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Massimo Chessa in Dinamo Sassari-Bertram Tortona | Foto Luigi Canu

La Dinamo Sassari saluta Chessa: “Hai lasciato il segno, grazie di cuore”

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Una lunga lettera d’addio, è stato questo il modo con cui la Dinamo Sassari ha voluto salutare il playmaker Massimo Chessa. Sono felice di aver chiuso la mia carriera a casa mia, davanti alla mia famiglia. Ho vissuto un viaggio lungo, di gioie e rabbia” con queste parole il numero 10 dei sassaresi, al termine della gara 3 della semifinale playoff persa contro Milano per 61-93, era intervenuto in conferenza stampa per comunicare la sua decisione di abbandonare il basket giocato.

La lettera

Sassarese di nascita con il biancoblù dipinto nel cuore. Massimo Chessa ha giocato per 8 anni con il Banco contribuendo a scrivere le pagine della storia della pallacanestro sarda conquistando in maglia Dinamo – vestita per più di 400 volte – 4 trofei (2 Coppa Italia, 1 Scudetto e una Supercoppa). Un uomo fidato di coach Piero Bucchi che in conferenza stampa non ha mai disdegnato parole di apprezzamento e di fiducia nei confronti del numero 10 biancoblù. Nella giornata di oggi 6 giugno la società sassarese, attraverso una lunga lettera d’addio, ha voluto salutare uno degli uomini chiave dello spogliatoio e protagonista di tante avventure con la maglia del Banco. Di seguito riportiamo le parole che la Dinamo Sassari ha usato per congedarsi da Chessa: “Caro Massimino, è difficile trovare le parole giuste, ogni volta che ti vedevamo entrare in campo era comunque un’emozione, bella, forte, di quelle che ti danno la carica. Tu trasmettevi questo entusiasmo contagioso, hai avuto impatto in ogni partita, hai giocato minuti importanti, hai capito quale fosse il tuo ruolo e lo hai interpretato alla perfezione. Hai girato l’Italia, sei partito da Biella per poi giocare a Verona e Torino. Sei ritornato per vincere tutto, 4 trofei, mamma mia, i Regaz non sarebbero mai esistiti senza di te, Coppa Italia, Scudetto, Supercoppa, ancora Coppa Italia, non solo eri diventato un talismano, avevi lo spessore umano per essere un esempio di cosa servisse nella famiglia Dinamo. Hai fatto la differenza in A2 giocando grandi stagioni a Trapani, Roma e Napoli, hai incrociato la strada con coach Piero Bucchi, che non ha mai avuto dubbi, ha sempre creduto in te anche come playmaker, ti ha dato responsabilità ed è stato l’ultimo coach. Strano il destino, ma hai chiuso nella maniera migliore, ci hai commosso in sala stampa, eri sereno, felice, non potevi chiedere di meglio, Alessandra al tuo fianco, tuo figlio Lorenzo che nel corso della stagione ha potuto riempire gli occhi di orgoglio e gonfiare il petto per le tue prestazioni. Quel numero 10 sulle spalle che in altri sport è considerato il numero del talento, della classe, della fantasia, dovrebbe essere fonte d’ispirazione, sarebbe bello che i ragazzini guardassero la tua meccanica di tiro, guardassero il modo in cui stai in campo a cospetto della taglia o della stazza, la tigna con cui hai sempre difeso la maglia di Sassari, della tua città, della tua vita, del tuo mondo. Smetti di giocare nel momento giusto, al massimo livello, all’apice di ciò che hai potuto dare, ma non smetti di essere uno di noi, ti aspetteremo al palazzetto per tifare la tua squadra del cuore e per stringerti sempre la mano, ci hai fatto emozionare Massimino, 8 stagioni che sono sembrate 20, hai lasciato il segno, grazie di cuore, buona vita! Tua Dinamo“.

 

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La Redazione

 
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