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Cagliari, dalla fiducia in Piccoli a Coman: la salvezza passa dalle scelte in attacco

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“Per il ruolo di centravanti abbiamo deciso di dare ulteriore fiducia a Piccoli: Roberto sta facendo bene e potenzialmente può andare in doppia cifra”. Così Nereo Bonato, direttore sportivo del Cagliari, ha giustificato in conferenza stampa la scelta del club presieduto da Tommaso Giulini di non intervenire sul mercato invernale per portare alla corte di Davide Nicola un’altra prima punta per sostituire Gianluca Lapadula, partito verso La Spezia negli ultimi giorni di trattative. In attacco è arrivato Florinel Coman, sì elemento duttile ma, come ci ha detto l’ex ct della Romania Edward Iordanescu, non esattamente il prototipo del centravanti fisico e potente rappresentato da Piccoli.

Numeri
L’ex Steaua Bucarest è stato, come arcinoto, l’unico altro rinforzo del club rossoblù sul mercato di gennaio – anche se è arrivato il 3 febbraio, poche ore prima di Cagliari-Lazio e della fine delle trattative – oltre a Elia Caprile. Coman rappresenta una scommessa intrigante, arrivata in prestito secco anche perché, dato che l’accordo tra Cagliari e Al-Gharrafa è stato chiuso il penultimo giorno di mercato, ormai non c’erano più i tempi tecnici a livello burocratico per preparare tutte le carte e definire un ulteriore diritto di riscatto. Del futuro del 26enne rumeno se ne riparlerà a inizio estate, quando ormai la stagione sarà finita e, si spera, i rossoblù di Nicola avranno centrato l’obiettivo permanenza in Serie A. Uno step necessario per poter definire lo status di vari calciatori il cui destino è in bilico, tra contratti in scadenza e, soprattutto, eventuali riscatti. I nomi sono ben noti: Adopo, Caprile e Piccoli, in ordine alfabetico e di “quibus”, inteso come cifra stabilita per il riscatto. Per il centrocampista serviranno 4 milioni, per il portiere il doppio, mentre per il centravanti bergamasco addirittura il triplo, con 24 milioni in totale. Numeri fissati per contratto, ma che non essendoci obbligo potrebbero anche essere ridiscussi dal Cagliari con Atalanta e Napoli, club proprietari dei cartellini dei tre giocatori citati. Bonato è sembrato pienamente consapevole della serietà del compito che lo attenderà il prossimo giugno e davanti ai cronisti ha tracciato le linee del modus operandi tenuto dal club rossoblù nelle ultime settimane.

Indecisione
Il tema attaccante ha smosso la nota vis polemica dei tifosi cagliaritani, anche se ad accendere la miccia non sono certamente stati loro tra bar e social. “Sul mercato dobbiamo ancora fare qualcosa. Un giocatore probabilmente con caratteristiche offensive lo cercheremo, non so ancora ora perché siamo su varie piste”, disse Tommaso Giulini lo scorso 19 gennaio nel trionfale post-partita contro il Lecce, spinto forse anche dall’ottimismo generato dal roboante 4-1 interno sui salentini. Parole che hanno stuzzicato la fantasia di giornalisti e tifosi, impegnati a capire per giorni chi fosse il profilo individuato dal Cagliari per affiancare o sostituire, all’occorrenza, l’intoccabile Piccoli. Sì, perché quella sembrava la necessità principale del club: un altro attaccante per far rifiatare il classe 2001 di Bergamo e cercare di risolvere il problema della concretezza sottoporta certificato dal dato degli expected goal (al momento 30,1 contro i 24 gol segnati). La strategia del Cagliari però non è stata chiara, per usare un eufemismo. Un giorno l’obiettivo era un esterno (Johnsen della Cremonese), un altro un centravanti fisico (Dessers), il giorno dopo ancora una seconda punta duttile (Shomurodov, Okereke o Kouame), l’indomani un profilo di prospettiva (Nordås). Alla fine, come ormai è noto, nessuno di loro è arrivato: con lo slot liberato a soli tre giorni dalla fine del mercato dalla cessione di Lapadula allo Spezia – quando ormai tutto o quasi lasciava presagire la permanenza in rossoblù dell’italoperuviano – il club rossoblù ha provato ad affondare il colpo con il Tromsø per Nordås, ma i norvegesi ormai avevano già in mano la più ricca offerta del Luton Town che si è quindi assicurato le prestazioni del centravanti classe 2002 nato a Lillestrøm. Così Bonato ha dovuto ripiegare su Coman, nella speranza che il rumeno possa essere l’elemento in grado di rinvigorire a livello realizzativo un attacco basato sulle potenti spalle di Piccoli e che, fin qui, ha messo a segno soli 8 gol su 24: 6 per l’ex Atalanta, uno a testa per Pavoletti e Luvumbo. Poco, troppo poco per una squadra che sulla carta avrebbe dovuto salvarsi con meno patemi d’animo rispetto alla scorsa stagione.

Inamovibile
A prescindere dall’arrivo di Coman, però, una delle certezze date da Bonato in conferenza stampa è la totale e incrollabile fiducia riposta in Roberto Piccoli. Che fin qui sta disputando la sua migliore stagione in carriera, la prima in cui è titolare inamovibile: 6 gol in campionato più 2 in Coppa Italia, compresi 3 assist (2 in A, uno in coppa) e, soprattutto, 1.907 minuti giocati su 2.070 (senza contare il recupero). Sempre titolare, costantemente nel vivo del gioco, il 23enne cresciuto nell’Atalanta è il pilastro offensivo su cui si poggia la manovra di Davide Nicola, che non rinuncia mai alla sua fisicità e alla voglia di lottare. Il Cagliari ha preferito non affiancargli un competitor nel ruolo di pivot, delegando Pavoletti al compito sia di chioccia che di eventuale partner in caso di necessità. Nessuno a fargli ombra, in sostanza: a patto, però, che Piccoli risponda nel modo migliore possibile. Ovvero arrivando alla doppia cifra a fine stagione, dopo aver trascinato gli isolani all’attesa salvezza. Anche perché uno dei passaggi ripetuti nelle ultime settimane dai vari rossoblù (Nicola, Bonato, Giulini e anche i giocatori) è stato la continua sottolineatura della “forza del gruppo“. Uno spogliatoio forte con diversi elementi di personalità, in cui necessità e caratteri dei giovani e dei senatori si mixano per raggiungere lo stesso risultato, ovvero la permanenza nella massima serie. È più importante rispettare l’unità dello spogliatoio che rischiare di minarla portando elementi “sconosciuti non allineati”, il succo del discorso fatto da Bonato. E quindi avanti con Piccoli, con Pavoletti e Kingstone – passato dal giocare in Primavera per fare minutaggio in vista di una cessione in prestito per maturare all’essere una risorsa da sfruttare – come backup in caso di necessità, più l’incognita Coman. Nella speranza che forza d’animo e strapotenza fisica assistano il bergamasco fino alla fine del campionato e che la tanto agognata doppia cifra arrivi, insieme alla salvezza del Cagliari in piena primavera. Per dimostrare a tutti che l’azzardo invernale avrà davvero pagato.

Francesco Aresu

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