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Le Pagelle di Cagliari-Inter: Luvumbo sopra le righe nel grigiore generale

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I nostri giudizi sul Cagliari sconfitto dall’Inter alla Unipol Domus nella partita di chiusura della seconda giornata di Serie A.

Radunovic 6: non che il serbo abbia chissà quali colpe sui gol, può poco sia sul destro di Dumfries che sulla rete di Lautaro, ma sono le uscite il vero cruccio della sua serata. In netta difficoltà su tutti i palloni alti, aggiunge paura a una retroguardia di per sé tutt’altro che tranquilla. E non è dettaglio da poco. Trova la sufficienza grazie alle dita che evitano il terzo gol di Calhanoglu nel finale.

Zappa 5: sulla sua corsia l’Inter trova la chiave di volta, mettendolo in mezzo senza che lui riesca a capire realmente quale compito assolvere nell’uomo su uomo. E così Dimarco lo scherza più volte, compresa la sverniciata in occasione del raddoppio. Non è aiutato dai colleghi, vero, ma ci mette tanto del suo. Nella ripresa si riprende grazie all’aiuto di Di Pardo, recuperando in parte la serata horror.
Dall’85’ Shomurodov SV: ingresso che arriva tardi a certificare un ritardo di condizione che resta unica ragione della scelta. Perché se sullo 0-2 l’unica punta per provare a recuperare resta in panchina fino a cinque dalla fine altro motivo non può esserci.

Dossena 6: buon approccio, tranquillo ed elegante, soffre poco ed è lui a restare in piedi durante la libecciata. Ma con un pregio che diventa presto difetto, una sorta di piacersi fin troppo che lo porta all’eccessiva calma che in Serie A si paga. Perché gli avversari ti arrivano addosso e spesso lo capisce con un attimo di ritardo. Con l’Inter che abbassa il ritmo porta a casa la pagnotta senza problemi.

Obert 5: poco preciso in impostazione, poco, pochissimo lucido in chiusura. Leggero sul tiro di Dumfries, non capisce il ritardo del compagno e chiude senza mordente. Ma è sul raddoppio di Lautaro che dà il peggio di sé, uscendo senza grande senso dalla linea e facendosi chiamare una scalata errata. Anche lui nel secondo tempo cresce grazie alla maggiore solidità generale e all’avversario più tranquillo.

Augello 6: prova a dare solidità e gamba, oltre a qualche cross con il più bello che arriva quando ormai Pavoletti è out. Non fa nulla di trascendentale né nel bene né nel male, ma comunque è dal suo lato che arriva il vantaggio. Compensa con alcune buone diagonali che salvano dal tracollo e con l’esperienza di chi riesce a restare a galla anche nelle difficoltà.

Oristanio 5: perde il confronto con Bastoni in tutto e per tutto, fisicamente ma soprattutto mentalmente. Sovrastato dall’avversario, non riesce mai a trovare lo spunto e, in più, lascia molto a desiderare anche nelle scelte di pressione. Sempre a metà, non aiuta uno Zappa in difficoltà e forse paga lo scotto dell’emozione contro la sua Inter. Esce per provare una nuova soluzione.
Dal 46′ Di Pardo 6: con il suo ingresso, non solo per suoi meriti, il Cagliari si sistema e la tempesta si calma. Entra bene, tiene la posizione senza disdegnare l’attacco, sbaglia poco e fa il suo.

Makoumbou 5: non lo si vede in costruzione tranne la primissima azione dopo pochi secondi, non lo si vede come filtro con alcune giocate incomprensibili e una confusione di fondo che lo segue mentalmente lungo tutto il primo tempo. Anche lui partecipa al crollo del triangolo di destra dentro il quale l’Inter va a nozze per poi recuperare un minimo con il cambio tattico della ripresa.

Sulemana 5: parte come uomo dedicato a Barella e l’approccio sembra una prosecuzione della gara ottima di Torino. Il primo errore subito riparato con un rientro, il salvataggio su Lautaro alla disperata alimenta ulteriori illusioni. Poi la spia si spegne, perde il contrasto con Thuram e l’inserimento di Dumfries sul vantaggio nerazzurro. Sbagliando troppo anche le cose più semplici. Nella ripresa si ritrova e si riavvicina al giocatore visto nelle prime uscite, ma non basta. Dall’85’ Deiola SV: pochi minuti per incidere.

Jankto 5,5: ci mette l’anima, lo si vede dalle pressioni sfrenate anche fino a Sommer, ma quando riceve palla risulta spesso troppo precipitoso sbagliando più volte. In tutto ciò è utile tatticamente, il senso della posizione c’è e il suo prova a farlo pur senza eccellere. Finita la benzina dopo un’ora, esce per manifesto crollo fisico.
Dal 60′ Azzi 5,5: ha l’occasione per accorciare le distanze e regalare un recupero thriller, ma sbaglia un tiro abbastanza comodo favorendo Sommer. Il resto sono scorribande dritto per dritto nelle quali o sbatte sull’avversario diretto o si ferma per tornare alla casella iniziale. Non che sbagli chissà cosa, ma nemmeno incide particolarmente.

Nández 6: jolly tattico di Sir Claudio, parte come schermo di Calhanoglu per poi scalare a destra capite le difficoltà di Oristanio e infine passare da interno nella ripresa del 4-5-1. Lui corre, si sacrifica, sfiora anche il gol del possibile pareggio, non molla nonostante tutto. Sbaglia poco e non è un dettaglio in una serata così complicata.

Pavoletti 5,5: ha sulla testa una buona occasione e un’altra sulla quale può poco, lotta quanto può pur se palloni buoni non arrivano quasi mai. A incidere su una possibile sufficienza quell’appoggio pesante su Sulemana che crea i presupposti dello svantaggio. Certo, dopo quell’errore si sarebbe potuto evitare il gol in più occasioni, ma resta lo scarico fuori misura. Esce per un problema muscolare. Dal 35′ Luvumbo 6,5: solitario nella notte Zito va, contro tutto e tutti prova a mettere in subbuglio la difesa avversaria e spesso ci riesce. Mette brio e benzina, qualità e fantasia, anche se a volte torna quel vecchio difetto della caduta facile che davvero non ci vorrebbe. Ma tutto il poco che nasce nasce da lui, a conferma che se smussato può essere arma utile anche in Serie A. Cancella l’esordio incolore di Torino.

Ranieri 5,5: per 45 minuti si può tranquillamente dire senza ledere sua maestà che la sua squadra è messa male in campo. Male per distanze, male per contromisure, male per singoli che capiscono poco del collettivo. Il lato destro difensivo è terra di conquista senza che Sir Claudio trovi rimedio se non con l’inversione di Nández e Oristanio. Sceglie l’uomo su uomo senza mettersi a specchio e lo paga contro un’Inter in forma. Nella ripresa mette diversi paravento contro la prima libecciata stagionale e salva punteggio e prestazione, pur lasciando che l’attacco resti al solo Luvumbo. Ma l’atteggiamento e la reazione sono positivi, pur se tardivi. Restano le mancanze di alcuni tasselli, attacco soprattutto. Il secondo tempo dimostra però – al netto di un avversario meno voglioso – che di meglio si sarebbe potuto fare.

Matteo Zizola

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