Un eloquente scritta “avete rotto” su uno striscione esposto fuori dal Bruno Nespoli e firmato dai tifosi della Curva Mare. La crisi che sta attraversando l’Olbia nel girone B di Lega Pro va oltre il campo da gioco. La sconfitta per 1-0 contro la Lucchese nell’ultimo turno di campionato ha reso ancora più difficile il tentativo di rimonta salvezza dei galluresi.
Crisi
Sul banco degli imputati ci sono tutti: dall’allenatore Marco Gaburro ai giocatori fino ad arrivare alla proprietà e al presidente Alessandro Marino. Secondo quanto riportato da La Nuova Sardegna, la situazione in casa Olbia è davvero allarmante, soprattutto perché nel regolamento di Lega Pro non sono previsti gli spareggi playout ma la retrocessione diretta in Serie D qualora il distacco tra penultima (l’Olbia appunto) e la quintultima (la Vis Pesaro) sia superiore agli otto punti. Allo stato attuale la salvezza diretta per l’Olbia è molto lontana, con l’ultimo slot utile occupato dall’Ancona di Colavitto a quota 33 punti e a +11 su La Rosa e compagni. L’Olbia, tuttavia, dovrà anche guardarsi le spalle dal fanalino di coda Fermana, reduce dall’1-1 contro il Pineto e a -1 dai galluresi penultimi. Difatti, in caso di ultimo posto finale, la retrocessione in Serie D sarebbe inevitabile.
Tuttavia – si legge ancora su La Nuova Sardegna – la crisi in casa Olbia sarebbe caratterizzata anche da screzi interni tra vecchia e nuova proprietà . Sott’accusa – a quanto si apprende – la costruzione della rosa voluta dall’attuale direttore sportivo dei bianchi Tomaso Tatti rispetto a quella che vorrebbe invece costruire il nuovo consulente tecnico Ninni Corda. Smentito, invece, da fonti interne alla società , un eventuale nuovo avvicendamento in panchina, con il ritorno di Leandro Greco al posto di Gaburro per il finale di stagione.
La Redazione














