A due giorni della finale playoff di Eccellenza contro il Tempio di mister Mauro Giorico, in programma domenica 11 maggio alle 16:00 allo “Scalarba” di Macomer, il tecnico del Monastir Marcello Angheleddu ha parlato così ai nostri microfoni in vista della finalissima. Di seguito le sue dichiarazioni.
Mister come arriva la sua squadra alla finalissima?
“Arriviamo alla finale in salute, stiamo bene sia fisicamente che mentalmente. Questa settimana in più, ci ha dato la possibilità di recuperare gli ultimi acciaccati. Saremo al completo. Stiamo bene compatibilmente con il fatto che siamo da quattro settimane che non giochiamo. Il nostro ritmo gara all’inizio, probabilmente non sarà dei più adeguati, anche se abbiamo cercato di formulare e di strutturare delle sedute che ci consentissero di arrivare con un buon ritmo. Umore? Abbiamo una sensazione di privilegio per andarci a giocare una finale, sapendo di essere forti e consapevoli di essercela conquistata con il duro lavoro. Arriviamo con serenità e consapevolezza”.
Nelle due sfide di campionato avete ottenuto 4 punti contro il Tempio: che tipo di partita si aspetta domenica? Qual è la loro qualità migliore secondo lei?
“Le sfide di campionato hanno storia a sé. Ci siamo affrontati prima alla 4ª giornata di andata in un momento in cui noi stavamo particolarmente bene mentre tutte le squadre dovevano probabilmente assimilare dei concetti. Al contrario nel girone di ritorno, noi affrontavamo un periodo di blackout mentre loro stavano bene. Al di là di questo sono venute fuori partite importanti e di spessore quando ci siamo affrontati. La loro qualità migliore? Sono una squadra strutturata, fatta di giocatori importanti e allenata molto bene. Mauro Giorico è un allenatore di cui ho grande stima, è uno degli allenatori più vincenti in Sardegna e questo non è un caso. Sulla partita di domenica poi, prevarrà chi gestirà meglio la tensione sportiva perché, essendo una finale, c’è quel velo di tensione che rischia di bloccarti o limitarti. Bisognerà essere bravi a gestire questo aspetto, avendo la giusta carica agonistica, la giusta intensità anche a livello emotivo e facendo attenzione a non trasformarla in eccessiva tensione”.
Lei è uno degli allenatori emergenti del calcio sardo, di fronte troverà Mauro Giorico, uno tra i più esperti della categoria. Come giudica la stagione del Tempio?
“È stata una stagione super positiva. Giudicando la nostra molto positiva e giudicando quella del Budoni fantastica, per noi che siamo stati lì, credo si possa dire che siano state per entrambe, due stagione molto positive. Giorico è un allenatore esperto che riesce sempre a dare la sua impronta, dando compattezza assoluta e grande dimostrazione di forza. Io sento tanto privilegio e grande gratificazione per confrontarmi con allenatori come Giorico e Cerbone. Alleno da due anni, so da dove ho iniziato, e trovarmi a competere con loro, due mostri sacri del calcio sardo in poco tempo, per me e per il mio staff è un grande motivo d’orgoglio”.
Avete chiuso la stagione regolare con il miglior attacco e la miglior difesa: quanto può contare in una gara secca?
“Non conta nulla perché quello che è stato fatto in campionato è finito. Questa è una gara secca, perciò può succedere di tutto e va affrontata con questa mentalità. Sappiamo di incontrare una squadra forte che ha eliminato l’Ossese dopo due partite molto intense, difficili e dal grande significato a livello emotivo. È una squadra abituata a questi confronti, perciò noi dobbiamo resettare quanto fatto in campionato, senza pensare ai grandi numeri e al secondo posto conquistato per la prima volta nella storia del Monastir. Servirà rimanere sul pezzo, ed evitare di cullarci troppo sul resto”.
Quanto sarà determinante l’aspetto mentale in una gara come questa?
“L’aspetto mentale, la gestione dei momenti e della tensione sarà fondamentale. Lo ribadisco, servirà trasformare la tensione in carica positiva. Questo è l’aspetto mentale più importante, gestendo anche la consapevolezza di ciò che si è. Sappiamo cosa siamo perché veniamo da un buon percorso, ma allo stesso tempo siamo consapevoli della squadra che abbiamo di fronte. Pressione? È una parola che non mi piace tanto, preferisco trasformarla con il termine privilegio. La pressione c’è e l’avrà giustamente anche il Tempio, perché ci giochiamo entrambe qualcosa di importante, un traguardo storico, con anche la possibilità per le società di guardare avanti, affacciandosi a un panorama diverso. Però non vedo pressione, né tensione perché qualsiasi cosa succeda, bisognerà avere la consapevolezza e il privilegio di essersela giocata”.
Affronterete la finalissima con il vantaggio di poter anche pareggiare al termine degli eventuali supplementari. Questo potrà condizionare il vostro approccio alla sfida?
“Sappiamo di avere a disposizione un risultato in più, ma non condizionerà la sfida. Abbiamo 90 minuti da affrontare e poi, eventualmente, un altro piccolo slot da giocarci, ma non ne condizionerà la sfida e tantomeno la preparazione”.
Quanta voglia c’è di vincere i playoff per coltivare il sogno Serie D?
“Tanta, tanta voglia. Il mio grande obiettivo è quello di vedere questo gruppo di ragazzi, di uomini, gioire a fine partita. Per i ragazzi non è stata un’annata facile, per diversi problemi che si sono venuti a creare, e vederli gioire per me sarebbe il massimo perché lo meritano”.
A livello personale cosa rappresenta questa finale per lei? Ha cercato di trasmettere un messaggio particolare ai ragazzi in vista di questa partita?
“Per me è una soddisfazione, un traguardo importante. La vivo con gioia e con ambizione, perché mi ritengo una persona molto ambiziosa che fa le cose per bene. Il calcio è la cosa che non mi fa dormire la notte e che mi piace tantissimo. Vincere mi renderebbe felicissimo, perché so da dove siamo partiti. Un anno e otto mesi fa siamo partiti pareggiando una partita a Orroli e adesso ci ritroviamo qui a giocarci questo importante traguardo: è un grande motivo d’orgoglio. Per noi questo non è assolutamente un punto d’arrivo, anzi. Siamo una squadra ambiziosa che vuole continuare a migliorare avendo la consapevolezza di aver sbagliato delle cose, prendendo gli errori come punti di partenza per crescere ulteriormente. La vigilia? La viviamo con questa doppia emozione: la gioia e l’ambizione, nella speranza che sia una grande giornata di calcio. Affrontiamo una squadra di grande blasone, che ha calcato palcoscenici importanti per anni, con una grande storia e anche noi vogliamo esserci per dire la nostra. Vogliamo presentarci ad altri livelli. Messaggio alla squadra? Non ho trasmesso niente di particolare, l’unica cosa a cui tengo e che proverò a trasmettere loro, è pensare che facendo questo ultimo sacrifico ci si apriranno altre porte e soprattutto ci permetterebbe di gioire insieme, perché è il frutto di tutto il lavoro fatto in questa stagione. È un traguardo che potevamo ottenere percorrendo un’altra strada, passando per la vittoria del campionato, perché c’è stato un momento in cui davamo questa sensazione, ma la nostra bravura ci ha comunque dato un’altra opportunità, perciò possiamo andare a coglierla con la voglia di vederci felici”.
Giuseppe Meloni