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Cagliari, quanti sono i demeriti altrui e i meriti propri di questa annata?

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Diciotto sconfitte. Quasi un intero girone di sole partite perse. Dopo il 2-1 subito in casa dal Cagliari, contro un’Udinese senza più nulla da chiedere a questa stagione, il malumore nell’ambiente rossoblù è evidente. La squadra di Davide Nicola ha provato a seminare qualcosa in alcuni momenti del campionato, ma fin qui non ha raccolto se non rimpianti e l’impressione di un qualcosa che poteva essere e invece non è stato.

Annata
Sia chiaro, per la salvezza matematica manca davvero solo l’ultimo sforzo e riuscire a rimanere in Serie A è un qualcosa di non trattabile per l’importanza del futuro di questo club, però dalla squadra di Nicola era lecito aspettarsi un qualcosa di più. Specie per le belle parole di identità, carattere e consolidamento spese a più riprese in estate e nella prima parte di campionato. Invece alla fine il Cagliari, salvo colpi di scena clamorosi, resterà in Serie A con un po’ di merito proprio e con tanti demeriti altrui. E anche un pizzico di fortuna rispetto ad altre stagioni. Basti pensare agli infortuni che hanno falcidiato diversi club, come Monza o Empoli, mentre per i rossoblù l’unico vero lungo assente è stato Zito Luvumbo per una parte di campionato. Il caso che vince sul percorso, può sembrare drastica come visione però nel fondo della tazzina di questa Serie A del Cagliari questo strano retrogusto resta e rimarrà con ogni probabilità.

Impressioni
Quanti sono i giocatori davvero valorizzati in questa annata? Sicuramente alcuni giovani come Obert o Prati hanno un po’ subito un contraccolpo, fatti salvi alcuni momenti, e a loro spesso è stata preferita l’esperienza o la solidità. Forse un’occasione mancata in un campionato a rilento per far crescere chi dovrebbe essere il Cagliari del futuro a discapito di giocatori a fine contratto o non più nei piani del club. E dire che Nicola aveva iniziato con propositi diametralmente opposti, almeno a parole. Quando poi la classifica ha iniziato a scricchiolare però il tecnico piemontese ha badato più a breve termine che al lungo termine, in barba ai discorsi su progetti e percorsi. Vero alcuni calciatori come Zortea o Piccoli hanno performato anche meglio rispetto alle previsioni, ma di fatto senza alternative in rosa questo è stato una diretta conseguenza. Curiosamente uno dei più valorizzati dal modo di giocare di Nicola è stato Augello, che ha rischiato di andarsene a stagione in corso e che ancora non ha certo il suo futuro. Simbolo di un club che a sua volta non può essere esente da delle colpe.

Bilancio
Il bilancio definitivo si potrà tirare tra tre partite ma la linea è abbastanza tracciata e l’idea che questo Cagliari abbia reso nel complesso meno delle proprie potenzialità resta. Fermo restando che l’attuale Serie A a 20 squadre conferma di essere un campionato dai valori in costante ribasso e dallo spettacolo sempre minore, dove bastano pochi dettagli per cambiare il punto di vista e i piani. E la curiosità ora è capire come verrà valutato il primo anno d.C., dopo Claudio, da chi muove i fili della società rossoblù. Perché il direttore sportivo Nereo Bonato ha parlato di volontà di evitare complesse rivoluzioni, ma forse dalle parti di Asseminello il pensiero che il rammarico vinca sul risultato potrebbe portare a dei cambi sicuramente non attesi appena qualche mese fa.

Roberto Pinna

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