Uno sguardo al passato che si mischia con il presente, un altro al futuro prossimo. La Sassari che ha accolto gli eroi dello Scudetto ha potuto far riaffiorare quei ricordi di gioia del 26 giugno 2015 colorati dal biancoblù di casa Dinamo. E vivere così nuovamente sulla pelle emozioni difficilmente ripetibili, anche se non impossibili per citare il presidente Sardara, che possono aiutare a immagazzinare quell’energia mentale necessaria per fare bene nel domani in campo.
Segnali
Sul palco c’erano tutti. C’era capitan Vanuzzo, c’era Rakim Sanders che a Sassari ha giocato la sua migliore pallacanestro, c’era Lawal che dal PalaSerradimigni ha preso il volo definitivo per la sua carriera resa meno gloriosa solo dagli infortuni, c’era quel David Logan che nella gioia data dalla sirena scaraventò via il pallone lontano prima di lasciarsi andare alle lacrime con il compagno nigeriano. Immagini chiare nella memoria di quel giorno ora incastonato nella storia dello sport sardo. C’era però anche Federico Pasquini, che Sassari l’ha lasciata meno di due mesi fa dopo una lunga storia che come ogni ciclo ha un inizio e una fine, ma soprattutto era presente Meo Sacchetti. Il padre del successo, l’uomo capace di far viaggiare quella squadra in maniera diversa trovando la formula giusta per far convivere le individualità e la propria mentalità, grazie alla stella polare della giusta libertà lasciata ai giocatori. Quello che per tutti i tifosi è diventato Meo, che ha fatto della Sardegna una seconda casa, è tornato insieme ai protagonisti e condiviso il palco con chi su quella squadra ha investito tempo e danaro, ovvero la famiglia Sardara. Un segnale di distensione dopo tempi di incomprensioni che rischiavano di gettare una piccola ombra sulla bellezza del passato. Un segnale importante per una comunità affezionata ai ricordi, ma che ha anche voglia di divenire parte in gioco della nuova rivoluzione annunciata e in corso a Sassari.
L’oggi
I festeggiamenti del Triplete hanno fatto passare in secondo piano la costruzione del futuro. Ma alcune notizie negli ultimi giorni sono state importanti. La prima, quella dell’addio ufficiale di Veronesi dopo appena una stagione, pur positiva. Una scelta personale, a detta del giocatore, forse figlia anche di una scintilla mancata con Bulleri dato l’anno di contratto ancora presente. La seconda, la più importante, quella dell’addio di Eimantas Bendzius dopo cinque stagioni in Sardegna. Pedina importante prima, giocatore cardine poi, ma anche capitano dopo l’addio di Gentile. L’importanza di Bendzius nell’economia della squadra è cresciuta nel tempo, così come la disponibilità ad adattarsi a diversi spartiti, capacità che lo ha reso esempio per diversi compagni passati in Sardegna. Perché non solo, soprattutto durante l’era Bucchi, Bendzius è stato un problema per le difese avversarie, con le letture degli spazi e la conseguente efficienza al tiro di primo livello, ma è stato anche in grado di compiere sforzi – specialmente in difesa e a rimbalzo – che nei tratti iniziali del cammino apparivano difficili. Con un rapporto con la piazza che si è ulteriormente stretto durante lo stop forzato per l’infortunio al tendine d’achille a testimoniare un legame che è divenuto speciale anche oltre la pallacanestro. La scadenza dell’accordo e l’età del lituano in avanti, ha portato quasi con naturalezza all’addio. Con Sassari che troverà in Thomas il giocatore in grado di spiegare a chi arriva il significato di gestire la maglia Dinamo e in Mezzanotte soprattutto quel “quattro” in grado di aprire il campo con naturalezza per il tiro o per creare spazi migliori per il lungo in campo sotto i tabelloni. Non un compito semplice, ma il segno di una volontà di ricominciare da capo che ora passa dalle scelte future, soprattutto in quel backcourt che si è dimostrato cruciale nelle ultime annate. Con Sassari che è cresciuta di livello quando i suoi piccoli, vedasi anche Bibbins e Cappelletti nell’ultima annata, o ancora l’apporto di Robinson o di Dowe, hanno portato le loro prestazioni su livelli più alti di quanto atteso.
Matteo Cardia