Claudio Ranieri continua a fare la valigia per il viaggio in Serie A del suo Cagliari. A poche ore dall’ultima chiamata per l’imbarco il tecnico romano fa la conta di quello che possiede in vista del complicato ritorno in massima serie: un lavoro di costanza e attenzione sulle fasce c’è, idem una linea mediana in crescita, messi nel bagaglio a mano anche i tanti giovani con voglia di emergere come Luvumbo e Oristanio, presente anche un Radunovic voglioso di dissipare ogni dubbio sulla sua titolarità, dentro il trolley di Sir Claudio infine anche l’esperienza di alcuni veterani di qualità come il recuperato Viola. Manca però un attacco pronto per la lotta salvezza in A.
Indicazioni
L’esordio ufficiale della stagione alla Unipol Domus in Coppa Italia contro il Palermo ha dimostrato che il Cagliari di Ranieri non muore mai e che è ha quella importante qualità di riuscire a stare sempre in partita, ma la sfida ai rosanero ha anche evidenziato le lacune di un attacco ancora indietro per meccanismi e alternative. Per quanto riguarda le idee tattiche non potrebbe essere diverso. D’altronde il Cagliari di Ranieri da inizio raduno e poi in ritiro in Valle d’Aosta si è spesso, se non sempre, allenato sui focus di costruzione offensiva con pochissimi titolari di ruolo. Anche nelle stesse prime amichevoli estive spesso hanno giocato in avanti o giocatori adattati o calciatori ai margini del progetto, come Pereiro. Lella e Viola da sotto punta, Luvumbo e Oristanio avanzati di qualche metro. Tante e diverse le formule creative usate da Ranieri nel pre-campionato date le poche opzioni. Chiaro che ancora schemi e posizioni debbano subire un processo di rivoluzione e di miglioramento prima di funzionare a dovere. Mentre per quanto riguarda le poche alternative in attacco Ranieri ha in qualche modo, con stile, battuto cassa al termine del successo in Coppa Italia: “Lo sanno anche i muri di cosa ha bisogno, un attaccante e due centrali di difesa”. Una sparata schietta e un’uscita che si ripete dopo lo stesso messaggio già mandato a club e giornalisti ai piedi delle Alpi, che sottolinea come i rossoblù debbano provare ad accelerare sul calciomercato per regalare una punta, possibilmente già pronta, al tecnico romano. Salvo evitare un inizio di Serie A con la rosa lontano dall’essere completa e l’allungarsi dei tempi minimi necessari per fare passare idee e concetti di gioco. In una corsa contro il tempo che non aiuta un club che dovrà da subito fare i giusti punti per la salvezza e non potrà permettersi una partenza falsa.
Profili
Riguardando alla gara con il Palermo sarebbe ingiusto mettere in croce Pavoletti. L’attaccante livornese ha sbagliato un rigore nella prima frazione, vero, ma si è sbattuto tanto, spesso da solo e molto lontano dai compagni, contro tutta la difesa dei siciliani. Se il Cagliari infatti ha lavorato molto bene sulle fasce per provare a servire l’ex Napoli, lo stesso non si può dire del lavoro di aiuto nei secondi palloni e di appoggio in costruzione. Situazioni di gioco dove Pavoletti è stato lasciato troppo isolato. Non è un caso che il livornese sia uscito quasi stremato nella ripresa. E l’errore che piazza, club e lo stesso Pavoletti ora potrebbero fare è quello di chiedere troppo al numero 30 rossoblù. Pavo, lo ha dimostrato a Bari, è l’uomo utile al momento giusto. Il calciatore di esperienza e mille battaglie da utilizzare dall’inizio o a gara in corso, ma con un reparto che possa accompagnarlo. Il centravanti che ha riportato i sardi in A non ha più nelle gambe una stagione da 30-35 partite e da anni non ha più i numeri del bomber principe. Può essere chiaramente molto importante e protagonista, senza però essere caricato eccessivamente di compiti e soprattutto all’interno di un contesto che lo valorizzi tatticamente. Discorso a parte per Shomurodov, parso davvero lontanissimo dalla condizione migliore. L’uzbeko ex Roma e Spezia è entrato nel finale e ha toccato pochissimi palloni. Anche lui sembra un po’ soffrire se deve fare reparto da solo, ma per valutarlo occorrerà attendere che ritrovi un minimo di fiducia e di minuti sulle gambe. Ma il Cagliari, e il Palermo lo ha dimostrato, non ha tutto questo tempo per aspettarlo. Verrebbe da chiedersi come mai un giocatore che arriva da un paio di stagioni in chiaroscuro, con più ombre che luci, decida di aspettare una chiamata prima di rimettersi in moto atleticamente, magari in forma personale con un preparatore. Una mancata dimostrazione di voglia di rivalsa? Siamo sicuri che Ranieri anche psicologicamente riuscirà a recuperare finora quello che è il suo unico rinforzo in attacco. In chiusura il capitolo Luvumbo, lo spacca partite rossoblù. Con lui in campo l’attacco ha un’altra marcia. Dribbling, tiri e assist, come quello a Di Pardo che ha deciso il match con il Palermo. Nel mezzo anche tante scelte di gioco ancora ingenue. L’errore più grande ora sarebbe quello di fare troppo affidamento su di lui, con l’impatto in Serie A che potrebbe essere difficile, specie tatticamente, per il talento angolano. Il percorso in Italia fin qui lo ha dimostrato: Zito va accompagnato con un percorso graduale senza troppe pressioni e lasciandogli un minimo di libertà. L’arrivo di un’altra spalla di qualità lì davanti ne aiuterebbe la crescita e l’ambientamento in massima serie in quella che deve essere anche la stagione della sua definitiva consacrazione in Sardegna.
Roberto Pinna