agenzia-garau-centotrentuno

Cagliari, giudichiamo le nuove maglie

Scopri il nostro canale su Telegramle-notizie-di-centotrentuno-su-telegram
sardares
sardares

Presentate dal Cagliari le tre maglie da gioco per la stagione 2019/2020: praticamente identica la rossoblù, pregevole la bianca, mentre la terza è verde militare.

Con un inconsueto anticipo rispetto alle stagioni precedenti sono state presentate i tre completi del Cagliari Calcio firmati Macron per il quarto anno consecutivo (settimo in totale se si considera il triennio 2008-2011). Andiamo quindi ad analizzarle più nel dettaglio, spulciandole da cima a fondo in modo da valutarne al meglio la loro fattura dal punto di vista stilistico ma anche e soprattutto simbolicamente riavvolgendo la pellicola della quasi centenaria storia rossoblu.

Partendo dalla maglia Home notiamo con piacere, dopo un anno di “ospitata” del Newell’s Old Boys alla Sardegna Arena, il ritorno alla maglia cosiddetta “inquartata”. Le due tradizionali bande nel torace, a sinistra rossa e a destra blu, sono alternate dalle maniche nuovamente invertite rispetto alla banda adiacente, pertanto manica blu nel braccio destro e rossa nel braccio sinistro. Tuttavia duole notare, ancora una volta, la mancata inversione dei colori nel retro della maglia, presentandosi con un “blu-rosso” agli antipodi della maglia canonica del Cagliari.

Le maglie della stagione 2018/2019 e 2019/2020: trova le differenze!

Una scelta adottata per la prima volta dalla defunta azienda sarda A-Line, maglia legata indissolubilmente a Gianfranco Zola, ma che poi i vari fornitori che si son susseguiti hanno tristemente continuato ad optare. E in tutto ciò stiamo tralasciando il discorso maniche, anch’esse in teoria da partire in due ad altezza spalla, ma tale dettaglio è stato abbandonato già da metà anni’90, quando i design delle divise da calcio incominciarono ad essere oggetti di marketing e moda e meno ligi alla divisa come mero segno di riconoscimento. Potremmo essere fin troppo conservatori in questo giudizio, potremmo anche ignorare le moderne tecniche di produzione delle divise, ormai sempre più restie a cuciture e maquillage di diversi tessuti, ma grida vendetta vedere che contestualmente una squadra come il Genoa, con la medesima tradizionale partitura, riesce a ogni anno a rimanere sul canonico disegno della ultracentenaria maglia di casa. E di certo il Grifone non gioca con maglie di lana…

Ma tornando alla mera analisi della prima maglia non possiamo notare che, in tempi in cui tra i Trend Topic nostrani finiscono Greta Thunberg e il rispetto dell’ambiente, la parola d’ordine del completo è “Il Riciclo”. Come i più attenti tifosi avranno potuto notare, la maglia è oltremodo un ricalco della divisa prodotta per la stagione 2017-2018. Stessa partitura, stesso colletto seppur leggermente meno spesso, stessi risvolti. E già allora non è che il modello brillasse per fantasia. A cambiare è soltanto il logo Macron che da quest’anno, in tutte le divise (e in ogni squadra fornita dall’azienda bolognese) è presente con il solo logo “Hero” (l’omino stilizzato) in sostituzione del lettering. L’azienda evidenzia la novità dei Quattro Mori embossati ad altezza fianchi nel lato blu e l’hashtag in lingua sarda sul neckback #FORZACASTEDDU (presente in ogni kit): meglio di niente e i riferimenti alla sardità in ogni sua forma son sempre ben accetti quando si disegna la maglia della squadra dell’Isola, ma è decisamente pochino.

Sembra quasi di dover giocare a “Le 7 differenze”: lo sponsor La Settimana Enigmistica sarebbe stato più consono. Una buona notizia comunque per i tifosi che solo due stagioni fa comprarono la maglia e che quest’estate potranno quindi risparmiare 89.90€ (questo il prezzo agli Store ufficiali e online). Insomma, non una brutta maglia in sé a nostro avviso. Si poteva fare molto peggio (vedi la stagione scorsa). La home è sacra, ma si può fare molto meglio, e la sufficienza rimane lontana.

Più succose invece le novità su Away e Third. Sebbene la maglia bianca del Cagliari sia altrettanto sacra e alcuni modelli siano iconici, è giusto che già con essa si sperimenti un po’ di più e si vada oltre il seminato, e su questo bisogna dire che è in questi quattro anni di binomio Macron-Cagliari non si è sbagliato un colpo. Sparisce la banda rossoblu in ogni sua forma ma arriva un elegante motivo vagamente, “a melange”, come delle pinstripes appena accennate. La maglia è decisamente moderna ma non aggressiva, riuscendo a spezzare la monotonia del bianco senza sporcarla troppo. Le linee presenti lasciano poi sapientemente spazio agli sponsor nella parte centrale della maglia, integrandosi così perfettamente (cosa che non avvenne con la banda centrale della passata annata). Un kit sicuramente unico nella storia cagliaritana, sebbene approssimativamente ricordi la maglia firmata NR del triennio 1983-1986. Lì le linee orizzontali rossoblu, tre e ben definite, però cingevano completamente spalle e torace in un disegno in linea con le mode di quel periodo. Sportivamente parliamo degli anni più bui del Cagliari, quello del peruviano Uribe e del selargino Gigi Piras, ma soprattutto erano le infauste stagioni di Amarugi e Moi e della picchiata verso la Serie C. Ecco, speriamo che la maglia ne sia solo un ricordo stilistico… Voto complessivo comunque abbondantemente sopra la sufficienza, un 8 pieno, per una maglia che scommettiamo batterà cassa in Largo Carlo Felice e in Piazza l’Unione Sarda.

Così negli anni Ottanta: bianca con pinstripes orizzontali rossoblù ben definite e continue

Infine la Third. Qui la storia conta ancora meno, lo sappiamo. O si va sull’ormai classico e scaramantico rosso o la fantasia ha campo aperto. La terza serve soprattutto per differenziarsi contro particolari squadre, i colori avveniristici sono più che ammessi ed è sovente la maglia che divide soggettivamente di più i tifosi, che o la amano o la odiano. Macron, come per la home, punta ancora al Riciclo e il modello è di fatto praticamente identico alla terza della stagione 18-19, tolto un aumento delle pinstripes orizzontali embossate a dare un tono simil lucido. A cambiare è il colore principale e dal blu navy si passa ad un discutibile (nel senso che già i tifosi si son divisi nei due blocchi) verde militare. Ecco, se l’anno scorso i tifosi più burloni la etichettarono “La divisa dei Carabinieri”, quest’anno è ancora più semplice accostarla alla divisa dell’Esercito Italiano. Malignamente potremmo dire che del catalogo completo è questo il riferimento più grande alla storia della Sardegna e alle sue basi militari. De gustibus, il voto esprimetelo voi, noi possiamo solo sperare che il camouflage non venga usato dagli uomini di Maran per sparire ancor meglio in trasferta come in quest’ultima stagione. A livello aneddotico aggiungiamo che è la seconda volta che il verde appare come main colour, due anni dopo la comparsata del verde fluo mugugnato alla presentazione di Piazza Yenne e snobbato ai negozi. Di sicuro è che ben lontano da un verde “di Arborea”, da molti richiesto già due anni fa, e che avrebbe decisamente un maggior significato storico.

Ultima nota in conclusione. Considerando che queste sono le divise della stagione 2019-2020 più di qualcuno si aspettava un riferimento al Centenario della società con sede ad Assemini. Vedremo se la scelta della società prelude a ulteriori mosse a stagione in corso, nell’anno solare 2020, con iniziative speciali anche per quanto riguarda le maglie da gioco.

Francesco Aresu (ha collaborato Ivan Sarritzu)