Milioni uno sull’altro, milioni che contano e non poco e che, probabilmente, hanno anche avuto un peso non indifferente sulla recente scelta di voltare pagina. Inutile girarci intorno, i soldi sono il centro di gravità permanente del calcio come impresa e dai soldi dipende praticamente tutto nelle direzioni prese (o da prendere). Per il Cagliari i milioni portano ad alcuni temi: i diritti televisivi con la stima riportata da Calcio e Finanza che può dare almeno un motivo tra i tanti per ciò che è accaduto questa settimana. I riscatti, con la data ultima per prendere una decisione che è sempre più vicina. Le eventuali cessioni, tra chi ritorna da un prestito e chi rappresenta un tesoretto che può finanziare il mercato in entrata.
I risultati sono denaro
Una differenza in negativo di circa sette milioni, questo quanto traspare per il Cagliari nel rapporto tra la quota di diritti televisivi messa a bilancio nel 2024 (38,1 milioni) e quella stimata per il 2025 dal portale Calcio e Finanza (31,5). Niente di strano, perché tutto nasce dal totale che la Lega Serie A ridistribuirà tra le venti squadre che hanno preso parte al campionato 2024-25. Un miliardo e cento milioni nella passata stagione che sono diventati 900 milioni per quella appena conclusa. Tanto che la parte fissa, ossia il 50% dei proventi della Lega ripartiti in maniera identica tra tutti i club della massima serie, dovrebbe scendere dai 27 milioni del 2024 ai 22,5 del 2025. E così a scalare per tutti gli altri parametri, dal 20% quello basato sul radicamento sociale (8% audience tv e 12% spettatori stadio) al 30% basato sui risultati sportivi. Tra questi ultimi, mettendo da parte il 5% legato a quelli storici, importante la percentuale del 15% che considera i risultati dell’ultimo campionato e il 10% che invece considera quelli delle ultime cinque stagioni. Importanti perché, assieme all’1,1% che viene “tolto” dal radicamento sociale in favore dell’utilizzo dei giovani, portano agli incassi strettamente legati alle scelte di campo. E, quindi, quelli modificabili dai risultati e dalla filosofia nella costruzione (e utilizzo) della rosa e non dipendenti da fattori “esterni” e quasi incontrollabili. Tra i punti dolenti che dunque possono aver inciso sulla scelta di chiudere l’esperienza con Davide Nicola potrebbe appunto esserci un discorso di introiti. Derivanti dalla mancata crescita non solo di alcuni singoli, ma anche degli incassi alla voce diritti tv che ne sarebbero stati automatica conseguenza. Basti pensare che per il criterio classifica, sempre secondo le stime di Calcio e Finanza, il sorpasso del Verona sul Cagliari sarebbe costato ai rossoblù 300mila euro, la mancata possibilità nata dai risultati delle ultime giornate di avvicinare e magari sorpassare Genoa e Udinese tra i 600 e i 900mila euro. Ai quali aggiungere una quota tra i 200 e i 400mila euro per la voce punti, con i 36 raccolti nella stagione appena chiusa che hanno pareggiato quelli dell’annata precedente. Infine il discorso giovani, che considera a valore crescente l’utilizzo (ultimi tre turni di Serie A esclusi) di giocatori sotto i 23 anni in giù cresciuti in un vivaio italiano, oltre che le loro presenze in nazionale. Il Cagliari è secondo soltanto a Como e Udinese per minor utilizzo dei giovani, raccogliendo appena 300mila euro contro, ad esempio, i 700mila del Verona e del Genoa, i 600mila di Torino e Lecce e gli 800mila del Parma. Facendo un calcolo sommario, la gestione di Nicola ha portato dal punto di vista economico dipendente dai diritti tv un saldo negativo rispetto alle attese tra i 600mila euro e una cifra superiore al milione.
Riscatti e Augello
Un milione per un club di Serie A non è una cifra che può spostare tanto. Anche se i punti di vista possono cambiare, a maggior ragione quando si tratta di uno dei pochi valori che si possono “spostare” verso l’alto intervenendo in prima persona, sia con scelte societarie che soprattutto tecniche. Insomma, anche un milione può essere decisivo, se poi si pensa a quanto il Cagliari dovrà investire se vorrà riscattare Caprile, Adopo e Piccoli. La risposta sul tema non tarderà, per quanto la strada appaia già tracciata. La data per esercitare le opzioni di acquisto è infatti alle porte, dal 16 al 18 giugno per trasformare i prestiti con diritto in acquisti a titolo definitivo. Pochi, pochissimi i dubbi sui tre giocatori coinvolti. Caprile, nonostante le voci da Napoli che hanno preso piede nelle ultime 24 ore, dovrebbe essere prelevato dal club rossoblù per gli 8 milioni di euro pattuiti lo scorso gennaio con i partenopei. Adopo e Piccoli, allo stesso modo, al netto di incredibili sorprese verranno riscattati dall’Atalanta per un totale di 16 milioni, 4 per il centrocampista e 12 per l’attaccante. Con alcuni distinguo sul futuro. Il portiere classe 2001 potrebbe partire subito in estate: il Milan che è alle prese con il probabile addio di Maignan ci ha fatto più di un pensiero, il Torino resta alla finestra in caso di cessione di Milinkovic-Savic. La richiesta del Cagliari è di 15 milioni, una plusvalenza immediata che renderebbe l’affare altamente redditizio. Per Adopo, invece, dovrebbe arrivare la permanenza in Sardegna, pur se con un contratto da ridiscutere. Titolarissimo con Nicola, il suo ingaggio è ben al di sotto della media della rosa e non è da escludere, tutt’altro, la richiesta di un adeguamento. Piccoli, dal canto suo, potrebbe restare un ulteriore stagione in vista di una maggiore valorizzazione: i 12 milioni sono cifra importante e difficilmente quest’estate il Cagliari riuscirebbe a strappare un’offerta corposa per l’attaccante bergamasco. Nonostante radiomercato parli di un interesse del Bologna (ma è in vantaggio come nuova punta Pio Esposito) e sempre del Torino. Fattore economico che incide al momento anche sul rinnovo di Augello, con le trattative ormai ferme da settimane e il Cagliari che non spinge (anzi) per arrivare a un accordo. Fase di stallo, per usare un eufemismo, che è figlia di una richiesta considerata eccessiva e di un triennale come base ritenuto difficile da sostenere per un calciatore di trent’anni. Nonostante prestazioni sopra le righe e i sette assist messi a referto, ma con la volontà di puntare sul duo Obert–Idrissi (almeno teoricamente) e l’errore a monte di un contratto biennale che ha portato alla situazione attuale.
Tesoretti ed esuberi
Ci sono, infine, alcuni nodi da risolvere e possibili tesoretti che potrebbero portare a plusvalenze utili per il mercato in entrata. Detto di Caprile, tra questi senza dubbio in cima alla lista c’è Zortea. L’esterno destro è entrato nei radar di diversi club della Serie A dopo una stagione con numeri rilevanti in zona gol. Arrivato per cinque milioni di euro dall’Atalanta la scorsa estate, Zortea è osservato da vicino da Napoli, Fiorentina e dal Bologna. Difficile che il Cagliari scenda sotto i 10 milioni come base di partenza, altrettanto difficile che il classe ’99 possa resistere all’eventuale richiamo di club che saranno impegnati anche in Europa. Ricordando, tra l’altro, come la società rossoblù nelle ultime sessioni estive abbia sempre finalizzato una cessione importante prima della chiusura del bilancio, ossia il 30 giugno. Dossena al Como un anno fa, Bellanova al Torino dodici mesi prima ad esempio. Tra chi potrebbe portare milioni freschi in caso di offerte congrue anche Zappa (valutazione 4 milioni), mentre da valutare le situazioni di due elementi con il contratto in scadenza nel 2026 e con appeal fuori dall’Italia (ma non solo). L’addio di Nicola potrebbe rimettere in pista Marin e la sua cessione non è scontata, pur se tra Genoa e pista estera le probabilità di un addio sono elevate. Per quel che riguarda Makoumbou, negli ultimi giorni voci di mercato dalla Turchia lo danno in orbita Samsunspor e PAOK Salonicco, ma secondo quanto appreso dalla nostra redazione le due piste non sarebbero concrete, tutt’altro. Mentre un ritorno del Monaco – che già aveva provato a gennaio – non è utopia, anzi. Anche per il parigino il Cagliari parte da una valutazione di 4 milioni, con l’eventualità di un rinnovo da non togliere dal tavolo. Ad aggiungersi ai possibili introiti i vari rossoblù di ritorno dai prestiti tra Italia ed estero. In primis Wieteska che non dovrebbe essere riscattato dal Paok Salonicco e che verrà valutato dal nuovo allenatore, con il Cagliari che verosimilmente proverà a trovare un acquirente per la cessione a titolo definitivo dopo aver investito cinque milioni e oltre per portarlo in Sardegna. Attesa per la decisione del Copenhagen su Hatzidiakos, i due milioni previsti per il diritto di riscatto non sembrano portare a una mossa dei danesi per la conferma del difensore greco. Senza escludere, comunque, una trattativa al ribasso, con la quasi certezza che in estate sarà comunque addio. Ad abbassare il monte ingaggi anche la scadenza senza rinnovo dei contratti di Jankto, Palomino e Coman, così come potrebbero portare qualche introito le possibili cessioni di Veroli, Di Pardo, Scuffet, Radunovic e, di rientro dalla Croazia e dall’Austria, di Rog e Prelec.
Matteo Zizola