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Esultanza dopo un gol della COS | Foto COS

Serie D | La Cos batte un colpo, frenata Uri. Pari diversi per Ilva e Arzachena

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Un nuovo turno di campionato sotto il cielo della Serie D è andato agli archivi e, come ogni lunedì, arriva puntuale un nuovo appuntamento con la nostra rubrica settimanale dedicata alle quattro formazioni sarde impegnate nel girone G della LND ovvero Arzachena, Ilvamaddalena, Costa Orientale Sarda e Atletico Uri.

Arzachena

Un punto che vale oro. Sembra un ossimoro nel calcio moderno ma è quello che l’Arzachena di Marco Nappi è riuscito a portare in Gallura grazie all’importante 1-1  – con un ottimo sprint finale – in casa di un ostico Tivoli. Un punto conquistato con carattere ma soprattutto con la qualità dei suoi interpreti offensivi. Il pareggio last-minute da parte degli smeraldini è frutto dell’assist di un giocatore ritrovato come Antonio Loi e nel gol di una scelta precisa della società in sede di mercato invernale come Gibilterra. Questo punto è un altro passo in avanti significativo, è la conferma che la squadra sta viaggiando a ritmi importanti in questo inizio di 2023. Numeri alla mano, infatti, l’Arzachena è seconda per rendimento nelle ultime 5 partite con 10 punti – insieme a Lupa Frascati e Casertana  – uno in meno del redivivo Nola, dato quasi per spacciato ad un certo punto della competizione e che si ritrova un po’ a sorpresa primo in questo lasso temporale a quota 11. L’obiettivo, per la ciurma di Nappi, è oramai acclarato da diverso tempo e si chiama playoff promozione. Il pari di Tivoli rende ancora possibile l’aggancio alle posizioni nobili della classifica. Il distacco è davvero minimo, di soli 3 punti. Il prossimo turno metterà di fronte gli smeraldini alla Vis Artena, che naviga nelle tranquille acque della metà classifica del girone G della Serie D. All’Arzachena servono punti, che con il passare delle partite pesano sempre di più ma i playoff sono davvero a portata di tiro.

 

Ilvamaddalena

Serviva un segnale chiaro e forte, una scossa emotiva univoca da parte di tutto il gruppo ma alla fine a dominare sono state la paura e la confusione, di fronte a una situazione che, specie nelle ultime settimane, si è fatta sempre più complicata. L’Ilvamaddalena di Aldo Gardini aveva l’opportunità di uscire da questo tunnel infernale ma l’ha gettata al vento facendosi dominare dai pensieri negativi di una classifica che, al momento, recita quintultimo posto, ovvero gli insidiosi e temibili spareggi playout. I maddalenini, nel match pareggiato 0-0 contro l’Aprilia di Marco Mariotti (sostituito in panchina dal vice Gabriele Passerini), hanno pensato più alla classica tattica del “non prenderle” piuttosto che cercare di andare ad attaccare un avversario certamente concreto e pragmatico in un delicatissimo quanto assai importante scontro diretto salvezza. Tanta paura, molta confusione, idee pressoché poche e per giunta non efficaci. La squadra di Gardini si è accesa solamente nel finale, sperando nel miracolo con le iniziative individuali di Cacheiro, tra le poche note positive, insieme al centrale Contucci (che ha annullato per tutto l’arco dell’incontro un cliente molto scomodo come Ador Gjuci), di un Ilva irriconoscibile rispetto all’inizio di campionato. E a dirla tutta per gli isolani ha giocato un fattore importante anche la sfortuna. Il palo colpito su punizione dallo stesso numero 7 argentino grida ancora vendetta e poteva trasformare un pomeriggio anonimo e privo di emozioni nel tanto agognato desiderio di rivalsa. Ora per l’Ilvamaddalena, sebbene regni l’equilibrio in zona retrocessione, con 9 squadre in appena 3 punti (che vanno dal tandem Portici-Aprilia a 29 punti a quello formato da Angri e Pomezia a quota 25), il calendario non sorride di certo. Difatti nel prossimo turno, la formazione di Gardini affronterà forse il peggior avversario possibile in un momento così complesso, vale a dire la Paganese, in vetta a pari merito con il Sorrento nel girone G della Serie D. Nulla è perduto, visto il citato equilibrio in classifica, ma da parte dell’Ilvamaddalena serve dare un messaggio forte e, in tal senso, centrare un’impresa contro una delle top del campionato ridarebbe entusiasmo e nuovi stimoli.

Costa Orientale Sarda

Basta poco nel calcio a volte per cambiare una partita. Un episodio, una rete non subita e poi fatta per rispettare la classica legge, un ingresso dalla panchina. A volte però per quel «poco» il processo è più lungo e può partire dal momento in cui si rientra negli spogliatoi, con ultimo posto in classifica che ti rimbomba dentro la testa. È successo alla Cos di Francesco Loi, tornata alla vittoria sul proprio campo di Tertenia battendo 2-1 l’Angri. Tre punti pesanti per una lotta salvezza che resterà aperta sino al termine ma che consentono di guardare il girone G di Serie D da una prospettiva leggermente diversa. Si era messa male per i gialloblù guidati ancora da Antonio Carta in panchina. Il gol subito dopo due minuti da Barone ha messo in salita un match in cui il nervosismo a poco a poco è diventato palese, anche nel gioco, con la Cos che su azione dalla trequarti in su ha fatto troppa, tanta fatica a creare. L’espulsione di Manca sembrava essere una condanna definitiva. Negli spogliatoi però qualcosa è cambiato, come detto da Andrea Demontis nel post-partita. Una squadra più lucida, unita e soprattutto capace di sfruttare la propria arma migliore: la qualità. L’ ingresso del 2003 Cossu ha fatto il resto, con la Cos che ha avuto più brio e coraggio sugli esterni. Da una combinazione Laconi-Cossu è nato il primo gol di Mancosu, poi tre minuti dopo è stato il capitano a premiare l’inserimento sulla sinistra di Balbo. Un uno-due che ha spezzato le gambe dell’Angri incapace di andare oltre il muro creato dai gialloblù nei minuti finali. Ora la classifica fa meno paura ma il tragitto resta in pendenza per i sarrabesi-ogliastrini. Tornati al gol dopo tre sconfitte consecutive senza segnare e a vincere dopo più di un mese. Serve continuità, quella parola magica piena di significato a cui tutti aspirano. Per trovarla serviranno sacrificio e lucidità, qualcosa che la Cos ha dimostrato di poter scovare (Matteo Cardia).

 

Atletico Uri

Si è fermata a Cassino la corsa dell’Atletico Uri. Il 2023 da sogno dei giallorossi si è interrotto per mano di Gallo, autore della rete arrivata all’alba della ripresa che ha condannato alla prima sconfitta dell’anno solare la squadra di Paba. Una vera e propria partita a scacchi quella giocata ai piedi dell’Abbazia, in cui le due squadre si sono affrontate con moduli speculari che non lasciavano spazi e occasioni. Alla fine, come spesso succede, a decidere è un calcio piazzato con la deviazione decisiva di Gallo sul corner battuto da Cavaliere. Da lì in poi la partita si è fatta ancora più difficile per i giallorossi che non sono riusciti ad acciuffare gli avversari, in una partita spezzettata in cui era impossibile prendere ritmo. Nemmeno i cambi (tra cui quello ultra offensivo tra Piga e Samb) sono serviti ai ragazzi di Paba che tornano però nell’Isola con la consapevolezza di potersela giocare con tutte le squadre. Si, perché il Salveti è campo storicamente difficile da espugnare (solo l’Arzachena ci è riuscita recentemente) con il Cassino, che ha confermato il tecnico Carcione anche per la prossima stagione, che si conferma squadra ostica e di categoria. Una sconfitta che non inficia il cammino delle ultime partite dei giallorossi che però vedono animarsi sempre più alle proprie spalle la battaglia per uscire dalle zone calde della classifica. Gli uresi rimangono con un punto di vantaggio sul Tivoli che occupa il 13° posto che significherebbe playout. Proprio la squadra laziale sarà la prossima avversaria al Martinez in una partita da non sbagliare, in cui tre punti regalerebbero ai giallorossi non solo un piccolo strappo in classifica ma anche una buona dose di morale (Matteo Porcu).

Fabio Loi

TAG:  Serie D
 

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