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Giulini-Di Francesco: botta e risposta ma il Cagliari non svolta

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Lo sguardo fisso su un punto preciso del campo avversario, una goccia di sudore a rigare la fronte, la mano in tensione per andare a colpire la pallina con la racchetta. Chissà se Tommaso Giulini ed Eusebio Di Francesco si sono mai sfidati su un campo di padel.

Negli ultimi giorni però è andato in scena un bello scambio tra i due a tinte rossoblù. Nessun colpo ai limiti, nessuna schiacciata in faccia o giocata antisportiva. Ma tanti colpi liftati, eseguiti con strategia anche per andare a cercare i punti meno forti di chi sta dall’altra parte della rete. Nel frattempo però l’energia di questo batti e ribatti non è arrivata alla squadra, almeno in ottica risultati. In campo all’Olimpico, va detto, si è visto un Cagliari più quadrato e ordinato. Un piccolissimo passo in avanti, che va preso per quello che è: un minuscolo granello di sabbia alla voce aspetti positivi. Che servono come il pane a una squadra che deve disperatamente fare punti per salvarsi.

Scambio – La prima battuta è stata di Giulini, nel giorno della sconfitta contro il Genoa e soprattutto nel pomeriggio del rinnovo di contratto per il tecnico. Una bella prova di fiducia, anche per responsabilizzare maggiormente il gruppo. In quell’occasione tra le altre cose Giulini disse anche: “Sono sicuro che Di Francesco ha in mano la squadra e qualora si accorgesse del contrario sarebbe lui il primo a fare un passo indietro. Ora tutti dobbiamo dare qualcosa in più, Di Francesco in primis”. Punto. Il tecnico pescarese ha provato a ribattere negli ultimi giorni di mercato: “A questa squadra manca un regista”. Palla sulla rete e contrattacco Giulini: “La classifica è ridicola per la rosa a disposizione. Play? Abbiamo già Nainggolan, Deiola e all’occasione Marin in quel ruolo”.

E sul tema Marin ecco un nuovo colpo imprendibile del patron: “I problemi visti fin qui? Nascono da tre equivoci: il primo il progetto iniziale del 4-3-3 con Joao Pedro largo in attacco, il secondo l’acquisto funzionale per quel modulo di due giocatori come Ounas e Sottil che alla lunga però hanno dimostrato di non poter dare equilibrio difensivo, infine l’equivoco di aver preso Marin per fare il regista quando invece il rumeno ha dimostrato di fare meglio la mezzala in Serie A”. Sono tre equivoci tutti sul progetto tecnico, difficilmente non sono andati a segno. A cui poi si è aggiunto: “Non voglio sentire parlare di modulo o gioco, ora conta solo mantenere la categoria”. Di Francesco, in contropiede troppo sotto rete, ha restituito prima un colpo liftato alla vigilia della Lazio: “Snaturarsi completamente non credo sia una cosa corretta, l’autenticità alla lunga paga. In questo contesto non sono riuscito a dare un’identità alla squadra. Ora mettiamo da parte il discorso io e pensiamo al noi, ma questo non riguarda solo me, ma anche giocatori e società. Gli alibi non li ho mai cercati e ci metto la faccia, ognuno ha le proprie responsabilità. Le chiacchiere ora non aiutano”. Dopo la Lazio ecco un bel rovescio del tecnico ex Sampdoria: “Sono usciti dei centrocampisti dal mercato e sono entrati dei difensori. Ho anche dovuto per esigenze tattiche mettere un 3-4-2-1 ma volevo essere meno basso in alcune situazioni. Abbiamo preso Asamoah che veniva da un’inattività di un anno e devo dire che sta già bene, Rugani veniva da due partite giocate al Rennes, poi Duncan e Deiola infortunati”. Insomma, la partita non è ancora conclusa, difficile capire chi è in vantaggio. Sicuramente non il Cagliari.

Roberto Pinna

 
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