L’ala americana Jeff Brooks, protagonista con la Dinamo Sassari nella straordinaria annata 2014/2015 culminata con il triplete, ha rilasciato un’intervista a La Nuova Sardegna in occasione della reunion di quello storico roster previsto per il 26 giugno. Di seguito alcune sue dichiarazioni.
Sull’esperienza di Sassari
“A Sassari ho avuto l’opportunità di giocare in Eurolega, di avere compagni di squadra giocatori come Logan o Lawal. Ho migliorato molto il mio Qi cestistico grazie a loro. Ero un giovane che iniziava a fare esperienza e ora sono un veterano. E poi ci sono state tante persone dentro e fuori dal club con le quali sono nati legami importanti e che ora sono felicissimo di poter incontrare”.
La svolta di quell’annata
“Verso la fine del 2014 prendemmo una scoppola in casa di Trento. Secondo me fu il momento più difficile in assoluto, perché non avevamo energia e ci misero sotto senza pietà. Un disastro. Quella settimana parlammo, ci confrontammo e ricominciammo a mettere insieme i pezzi. Anche perché avevamo già vinto la Supercoppa e poco dopo sarebbe arrivata anche la Coppa Italia. Avevamo un rendimento altalenante, ma quando c’era in ballo qualcosa di importante da vincere, come un trofeo, eravamo in grado di trasformarci. C’era davvero una mentalità vincente in quel gruppo”.
Su Meo Sacchetti
“Il coach aveva un approccio che fece la differenza, un modo di allenare che allora sembrava così strano, nel dare grande libertà e fiducia ai giocatori, e che oggi invece è così normale. Era avanti”.
Ricordo della festa scudetto
“La cosa che ho più chiara nella mente è l’impatto che avemmo sulla città di Sassari e sulla Sardegna. Alla festa per lo scudetto non si vedeva una sola mattonella di piazza d’Italia, perché c’era una folla immensa e ricordo che rientrando a Sassari i tifosi ci fermavano sulla superstrada per festeggiare con noi”.
La Redazione