La Torres porta Pazienza. Inteso non solo con l’arrivo del nuovo tecnico, il 42enne ex centrocampista tra le altre di Napoli e Juventus, ma anche e soprattutto come parola chiave da ricercare per far partire un nuovo ciclo.
Visione e pazienza
E il club rossoblù ha dimostrato di saperne avere di pazienza anche in fase di scelta del nuovo allenatore dopo Alfonso Greco. Non è un segreto che la Torres nelle ultime settimane abbia sondato e contattato un’ampia lista di allenatori, – lo ha detto lo stesso direttore sportivo Andrea Colombino in maniera molto schietta e sincera anche ai microfoni di Radiolina – tra i quali Michele Pazienza non è stato nemmeno il primissimo. Tra profili ritenuti non adatti al nuovo progetto e altri attratti da differenti programmazioni e categorie però Pazienza è quello che ha risposto al meglio alla visione del prossimo futuro da parte della società rossoblù. E quali sono questi obiettivi? A descriverli è stato il presidente Stefano Udassi non in conferenza stampa ma in un’intervista congiunta, in termini temporali, con Unione Sarda e Nuova Sardegna. La parola Serie B non deve essere nascosta dopo l’ultima cocente delusione nei playoff di C perché, per citare il presidente rossoblù, “l’ambizione è il sale dello sport”. Ma servirà tempo e lavoro, perché l’obiettivo primario del club, che non cambierà l’attenzione al bilancio e non farà passi più lunghi della gamba in termini di budget rispetto alle passate stagioni, è quello di valorizzare i giovani, sia quelli presenti in rosa che quelli che arriveranno dal mercato.
E il saper lavorare con i giovani è uno dei complimenti che di più hanno mosso, anche ai nostri microfoni, calciatori allenati da Pazienza e colleghi che lo hanno raccontato nelle piazze dove ha allenato. Un tecnico silenzioso e più votato al lavoro che ai proclami, che ha molta fame di dimostrare dopo alcuni progetti chiusi con più ombre che luci. Per lavorare con i giovani serve proprio pazienza perché è normale aspettarsi un percorso più lungo rispetto a una squadra esperta e votata al performare subito ad alti livelli. Detto che comunque la Torres non farà tabula rasa della rosa esistente e che ad aiutare il percorso di crescita dei giovani ci saranno anche nel prossimo campionato una serie di pedine dal curriculum importante e scafate nella categoria. Difendere questa visione votata al minutaggio sarà la vera sfida, senza cambiare progetto in corso d’opera, come è già capitato in passato, alle prime difficoltà o per seguire un calciomercato diverso e frenetico, fatto di nomi che esaltino maggiormente la piazza.
Ambiente
Ecco, saper portare pazienza anche nei confronti della piazza e delle critiche, che magari arriveranno o magari no, sarà un’altra sfida per testare la solidità del nuovo ciclo. La Torres targata Abinsula d’altronde fino alla gara di ritorno del playoff contro l’Atalanta U23 non era mai stata apertamente criticata dai propri tifosi. Un qualcosa che ha fatto male a una proprietà passionale – parole sempre del presidente Udassi, non nostre. E l’apertura di un nuovo percorso che deve tenere alta l’asticella, impresa non facile dopo un secondo e terzo posto. Perché il 7-1 di Caravaggio è un’ombra enorme e uno schiaffo che continua a dare fastidio, ma è indubbio che il club e persino il tanto criticato Alfonso Greco negli ultimi anni abbiano raggiunto dei traguardi che ripetere, e ancora di più migliorare, non è scontato. Importante sarà riuscire a raccontare in estate, nei vari appuntamenti con addetti ai lavori e pubblici nelle piazze che si saranno, questa visione anche alla gente.
Roberto Pinna