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Cagliari, Caprile: “A Como per centrare la salvezza. Mercato? Non mi interessa”

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A pochi giorni dalla sfida contro il Como, in programma sabato 10 maggio alle 15:00 al Sinigaglia, il portiere del Cagliari Elia Caprile, ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Radiolina parlando di diversi temi tra cui il suo impatto in rossoblù, il rapporto con Davide Nicola e sul futuro. Di seguito le sue dichiarazioni.

Sulla finale playoff
“La finale di Bari? Con Pavoletti non ne parlo mai. Abbiamo affrontato il discorso una volta insieme, a lui fa piacere parlarne ma a me no. Il gruppo è stato sempre molto rispettoso di questo. Cosa mi ha spinto a conservare i guanti di quella partita? Ho scelto di non buttarli, ma non so il motivo. È un ricordo brutto, ma è parte della mia vita che mi lega al Bari, città a cui sono molto legato. Prima di andare in ritiro con l’Empoli sono saltati fuori e li ho tenuti con me”.

Sull’impatto avuto a Cagliari
“Non sapevo l’impatto che avrei avuto qui. Ho sempre creduto in quello che faccio, cioè nel lavoro, lo stesso che metto tutti i giorni, anche quando ero a Napoli e non giocavo. Nonostante questo, ho sempre cercato di lavorare bene per farmi trovare pronto. Nella mia testa pensavo che se non avessi giocato con il Napoli lo avrei fatto da qualche altra parte in prestito. Io voglio giocare, voglio essere protagonista e voglio prendermi anche la responsabilità di incidere sulla squadra in maniera positiva. Speriamo il meno possibile, però capita anche di esserlo in maniera negativa, ma è un rischio che ci si deve prendere. Sono andato via da Napoli prendendomi un rischio, ma l’ho affrontato con tanta gioia: ero molto carico, non vedevo l’ora di rimettermi in gioco. Non ho mai dubitato del mio lavoro quotidiano e oggi ne raccolgo i frutti”.

Sulla sfida contro l’Udinese
“Per me divertirsi è una cosa fondamentale a livello personale ed è ciò che mi permette di scendere in campo ogni giorno. Poi so che il mio è un lavoro, ma passo al campo tante ore, se non mi divertissi sarebbe inutile”. Le partite importanti a livello personale? Per me sono soltanto Napoli e Verona. Contro l’Udinese purtroppo non è andata per il verso giusto, però siamo concentrati sul Como nella speranza di concludere tutto già sabato”.

Su Nicola
“Il mister ha spinto tanto per portarmi l’anno scorso a Empoli. Questo è stato uno dei fattori che mi ha permesso di crescere insieme al mister dei portieri Sicignano che attualmente sta a Bologna. Sono sempre rimasto in contatto con il mister e con il suo staff anche nei sei mesi a Napoli. Forse loro speravano non giocassi lì (ride ndr). Io sono molto contento di essere tornato e di essermi messo di nuovo a sua disposizione per portare il Cagliari alla salvezza. Il mister aveva fatto il mio nome già da quest’estate, ma il Napoli era concentrato su altre situazioni e non hanno voluto cedermi”.

Sul periodo a Napoli
“Meret sta facendo una grande stagione come tutto il Napoli d’altronde. Quando ero lì, ho provato a mettere in difficoltà mister Conte che ha fatto le sue scelte. Mi sono messo a disposizione della squadra fino a quando poi ho avuto l’opportunità di venire qua”.

Sulla nazionale
“La nazionale è un sogno, ma per arrivarci serve fare bene a Cagliari. Se mai ci arriverò è perché ho fatto bene qui, lavorando sodo e performando per il Cagliari. Questo per me è chiaro ed è inciso nella pietra, serve fare bene tutti i giorni. Poi, sul futuro a livello di mercato, non lo so perché comunque io finché non raggiungiamo la salvezza, non voglio sapere niente. Prima di fare qualsiasi discorso con me, il Cagliari ha il diritto di riscatto”.

Sull’esordio contro il Milan
“Il primo intervento è stato molto importante. Mentre arrivavo allo stadio avevo la sensazione di volermi divertire. Volevo solo divertirmi e farlo a San Siro per me era la cosa più bella del mondo. Poi, per fortuna, la partita è andata bene, il primo intervento l’ho fatto bene e quindi poi dopo è andato tutto in discesa”.

Crescita
Non mi reputo assolutamente un portiere completo. Lavoro sodo tutti i giorni per diventare la miglior versione di Elia che potrò mai essere, poi non so ancora dove questo mi porterà. Però se non lavoro al massimo del mio potenziale non lo saprò mai”.

Ambizione
“Se riuscissi a fare un centesimo di quello che ha fatto Buffon in carriera sarebbe una grande vittoria”.

Sulla prossima sfida contro il Como
“La fretta non c’è, sappiamo che la vittoria con il Verona ci ha dato slancio, permettendoci di fare un passo importante per la salvezza. Sapevamo che contro l’Udinese poteva essere la gara giusta, ma per degli errori non siamo arrivati. Andiamo a Como per fare risultato, con la consapevolezza di poter chiudere il discorso senza dover guardare alle altre”.

Gruppo
“Più forte in squadra? Conoscevo Gaetano dal Napoli, con lui stiamo spesso insieme, ma giocatori forti ce ne sono tanti. Penso a Viola, l’ho sempre ammirato da fuori, ma quando lo vedi da dentro ti accorgi che ha qualcosa in più. Il più simpatico? Luperto, ma anche Deiola. Stiloso? Siamo molto stravaganti, non stilosi. Siamo un gruppo con tante culture diverse, perciò ci definirei più stravaganti”.

Sul rapporto con Mina
“Con Mina parlo tanto anche in campo, ci capiamo bene. Non abbiamo mai discusso. Lui sa il ruolo che faccio io e quanto è importante sentire la mia voce in campo e allo stesso modo io sono consapevole della sua importanza. Lui parla tanto in campo, ma sono contento di avere un giocatore come lui davanti a me”.

La Redazione

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