alla prova dei fatti visti fin qui, si è rivelata nuovamente vuota.

Matteo Zizola

 
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