“Me gustas tu“. Era questo il titolo della canzone poi diventata hit internazionale di Manu Chao, che ancora oggi è colonna sonora delle estati in tutto il mondo. Un’espressione ripetuta per tutto l’arco del brano quella del cantante francese naturalizzato spagnolo, usata per raccontare i piaceri della vita e, con essi, l’amore verso il partner. Allo stesso modo, allora, il Cagliari potrebbe intonare le stesse parole riferendosi a uno dei simboli della salvezza: uno dei calciatori che più ha fatto innamorare la tifoseria rossoblù, ovvero Yerry Mina. Un ritorno decisivo, quello del difensore colombiano, che dopo tre settimane di stop, non è voluto mancare all’appuntamento cruciale della stagione contro il Venezia, gara che ha consegnato la salvezza matematica rossoblù. Una salvezza che, tra i tanti nomi, porta anche il suo. Perché, al di là del gol dell’1-0, è stato autore di una prestazione impeccabile. Perno centrale di una difesa esaltata dalla sua presenza, ha contributo al 7° clean sheet stagionale – il 5° con lui in campo. Un giocatore che rappresenta un punto di riferimento dentro e fuori dal terreno di gioco, andando ben oltre il rendimento tecnico: simbolo di solidità e determinazione, qualità indispensabili per puntare a nuovi traguardi.
Tra passato e presente
Uscito per infortunio al minuto 39 nella sfida contro la Fiorentina del 23 marzo – a cinque giornate dal termine del campionato – Mina ha lasciato un vuoto in un momento complesso. Prima della sfida contro il Verona (poi vinta dai rossoblù), infatti, il Cagliari era reduce da un pareggio e due sconfitte che lo vedeva fermo in 16ª posizione a +5 dalla zona retrocessione. Il suo infortunio aveva destato non poche preoccupazioni dalle parti di Assemini, soprattuto in vista di un rush finale emotivamente delicato, con appuntamenti impegnativi contro Udinese, Como e Venezia. L’ipotesi di non riaverlo a disposizione fino al termine della stagione sarebbe stata una perdita pesante. Un problema reso ancor più grave dal forfait di Sebastiano Luperto prima della trasferta di Como, problema che ha costretto il tecnico Nicola a schierare per la prima volta in stagione dall’inizio, la coppia poco rodata Obert-Palomino. Una soluzione che ha mostrato i suoi limiti, a conferma di quanto Mina e Luperto siano centrali negli equilibri difensivi. Le assenze, così come i punti lasciati per strada dopo la vittoria contro l’Hellas, hanno iniziato a complicare una salvezza che, almeno secondo alcuni, sarebbe dovuta arrivare prima. Ma questo è il passato. Il colombiano, pur non essendo al meglio, è tornato in campo per la sfida decisiva contro il Venezia, stringendo i denti pur di esserci. E, guarda caso, è stato determinante: prima con il gol che ha sbloccato l’incontro che ha spezzato la tensione in un match carico di pressione, poi guidando la difesa con autorevolezza e sicurezza. Migliore in campo, nella giornata che ha sancito la salvezza matematica dei rossoblù.
Numeri
Gol e prestazione difensiva costruiti su qualità, forza, grinta, determinazione e agonismo puro. Mina giganteggia in difesa non solo per fisicità, ma per leadership e carisma: un punto di riferimento emotivo per tutto il gruppo, ha annichilito l’attaccante danese dei lagunari Christian Gytkjær, subentrato all’ex Gaetano Oristanio, per tutta la gara. In una stagione fatta di alti e bassi da parte dei rossoblù, il rendimento di Mina è cresciuto, a conferma di uno stato di salute sia fisico che mentale ottimale ritrovato che gli ha permesso di riconfermarsi come una risorsa preziosa anche in questa stagione. Anche grazie alla gestione accurata di Nicola, che ha permesso al difensore ex Fiorentina di trovare continuità, nonostante i ripetuti viaggi per le convocazioni con la nazionale colombiana. Dopo anni condizionati da infortuni e impiego intermittente, Cagliari ha rappresentato per Mina una rinascita: 30 gare da titolare con Nicola in panchina, mai così tante dal 2019-20 quando con la maglia dell’Everton stabilì il suo record stagionale in Europa collezionando 33 presenze tra Premier League e coppe. Nelle tre annate successive aveva raccolto appena 43 gettoni totali, conferma di quanto a Cagliari abbia ritrovato condizione e di conseguenza ritmo e fiducia. Una progressione che ha reso il suo finale di stagione determinante per il raggiungimento dell’obiettivo salvezza. Con lui in campo, il Cagliari può sicuramente contare su un valore aggiunto in termini di solidità e carisma. I dati lo confermano: primo in squadra per contrasti effettuati (62), per percentuale di dribblatori fermati 78%, per blocchi (ovvero numero di volte che si è frapposto tra la porta e la palla), e intercetti, (rispettivamente 56 e 36). Primato anche nei salvataggi (159) e negli interventi aerei riusciti (92 su 141). Senza dimenticare i 151 palloni recuperati. Numeri che raccontano lo strapotere fisico e mentale di un calciatore ormai imprescindibile nella retroguardia sarda.
Futuro
A breve è atteso l’accordo per il prolungamento del contratto. La volontà è reciproca: il Cagliari vuole ripartire da lui, e lui vuole restare in una piazza dove ha trovato centralità e rispetto. La frase con cui ha chiuso l’intervista nel post gara contro il Venezia: “Cagliari senza Mina? Ora pensiamo cosa fare”, è la conferma di un dialogo aperto che, salvo sorprese, potrebbe concretizzarsi presto. Nel futuro rossoblù ci sarà sicuramente spazio per giovani da valorizzare, ma anche di guide esperte come Mina. Un mix funzionale per accelerare la crescita della squadra e alzare l’asticella degli obiettivi, permettendo magari, una salvezza ancor più anticipata in futuro. Per costruire una squadra solida servono basi solide. Una di queste ha trent’anni, viene dalla Colombia, indossa la maglia numero 26 e ha appena ricordato a tutti quanto possa essere decisivo.
Giuseppe Meloni