Dopo la qualificazione alle Final Eight, il presidente della Dinamo Stefano Sardara, è stato ospite nel programma “Pick’n’Roll” su WellTV. Il patron biancoblù ha affrontato tematiche differenti, partendo dal suo personale commento sulla gara persa contro Brescia e le singolarità della sua squadra. Ha inoltre parlato anche del suo addio alla Dinamo, ribadendo quanto detto nella conferenza stampa dopo il match contro Ludwigsburg.
La gara contro Brescia, e il percorso di Bucchi da quando siede sulla panchina sassarese:
“La partita è stata assolutamente bellissima aldilà del risultato che non ci fa piacere. Una gara combattuta e molto tecnica. Il basket è bello anche perché non c’è pareggio, si vince per piccoli dettagli, loro sono stati più bravi in questo senso. Brescia la batti solamente se giochi perfettamente soprattutto in questo loro periodo di straordinaria forma. L’unico rammarico è legato a qualche fatto che avrei preferito non vedere (riferito all’arbitraggio ndr.), e non parlo ovviamente di Brescia alla quale non voglio togliere i meriti.
Su Bucchi:
“Coach Bucchi ha portato l’esperienza e la tranquillità che l’ambiente richiedeva. C’è tanto da fare ma abbiamo preso un buon cammino, se le partite verranno affrontate come abbiamo fatto ieri, ci aspetterà un bel girone di ritorno.”
Su Logan:
“Noi lo chiamiamo il professore non a caso, ha una cultura nell’approccio alle gare e negli allenamenti impressionante. Un vero esempio fuori e dentro al campo. Per i giovani rappresenta il classico esempio di come l’età sia una cosa relativa.”
Società all’avanguardia e staff di prim’ordine, è sicuro di voler lasciare questo giocattolino che ha costruito?
“Prendere la Dinamo era una sfida che andava ben oltre all’ambito sportivo. Oggi l’azienda Dinamo esiste ed è valida, e come tale ha dei cicli. Ogni membro sia esso un giocatore, un dirigente o un presidente è intercambiabile. Il mio ciclo dura ormai da 11 anni, che non sono pochi per lo sport. Per me fare il presidente della Dinamo è un hobby, il mio lavoro è un altro. L’idea in estate è stata quella di passare il testimone. Ho già chiarito qualche tempo fa che fino a quando la Dinamo non sarà in mani sicure non la lascerò. Ho detto che lo farò ma non ho messo una data limite. La sfida è far capire alla gente che il palazzetto è un luogo sicuro come i cinema, e i teatri. Vedere una partita in TV non è la stessa cosa di vederla al palazzetto, spero che la nuova variante finisca presto. Il periodo che abbiamo affrontato è stato pesante ma lo stiamo superando alla grande e il futuro lo vedo ottimisticamente.”
Sassari sorpresa delle Final Eight?
“I tifosi ci hanno sempre accompagnato durante le nostre partite, il nostro spirito viene descritto perfettamente da un loro striscione: “Siamo solo di passaggio”. Con Milano sarà una partita difficile, ma il budget, come abbiamo potuto vivere anche personalmente (facendo riferimento all’anno dello Scudetto), non fa il risultato. Avere una rosa ottima rende più semplice vincere, ma in campo si va sempre in cinque, e avere la giusta testa nelle partite molto spesso è determinante. Sicuramente sarà difficile impensierire Milano, ma ci prepareremo al massimo per riuscire a farlo”
Giocatore che vorrebbe riavere in squadra?
“Per farvi capire quanto tenga a lui vi dico che Logan è al secondo posto, ma se dovessi scegliere un giocatore che mi ha fatto emozionare e che ricordo con immenso piacere è Bootsy Thornton, lui è un giocatore che vorrei avere sempre nella mia squadra.”
La Redazione