I nostri giudizi sulla Dinamo Sassari che ha ceduto 83-76 contro Le Portel nella seconda giornata del secondo round di FIBA Europe Cup.
Halilovic 5,5 – l’impatto è ottimo, ma in difesa soffre troppo il duello contro Konate: esce un pochino dai radar con il passare dei minuti e Markovic gli preferisce Renfro.
Bendzius 5 – non la migliore versione del lituano: utile a rimbalzo, ma non incisivo come ci si può aspettare da lui a livello realizzativo. Chiude con un 3/8 da oltre l’arco, con l’ultima tripla arrivata solo nei possessi finali con solo la differenza punti in ballo.
Veronesi 5,5 – si prende meno tiri del solito e viaggia a percentuali più alte rispetto alle ultime due uscite, ma fallisce un tiro aperto che avrebbe potuto riaprire i conti nel finale: in difesa accusa il colpo contro Nunge.
Fobbs 6,5 – uno degli ultimi a mollare nel finale; è autore di alcune buone difese lungo il corso della gara, ma la vena realizzativa non è quella di Venezia.
Bibbins 6 – sempre più una certezza in questa squadra, anche se manca quei canestri che avrebbero potuto riportare sotto la Dinamo. Chiude con 7 assist
Renfro 6 – segna punti preziosi e sembra l’unico antidoto valido contro Konate, mette in campo l’energia giusta sul parquet contro una squadra dalla grande fisicità. Vinicini 6 – parte in quintetto e garantisce minuti utili nella rotazione dei lunghi.
Tambone 6,5 – tante cose utili in quasi mezz’ora di utilizzo: bene anche dal punto di vista realizzativo (3/6 da oltre l’arco), ma anche lui manca un po’ nel finale.
Cappelletti 6,5 – è autore di un ottimo terzo quarto in cui si prende le redini della squadra segnando anche punti importanti: forse meritava qualche minuto in più, ma era difficile pensare tanti piccoli in campo contro una squadra come Le Portel.
Trucchetti n.e.
Piredda n.e.
Sokolowski n.e.
coach Markovic 6 – difficile preparare una partita in 48 ore, con dei viaggi di mezzo: la sua Dinamo fa quel che può, ma paga le fatiche mentali e fisiche della gara con Venezia. Peccato, perché il percorso in Europa ora diventa complicato.
Matteo Porcu