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Malagò: “Fare un’impresa sportiva in Sardegna vale doppio”

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Il presidente del Coni Giovanni Malagò è intervenuto nel pomeriggio all’evento cagliaritano la Sardegna nell’Olimpo dello sport. Una serata per omaggiare i tanti campioni sardi medagliati e impegnati alle Olimpiadi di Tokyo di questa estate.

Le parole
“Questa meravigliosa Regione, che conosco molto bene, che amo e dove ho casa, andava omaggiata. Non potevo non venire per rispetto alle emozioni e alla storia sportiva che questa terra ci ha regalato, in un contesto dove non voglio dire che si fa più fatica ma sicuramente non se ne fa meno. Ci sono dei problemi di logistica, anche a livello sportivo per spostamenti e strutture. Fare sport in Sardegna ha delle complessità diverse rispetto ad altre regioni. E su questo l’isola sta facendo tantissimo per migliorare. Devo dare merito a Bruno Perra che ha dimenticato in fretta le scorie elettorali e sta dando tutto per il movimento. So che ci sono gridi di dolori importanti per delle ASD in Sardegna ma devo dire che per me la regione sta facendo tantissimo, in proporzione meglio di altre sullo sport. Con questo non voglio dire che sia sufficiente. Il futuro, nella sua complessità dopo il covid, fa intravedere delle possibilità che prima non c’erano”.

“Sugli atleti devo dire che la Sardegna c’è sempre stata ai giochi olimpici. È una cosa incredibile e quest’anno ne avevate 9, più Polanco e Tortu che io aggiungo alla lista. Con un simpatico aneddoto: il padre mi ha confessato che Filippo era una pippa a calcio, meglio si sia dato all’atletica (ride ndr). Per questo prima di Tokyo io ero sereno e parlavo fiducioso in ogni intervista”.

“In Sardegna tutto è partito nel 1912 con Francesco Loi, primo sardo medagliato (nella ginnastica). La storia è fatta così e non è un caso l’epopea di Bartolini di oggi. Dal 1920 la Sardegna non torna alle Olimpiadi per 40 anni, e torna a Tokyo, i casi della vita, e lì vince due medaglie d’oro: Angioni nell’equitazione e Atzori nel pugilato. Poi a Tokyo quest’anno vedere Filippo e Lorenzo Patta nella staffetta regina è stata un’emozione incredibile. Stefano Oppo, che è un altro miracolo, vinceva nel nome di Cossu, che nel 1932 fu medagliato olimpico. Sembra che stiamo ritornando a vivere quel periodo, credo che la genetica dei sardi si sia tramandata. Prima di venire qui mi ha chiamato Gigi Riva, abbiamo parlato di questa terra, lui è più sardo dei sardi e quando gli ho raccontato questo che sto dicendo a voi mi ha detto: noi sardi siamo fatti così”.

dall’inviato Roberto Pinna

TAG:  Altri Sport
 
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