Il Cagliari è salvo, viva il Cagliari. Nicola ha centrato l’obiettivo di restare in Serie A, bravo Nicola. E la squadra ha raggiunto quasi tutti i micro-obiettivi, quindi complimenti a tutti.
Se ci si volesse fermare a un’analisi meramente superficiale della stagione 2024-25 del Cagliari, in attesa della sua conclusione prevista per venerdì 23 maggio alle 20.45 contro il Napoli di Antonio Conte, la lettura citata poc’anzi potrebbe essere a buon diritto una delle opzioni sul tavolo. Una visione estremamente ottimistica su un’annata, numeri e risultati alla mano, sì positiva ma certamente non tale da sparare i mortaretti. I rossoblù hanno centrato l’obiettivo della salvezza fissato a inizio stagione, fondamentalmente “facendo il proprio dovere”. Perché questa è l’impressione che lascia un campionato da 19 sconfitte su 37 giornate: un girone intero vissuto a perdere, fin qui con più risultati negativi che positivi. Lo stesso numero di ko del Cagliari di Massimo Rastelli nel 2016-17, qualcuno potrebbe far notare: giusto, ma allora le vittorie furono 14, numero ben lontano dalle 9 attuali, in attesa dell’ultima passerella al San Paolo-Maradona. Forse per la prima volta in stagione dopo il netto successo dei rossoblù sul Venezia Davide Nicola ha voluto fare il punto sui risultati portati a casa durante la sua gestione. “La salvezza era il nostro obiettivo e lo abbiamo centrato nel modo giusto, senza dover aspettare i risultati degli altri. È normale voler sempre di più, ma per ambire a qualcosa in più servono anche riflessioni diverse e più ampie”, ha detto il tecnico piemontese ai microfoni del nostro Roberto Pinna per Dazn. Quasi a voler dire: io il mio l’ho fatto, siete sicuri che si potesse fare di più? Rispondiamo noi: sì, decisamente. Ma il perché lo ha spiegato bene Matteo Zizola nella sua analisi, pertanto non ha senso soffermarsi oltre sul concetto.
Volontà
Quello che però si può aggiungere è che, in attesa di mandare agli annali la Serie A 2024-25, il futuro di Nicola in rossoblù è ancora tutto da scrivere. Per tutta una serie di motivi, a cominciare da quelli formali. L’ex Empoli nel luglio scorso ha firmato un biennale (con opzione per un altro anno) per legarsi al Cagliari, che lo ha inseguito e per averlo ha dovuto pagare una sorta di indennizzo al club toscano per avere il via libera. Una scelta di grande fiducia da parte della dirigenza rossoblù, che lo aveva individuato come il giusto successore di Claudio Ranieri, specie dopo che l’altro nome in ballo, ovvero Marco Baroni, aveva deciso di accettare la corte della Lazio dopo aver griffato una bella salvezza sulla panchina dell’Hellas Verona. Il compito non era certamente dei più leggeri, come ha avuto modo di ricordare lo stesso Nicola dopo il 3-0 sui lagunari (“Per me non è stato semplice subentrare dopo la presenza di un grande allenatore come quello che c’era prima”), ma la barca è stata condotta in porto esattamente come un anno fa, alla penultima giornata e in uno scontro diretto vinto con autorità. “Se son rose, fioriranno”, verrebbe da dire. Con parole che sembrerebbero confermare la volontà di Nicola di restare sulla panchina rossoblù: “Futuro? Io sono qui, sono venuto a Cagliari con l’idea di costruire qualcosa. Non è solo il contratto che hai che fa di te il timoniere di colori così importanti, quanto il consolidamento di una seconda salvezza arrivata con due diversi allenatori in panchina. Vedremo se in futuro sarà possibile salvarsi prima”. Invece, cercando di leggere tra le righe i messaggi fatti passare dal tecnico di Vigone, una continuazione del rapporto tra le parti sembra tutt’altro che scontata.
Numeri e passato
Con una gara ancora da giocare, dal punto di vista dei numeri il lavoro di Nicola è stato proficuo: 36 punti in 37 giornate (media 0,97 punti a partita), valsi fin qui un quattordicesimo posto in classifica che solo l’Hellas Verona potrebbe togliere a Pavoletti e compagni in caso di vittoria nel turno finale contro l’Empoli. Ovvero gli stessi della passata stagione, ma con due (o una) posizioni guadagnate in graduatoria. Con il miglior rendimento nel 2025 tra le squadre – escludendo il Como – che si sono giocate la salvezza: 22 punti nelle ultime 19 giornate, con la dodicesima posizione in classifica nel solo girone di ritorno, davanti anche a Genoa e Udinese. Da queste cifre nasce l’orgoglio dell’ex Empoli e Salernitana, la cui conferma però resta in discussione. Le parole usate ai microfoni di Dazn dal direttore sportivo rossoblù Nereo Bonato prima della sfida contro l’Udinese (“Al momento siamo concentrati sul presente”) non sono passate sottotraccia, facendo presupporre che a fine stagione in casa Cagliari arriverà il tempo dei bilanci. E il primo argomento sul tavolo della dirigenza non potrà che essere il futuro di Nicola. Come ha giustamente scritto Matteo Zizola, la conferma è una decisione che va ponderata in modo intelligente e con assoluta convinzione e onestà da parte di tutti. Non soltanto da parte del club, ma anche dallo stesso tecnico piemontese. Il parere di chi scrive è abbastanza chiaro e noto da tempo: nessuna preclusione nei confronti di Nicola, anzi. Passato e presente devono avere il giusto peso nella programmazione del futuro, ma gli insegnamenti di questa annata non possono essere trascurati. Andare avanti insieme soltanto per onorare un contratto nella storia del Cagliari non ha mai portato bene: gli esempi dell’ultimo Rastelli e di Semplici, per restare all’età giuliniana, sono sotto gli occhi di tutti. Se il club vorrà continuare con Nicola, credendo che sia l’uomo giusto per continuare e migliorare rispetto all’annata in corso, dovrà mettergli a disposizione una rosa in grado di migliorare quello che è stato fatto in questa stagione, in cui anche dalle parti Sa Ruina si era forse pensato che, per rendimento in campo e valore della rosa, il Cagliari dovesse meritare e ambire a qualcosa di più. Invece, nel momento più caldo dell’anno, invece di puntare a fare il salto in avanti i rossoblù hanno cambiato pelle, snaturandosi e puntando a essere più speculativi per cercare di raggiungere con molto anticipo la quota salvezza, raggiunta solo al 37° turno. E questa è una delle “colpe” attribuibili a Nicola, che ha avuto però grandi attenuanti. Su tutte l’assenza di alternative importanti in alcuni ruoli: chiedere a Zappa e Piccoli, per fare un esempio banale, costretti agli straordinari per tutta la stagione.
Futuro
D’altra parte anche cambiare guida tecnica a favore di un nuovo progetto, con l’ennesima rivoluzione dopo un solo anno e dopo le parole della scorsa estate, sarebbe una scommessa da valutare con grandissima attenzione in casa Cagliari. Ecco perché le prossime settimane saranno molto delicate dalle parti del Crai Sport Center: ora che la Serie A sarà il futuro del club rossoblù anche nella prossima stagione, la dirigenza è chiamata a scelte oculate per non commettere gli stessi errori del passato. Guida tecnica, mercato in entrata e, soprattutto, in uscita: sono questi i temi da discutere nelle prossime settimane, con la leggerezza data dalla consapevolezza di restare un altro anno nell’élite del calcio italiano. Ma senza cullarsi troppo sugli allori, perché le lezioni date dal campionato che si accinge a conclusione non vanno sottovalutata. Per il bene di tutta la piazza, che dopo la salvezza sofferta conquistata da Ranieri nutriva aspettative diverse nei confronti di Nicola e dei suoi ragazzi, andando incontro invece a una stagione che, nonostante il raggiungimento dell’obiettivo della permanenza in Serie A, rischia di lasciare pochi ricordi ed emozioni nei cuori dei tifosi rossoblù.
Francesco Aresu