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Cagliari, da rimpianto a protagonista: Prati cerca il riscatto con Pisacane

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Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei. Un detto popolare che, nel caso di Matteo Prati, assume oggi i contorni di un’opportunità concreta più che di una semplice massima popolare. Perché attorno al giovane centrocampista ravennate, nel nuovo Cagliari che sta prendendo forma, si sta delineando un contesto che potrebbe finalmente valorizzarlo a dovere. Un ambiente tecnico rinnovato rispetto alla scorsa stagione e una guida giovane, quella di Fabio Pisacane, alla sua prima esperienza in panchina in Serie A.

Paradosso
Una chance, quella del tecnico campano, maturata grazie ai risultati ottenuti alla guida della Primavera rossoblù, capace di vincere la Coppa Italia di categoria e sfiorare l’accesso ai playoff, mancati solo per gli scontri diretti in favore del Milan. Il tutto, incastonato nel solco di una linea societaria ormai sempre più definita: ringiovanire l’organico e puntare sulla valorizzazione dei profili interni. Filosofia perseguita con crescente convinzione dalla dirigenza isolana. Uno scenario che potrebbe rivelarsi congeniale per il numero 16 rossoblù, approdato in Sardegna nell’estate del 2023 come uno dei colpi più significativi della sessione di mercato: un investimento importante, costato quasi sei milioni di euro alle casse rossoblù, forte della volontà del presidente Tommaso Giulini e dall’allora tecnico Claudio Ranieri. Il classe 2003 era stato accolto come il potenziale faro del centrocampo del futuro: un giocatore dotato sia di visione di gioco, capacità di verticalizzare e sia in grado di dare equilibrio tattico e senso della posizione alla squadra. Eppure, dopo due stagioni, l’impatto atteso non si è ancora materializzato, grazie a un rendimento a tratti discontinuo, aggravato dall’infortunio alla caviglia rimediato nella sfida contro il Lecce a inizio campionato scorso e da una concorrenza particolarmente serrata in mediana con Antoine Makoumbou, costantemente preferito dall’ex tecnico Davide Nicola nella posizione di play.
Tutti elementi che hanno ostacolato in modo significativo il processo di crescita del centrocampista romagnolo, che ha sempre trovato conferme con la maglia azzurra, punto fermo dell’Under 21 guidata da Carmine Nunziata, appena eliminata dall’europeo di categoria. La differenza di rendimento tra rossoblù e azzurro ha suscitato più di una perplessità tra gli addetti ai lavori, come il capo delegazione degli azzurrini Giancarlo Antognoni, che lo scorso 24 marzo disse: “Perché Prati gioca poco? Me lo domando anche io, fa parte di un gruppo di giocatori di cui speriamo che giochino più spesso. Matteo è un giocatore molto tattico che dà ordine, se gli dai palla la mette in banca”. Un equivoco tecnico, insomma, che ora – forse – potrebbe finalmente trovare soluzione.

Scelte
“Non si costruisce nulla da soli”, ha dichiarato Fabio Pisacane nel suo primo messaggio da tecnico della prima squadra, e mai come oggi queste parole sembrano delineare il nuovo corso rossoblù. L’ex difensore ha tracciato la rotta: sarà l’anno “dell’insieme”, dove squadra, staff, società, tifosi e città dovranno muoversi all’unisono. In questo spirito di rinnovata unità, ci si chiede se ci sarà finalmente spazio per una visione più coraggiosa, che metta giocatori proprio come Prati al centro del progetto tecnico. Ancor di più se si considerano le qualità dell’ex Spal e l’idea di calcio del neo tecnico campano, che in questi anni alla guida della Primavera ha spesso promosso un centrocampo con elementi in grado di unire qualità e quantità adottando spesso un assetto a tre a centrocampo, dove elementi di qualità e gamba – come Marcolini, Sulev, Balde e Liteta – sono riusciti a coesistere con equilibrio. Allo stesso modo Prati, in un ipotetico modulo a tre a centrocampo riproposto da Pisacane anche in prima squadra, potrebbe agire da vertice basso, ruolo a lui più congeniale, riuscendo così a valorizzarne le sue doti da regista ed equilibratore, senza, per forza, escludere una coesistenza con lo stesso Makoumbou, ovviamente in caso di permanenza del franco congolese in questa finestra estiva di mercato.

Occasione
La maturazione tattica del ravennate, unita al cambio in panchina, potrebbe rappresentare la svolta tanto attesa. “In azzurro sento di avere responsabilità e fiducia, nel club a volte non è così semplice. Ma continuo a lavorare”, queste le sue parole alla vigilia della seconda gara dell’Europeo Under 21 contro la Slovacchia, vinta per 1-0 dagli Azzurrini. Parole misurate, che celano un disappunto, ma anche una profonda determinazione. Un segnale chiaro della personalità di un ragazzo che, pur tra tante pressioni, ha sempre mantenuto equilibrio e professionalità, senza mai alimentare polemiche. Momento che, (il condizionale è d’obbligo) potrebbe finalmente essere arrivato. In attesa delle scelte di mercato che definiranno l’organico della prossima stagione, archiviato l’europeo Under 21, Prati osserva, riflette e si prepara. Con una speranza oggi più concreta che mai: diventare finalmente protagonista anche in rossoblù. Non più una promessa, ma un punto fermo. Con la speranza di poter finalmente vivere una stagione da titolare, avendo l’opportunità, stavolta concreta, di dimostrare di poter davvero essere, anche nei fatti, quel giocatore in grado di fare la differenza. Per sé, per il Cagliari, e per un progetto che, ora più che mai, mira al contributo di tutti, compreso quello del suo numero sedici.

Giuseppe Meloni

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