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Il calcio che fu | Ciro Formisano

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Una serie di “quadretti” di calciatori del passato cagliaritano e non solo, a cura di Nino Nonnis.

L’ho fatto vedere a mio figlio: “Lo vedi quel ragazzone? Quello è un ex calciatore”. “Portiere?” – “Sì, come hai fatto a indovinare?”. “Beh, è stato facile, mi hai detto ex calciatore, quindi non poteva essere portiere d’albergo”.

Infatti, se non specificate potrebbe sembrare un portiere di un grande albergo, di quelli che mettono soggezione, eleganti anche in pigiama, direi statuari, se il termine non si prestasse a equivoci in mezzo ai pali.
Uno può avere e lui l’ha avuta, una carriera fatta di occasioni mancate, appuntamenti decisivi, gavetta e speranze, e Ciro in questo è paradigmatico, non vorrei che si offendesse leggendo. Tutta la sua vita calcistica, che significa una esistenza, gli ha fornito il materiale per riviverla, perché a lui così piace, e un nome è una caratteristica, un episodio, una foto di gruppo è un inventario di amici, ma non come si dice, ma come te li fa sentire lui, momenti di vita, di consonanza e di episodi, che il tempo perpetua, basta che ci sia il generatore e Ciro lo è, per inesausta nostalgia di vita.

Potrebbe parlare di donne, sarebbe credibile anche se dicesse balle, perché è un bell’uomo, invece parla più volentieri di uomini, perché sono colleghi di passione, amici di un’ora, di un anno, per la vita. Con lui abbiamo rivisto a Nuoro Gian Pio Porcu, che ora non c’è più, ma noi lo citavamo con trasporto anche quando era in vita. Appartiene a quell’apporto generoso di gente del sud che è emigrata a Cagliari e nel tempo di una mezza generazione si è inserita nel nostro capoluogo, i cognomi ti dicono la storia, il carattere ti fa intuire la discendenza. Ciro ha giocato tra le altre col Cagliari, in quei tempi, e già questo da solo fornisce un tono di unicità, come una laurea a Oxford.
Adesso è in attesa di un responso medico che lo fa stare in apnea e io proprio stamattina ho parlato di lui con l’amico Nanni Boy, al quale devo i miei esordi giornalistici, ad altri devo la mia fine. Nanni mi ha fatto venire la voglia di scrivere di Ciro, perché lui ha sempre citato tutti e adesso quei tutti tratterranno il respiro per lui. L’ansia di un rigore dura il tempo di una rincorsa, ci accontenteremo che finisca fuori perché non è giusto subire gol dopo un rigore che non c’era. Forza Ciro.

Nino Nonnis

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