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Bellucci: “Cagliari, occhio alla fame del Bologna. Felici mi piace tanto”

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In vista della sfida di domenica tra Bologna e Cagliari, in programma alle 15:00, nell’ambito della rubrica “Quel giorno io c’ero” abbiamo intervistato Claudio Bellucci, ex attaccante del Bologna ed ex allenatore in seconda del Cagliari e dell’Under 18. Bellucci ha condiviso le sue impressioni sul match, analizzando le due squadre e i protagonisti più attesi.

Bellucci, lei ha deciso un Bologna-Cagliari nella stagione 2004-05: era il 22 gennaio di 20 anni fa e il suo tiro sinistro nel secondo tempo bastò al Bologna per vincere. In quella stagione il Bologna era allenato da Mazzone mentre nel Cagliari giocavano Zola, Suazo, Conti e Agostini. Che ricordo ha di quella partita?
“Fu una bella partita. Era in notturna e le partite in notturna hanno sempre un fascino particolare. Mi ricordo quel gol dell’1-0. Facemmo una bella azione, grazie a un giro-palla efficace che poi portò al gol. Però, quel Cagliari ci fece soffrire, perché aveva grandi giocatori. C’erano Daniele Conti, Zola, Suazo. Era un Cagliari davvero forte. A Bologna, in quel periodo, era difficile fare punti. Mi ricordo che fu una partita combattutissima. Su Zola cosa dire? Solo guardarlo in campo ci ha insegnato tanto. È una persona eccezionale. Poi noi attaccanti più giovani cercavamo sempre di emularlo. Ma emulare uno come lui non è certo facile. In quegli anni c’erano tantissimi attaccanti forti in Nazionale. Lui è riuscito comunque a ritagliarsi uno spazio incredibile. Personalmente, poi sono di parte con Daniele. Siamo amici, ci conosciamo da tanto. È un capitano vero, ho avuto la fortuna di lavorare con lui anche quando era responsabile del settore giovanile del Cagliari. È una persona che se ti deve dire qualcosa, te la dice, senza filtri. Ed è esattamente quello che mi piace: brutto o bello, ti dice la verità, senza sotterfugi. Questa cosa mi piace tantissimo. Agostini, poi, era un soldato in campo. Un giocatore su cui potevi sempre contare. Ha fatto tantissime presenze in Serie A con il Cagliari. Non ricordo neanche quante. Un giocatore che, se fosse nato dieci anni dopo, avrebbe sicuramente potuto avere una carriera anche in Nazionale. Ma lo stesso vale per Daniele, senza dubbio”.

Tornando a oggi, qual è il suo parere sulla stagione del Cagliari? Come giudica il lavoro di Davide Nicola sulla panchina rossoblù?

“Sicuramente è stato un percorso positivo. All’inizio ha incontrato delle difficoltà, come è normale che accada. Ha preso una squadra che aveva un allenatore con un nome importante, Claudio Ranieri. Non è stato semplice, ma lo stesso valeva per Davide Nicola. Non sarebbe stato facile per nessun altro allenatore. Con il suo lavoro e la determinazione che lo contraddistinguono, è riuscito a portare il Cagliari a ottenere tanti punti. Adesso la squadra è in una zona tranquilla, ma non ancora del tutto al sicuro. Ogni partita è un’opportunità per dare il massimo. E questo vale soprattutto per Nicola”.
Da ex attaccante, cosa pensa del parco offensivo del Cagliari? Crede che il reparto sia completo o forse sul mercato di gennaio si poteva fare meglio?

“È arrivato Coman, che è un giocatore molto forte e l’ha subito dimostrato. Anche contro la Juventus non mi è dispiaciuto, ha sfiorato un gol. È un giocatore di personalità: punta l’avversario, affronta i difensori e calcia in porta. Poi c’è Piccoli, che è capace di fare reparto da solo. Mi piace moltissimo. È un attaccante che, anche nei momenti difficili, riesce a tenere palla e lotta su ogni pallone. È il tipo di giocatore che tutti vorrebbero avere. Adesso è rientrato Zito (Luvumbo n.d.r) e c’è Felici, che in fase offensiva è molto bravo. Penso che per una squadra che punta a una salvezza tranquilla il reparto attaccanti sia completo. Ovviamente, tutti i tifosi del Cagliari vorrebbero sempre un attaccante che segna e che fa divertire. Ma il Cagliari è in una situazione diversa. Tra le squadre che lottano per non retrocedere, è una delle più interessanti”.

C’è un giocatore del Cagliari che l’ha colpita in particolare? Se sì, perché?
“Mi piace molto Felici. Mi piace perché è sfrontato e quando prende la palla sa esattamente cosa fare. Nicola lo sta anche aiutando a livello caratteriale, temperandolo. Gioca su tutta la fascia, ha un ottimo dribbling e calcia in porta con decisione. Mi piace davvero tanto, non solo perché è di Roma (ride n.d.r), ma perché è un giocatore che sa avanzare e non ha paura di osare. Secondo me è un crack. Mi piace come calciatore: è lineare e bello da vedere in campo”.

Lei è stato il secondo di Walter Mazzarri nella sfortunata stagione 2021-22: le capita di ripensare a quel periodo? Cosa crede che si potesse fare meglio per evitare la retrocessione?

”Sicuramente si poteva fare meglio, soprattutto a livello di punti. Quell’anno è successo di tutto. Mi ricordo che pareggiammo partite come contro il Venezia, la Salernitana e contro la Fiorentina, in dieci, con un bellissimo gol a giro di Sottil. E pensare che ci bastava un solo punto. Purtroppo, però, questo non è accaduto. È stata una stagione maledetta per il Cagliari. Da una retrocessione rocambolesca, come l’hanno vissuta i tifosi rossoblù, c’è stata subito la promozione e, subito dopo, una salvezza. Penso che la salvezza sia arrivata grazie al lavoro incredibile di mister Ranieri. Il calcio è uno sport giusto: ciò che ci era stato tolto durante la retrocessione, ce l’ha restituito quando il Cagliari si è salvato. Dove si sono allenati i pianeti, il Cagliari è riuscito a salvarsi”.

Qual è il suo pensiero sulla stagione del Bologna? Quali sono i punti forti della squadra di Italiano? Crede che la squadra possa ripetere il campionato scorso, centrando nuovamente la qualificazione a una coppa europea?
“Sta facendo addirittura più punti della squadra di Thiago Motta dell’anno scorso. Poi c’è la semifinale di Coppa Italia, e può arrivare in finale. Ha anche la possibilità di qualificarsi per l’Europa, certo. Ritornare in Champions League è difficile, come abbiamo visto. La Lazio, che sta facendo un campionato straordinario, è quinta. Le squadre che stanno davanti corrono e fanno punti. Però il Bologna fa della fame e del gioco la sua arma migliore. Gioca con pressing alto, non ti dà punti di riferimento. È una squadra vera, e la società del Bologna ormai ha intrapreso quella strada. È quasi come una nuova Atalanta, sta stupendo tutti, affrontare il Bologna adesso è molto difficile”.

Quali sono per lei i giocatori, su entrambi i fronti, che potranno essere decisivi domenica?
“Nel Cagliari penso ai soliti protagonisti. Mi piacerebbe vedere Luvumbo tornare al gol, mi farebbe davvero piacere. Felici spero continui a giocare con continuità, così come Piccoli. E poi c’è una bandiera come Deiola, spesso sottovalutato, ma che fa un lavoro incredibile per la squadra. Nel Bologna, invece, ci sono giocatori molto forti fisicamente, c’è Ferguson, un centrocampista scozzese di grande qualità, che potrebbe ambire a giocare in una grande squadra. Odgaard è fortissimo e con Italiano ha cambiato ruolo, facendo una stagione incredibile. Ma il Bologna ha tante soluzioni, gioca di squadra e manda in gol diversi giocatori, in questo momento, però, credo che Benjamin Domínguez sia il giocatore che sta facendo davvero la differenza”.

Lei l’anno scorso ha allenato il Cagliari Under 18. Ora molti di quei calciatori (Trepy, Grandu, Ardau) fanno parte della Primavera di Fabio Pisacane: come giudica il percorso del Cagliari Primavera?
“Parto dal percorso che ho fatto io. L’anno scorso abbiamo vissuto una stagione eccezionale, riuscendo a qualificarci per i play-off. Penso che giocatori come Trepy, Ardau e Grandu possano proseguire il percorso iniziato la scorsa stagione. È chiaro che il salto dall’Under 18 alla Primavera, e poi l’ambizione di arrivare in prima squadra, sia molto difficile. Credo che sia fondamentale ottenere risultati, ma soprattutto lavorare con attenzione sul settore giovanile. Abbiamo esempi straordinari di settori giovanili in cui giocano ragazzi del 2004, 2005 e 2006, dimostrando che con il giusto lavoro si può arrivare lontano”.

Cosa c’è nel presente e nel futuro di Claudio Bellucci?
“Il calcio, come sempre, è al centro. Al momento sono fermo, ma ho accettato un incarico con mister Fabio Liverani, con cui sono amico da una vita. Abbiamo trovato un accordo: quando arriverà il progetto giusto, andremo a lavorare insieme”.

Matteo Cubadda

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