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Cagliari, si avvicina il tempo dei riscatti: il futuro di Caprile, Adopo e Piccoli

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Da domenica 22 a martedì 24 giugno, con il numero ventiquattro che ritorna quando si arriva alla voce milioni. Tre i giorni per esercitare le opzioni di acquisto e tre i giocatori che vedranno protagonista il Cagliari. Elia Caprile con il Napoli (8 milioni), Michel Ndary Adopo (4) e Roberto Piccoli (12) con l’Atalanta: questi gli attori, questi i nomi per rendere definitiva e ufficiale una decisione che appare quasi scontata.

Sponda nerazzurra
Ore di discussioni, ore di trattative sulla linea Cagliari-Bergamo. In prima fila il nuovo diesse in pectore rossoblù Guido Angelozzi che con l’Atalanta ha già dimostrato negli anni di Frosinone di avere rapporti non banali: la cessione di Brescianini ai nerazzurri e il prestito di Cittadini ai ciociari gli ultimi movimenti, ma tornando indietro anche i prestiti di Okoli, Zortea e Oliveri. Rapporti che ora tornano subito utili in Sardegna con i riscatti di Piccoli e Adopo dietro l’angolo e con il tentativo del Cagliari di trattare sulle cifre prefissate la scorsa estate. Sedici i milioni totali che dalle casse rossoblù dovrebbero essere versate in quelle dell’Atalanta, investimento non da poco che non invita a ripensamenti, ma porta almeno a un tentativo di abbassare l’asticella del costo. Difficile, complesso. La stagione sia di Adopo che di Piccoli hanno portato a una valorizzazione che, nei fatti, significa sirene di mercato. Il centrocampista francese ha attirato l’interesse del Bournemouth in Premier League, l’attaccante quello del Como (e non solo) in Serie A. Il significato è chiaro, i due giocatori hanno pretendenti, abbassare la valutazione decisa a monte complicato. Ma, tra storico dei club oltre quello del nuovo diesse Angelozzi la strada per un livellamento minimo del costo totale non è chiusa, anzi. Ciò che appare scontata (oltre la possibile cifra) è la volontà del Cagliari di riscattare sia Adopo che Piccoli e, una volta chiusa la questione, pensare a eventuali situazioni di mercato (offerte altrui) che possano far partire verso altri lidi uno dei due o entrambi. Con una regola, pagare moneta vedere cammello. Ossia, Piccoli può salutare con una proposta da 20 milioni di base, Adopo può fare altrettanto con una dai 7-8 in su. Anche se, su quest’ultimo, resta aperta la questione di un ingaggio da ridiscutere in caso di permanenza.

Sant’Elia
“Il futuro di Caprile? L’indirizzo sembra che sia quello di restare al Cagliari”. Parola di Graziano Battistini, agente del portiere classe 2001 arrivato in Sardegna lo scorso gennaio. Otto milioni per il riscatto, nessun dubbio sul fatto che il presidente rossoblù Tommaso Giulini porti avanti l’acquisto definitivo. Con una possibile cessione successiva che sembrava nell’ordine delle cose, prestazioni che hanno richiamato l’attenzione del mercato e plusvalenza dietro l’angolo. Con diversi però che hanno cambiato le carte in tavola rendendo il futuro di Caprile non così lontano dalla Sardegna. Intanto perché la regola del pagare moneta vedere cammello vale ancora di più per l’estremo difensore quasi ex Napoli. Quindici i milioni fissati come base di partenza, valutazione che ha messo dubbi all’assalto previsto del Torino. I granata, prossimi secondo radio mercato alla vendita di Milinkovic-Savic al Napoli, hanno puntato da tempo i radar sul quasi rossoblù, ma la cifra richiesta dal Cagliari un muro complicato da scavalcare. Ancora di più considerando che dai partenopei non arriverebbe solo cash, ma anche una contropartita tecnica come Ngonge. Sterzando, magari, su profili più “economici” come Montipò del Verona e Klinsmann del Cesena. Con il club di Urbano Cairo che mollerebbe la presa (ma da non togliere fuori dai giochi) resterebbero poche pretendenti alla finestra. Il Milan? La conferma di Maignan e il rifiuto al Chelsea dei rossoneri mettono il diavolo non in cima alla lista. La Juventus? Men che meno, nessun contatto (parola sempre di Battistini, agente di Caprile). Altre grandi? Difficile, perché dopo aver lasciato Napoli per giocare titolare appare scontato che il portiere veronese non accetti ruoli da secondo, come confermato proprio da Battistini: “Elia ha sempre detto che la sua priorità è giocare, se ha lasciato il Napoli è perchè voleva giocare nonostante andasse a giocarsi la salvezza. Vuol essere protagonista della sua carriera. Il ruolo di comprimario non se lo sente addosso”.
Insomma, l’orientamento sembra sempre più quello della permanenza in Sardegna agli ordini di Fabio Pisacane, una garanzia dalla quale far partire il nuovo progetto tecnico. Seppure mai dire mai, perché il mercato resta imprevedibile e perché, in fondo, Caprile potrebbe far gola anche a chi oggi non ha ancora mostrato un chiaro interesse. Basterebbe una mossa per far partire il domino dei portieri e il classe 2001 diventerebbe così una pedina coinvolta. Ma per il futuro c’è tempo, prima il riscatto e poi si vedrà.

Matteo Zizola

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