Il direttore sportivo del Cagliari Pierluigi Carta è intervenuto ai microfoni di Radio Sportiva: ecco alcune delle sue dichiarazioni.
“La mia nomina come DS non era scontata, ringrazio ancora il presidente Tommaso Giulini: il lavoro nasce dalla passione, per me è un onore rappresentare una squadra che rappresenta un popolo. Da sardo sento questa responsabilità, l’obiettivo è rimanere più a lungo possibile. Le difficoltà sono quelle quotidiane con questa pandemia che sta condizionando anche la vita di tutti i giorni: il direttore sportivo deve avere un forte legame col tecnico altrimenti non si va da nessuna parte. Io ho la fortuna di avere un grande rapporto con Di Francesco, uomo di grande cultura. Stiamo ringiovanendo la squadra, abbiamo usato molti giovani, domenica c’erano dei 2000 e dei 2001 in campo”.
Sui singoli poi risponde: “L’operazione Godin? I complimenti vanno al presidente, è chiaro che quando lavori con i giovani devi avere una base solida con giocatori esperti che devono capire la filosofia e la missione del tecnico e società. Devo dire che tutti i più esperti come Godin, Nandez Joao Pedro si sono calati benissimo in questo ruolo. Avere un giusto approccio alla gara, ma anche cercare da subito il risultato: questo lo si raggiunge sono con affinità tra società, staff tecnico e giocatori. Nainggolan? Un giocatore importante che non scopro io, non dobbiamo dare il passo più lungo della gamba, nella finestra passata non c’erano le condizioni. Il Cagliari deve esistere oggi come tra 10 anni: il presidente e noi tutti ci abbiamo provato tanto e ora mi sento di dire che è giusto che sia andata così. A gennaio sarà passato del tempo, vedremo cosa succederà, come dice il presidente non faremo voli pindarici: vedremo se ci sono le condizioni per fare un ‘operazione del genere. Zappa? Sull’operazione è stato bravo il mister a spingere: lui è di Pescara ed è stato a seguirlo per tanto tempo. Gabriele è un ragazzo pulito con la cultura del lavoro, oltre alle qualità tecniche: c’erano tutti gli ingredienti per un buon acquisto e ora il giocatore sta rispecchiando le nostre aspettative. Marin? Quando la squadra si è svegliato dal torpore del primo tempo, ha cambiato marcia anche lui: va aspettato come tutti gli stranieri che arrivano da altri campionati”.
Sulla Sardegna: “Alla lunga anche chi non è sardo sente l’identità di questa gente. Abbiamo bisogno di tempo in più per farci scoprire le qualità nei sardi. Nell’ultimo fine settimana con la tragedia di Bitti i giocatori hanno voluto far sentire la loro presenze esponendo di loro iniziativa quello striscione. Chi viene in Sardegna piange due volte, quando vieni e quando te ne vai: uno su tutti è stato Daniele Conti che è ancora oggi qua nella nostra società ed è l’esempio”.
La Redazione