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Nuovo stadio Cagliari | Il Consiglio Comunale approva l’accordo con la Regione

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“Finalmente siamo arrivati all’epilogo di un argomento controverso e tanto dibattuto. Posso dire che oggi siamo arrivati alla fine della battaglia”. Le parole del presidente del Consiglio Comunale Edoardo Tocco hanno una lunga discussione prima del voto che ha visto l’aula di Palazzo Bacaredda approvare all’unanimità l’accordo di programma del Comune con la Regione per la costruzione del nuovo stadio.

Le parole
“Questo è un momento importante e credo dobbiamo esserne tutti orgogliosi. È la conferma della volontà del Consiglio comunale e della città – ha affermato il sindaco Paolo Truzzu nella dichiarazione che ha anticipato le parole dei consiglieri di maggioranza e opposizione. Si tratta di un momento a cui arriviamo dopo un percorso travagliato, lungo, iniziato a essere discusso già ai tempi dell’amministrazione di Emilio Floris. Essere qui dopo vent’anni ci fa capire quanto l’iter sia stato complesso e ci fa capire quanto il momento di oggi sia importante. È un tema che ha visto quattro delibere assunte dal Consiglio, anche se ce ne saranno altre, due dall’amministrazione di centrosinistra e due da quelle di centrodestra, con la continuità amministrativa che ha decretato la volontà di dare alla città l’opera – ha continuato Truzzu – Chiunque legga l’accordo di programma capisce che è una convenzione, è richiesta una delibera del consiglio comunale. Cinquanta milioni che verranno erogati dal 2023 al 2026 e che una volta ottenuto il Paur ci consentiranno di bandire la gara per la realizzazione dello stadio. Qualcuno potrà dire o pensare che si poteva fare prima, ma io credo non sia il momento non fare distinzioni, ma solo quello di mettere una firma storica che non è l’ultima perché torneremo in aula per l’approvazione del passaggio finale che precederà la gara. Ma oggi raggiungiamo un risultato per la città e per i tifosi del Cagliari” ha concluso Truzzu.

Un intervento a cui sono seguite le dichiarazioni del presidente della Commissione Lavori Pubblici Umberto Ticca che ha parlato del voto come un “grande passo” e del consigliere Mura che ha parlato di “pietra miliare” ricordando però come il progetto dovrà essere unito ai lavori nel quartiere Sant’Elia. Mentre l’opposizione ha dichiarato il proprio voto favorevole all’accordo di programma sottolineando le difficoltà su vari punti, dalla lievitazione dei costi, citata anche dallo stesso sindaco, agli aspetti più politici evidenziati dai consiglieri Portoghese, Massa, Soru e Lecis Cocco Ortu, con quest’ultimo che ha affermato come per raggiungere l’obiettivo Euro2032 bisognerà fare un passo in avanti nel dibattito all’interno e tra istituzioni. Diversità di vedute accentuate dalle parole del consigliere Marcello che ha sostenuto come durante la precedente amministrazione comunale, il comportamento dell’attuale maggioranza fu diverso rispetto a quello tenuto al giorno d’oggi dal centrosinistra. Dichiarazioni a cui sono arrivate le risposte dai banchi della maggioranza dai consiglieri Balletto e Floris, senza che però venisse intaccata l’idea di una giornata importante per l’istituzione del Consiglio.

“Questa è una stazione, un punto di arrivo e poi di partenza – ha affermato riprendendo la parola Truzzu – La sfida che abbiamo come città è cosa fare di quell’area. Io penso che la sfida sia quella di creare un luogo di sport e cultura. La sfida è far entrare la città dentro il quartiere e lo potremo fare solo con progetti importanti Lo sforzo che dovremo fare è pensare cosa dovremo fare di quegli spazi che sostituiranno il centro commerciale. Perché l’altra vittoria è quella della mancanza del centro commerciale, per uno spazio che sarà pubblico. La sfida è quella di fare un museo della scienza e della tecnologia, perché ci metterebbe in linea con l’Einstein Telescope, del radiotelescopio di San Basilio e degli altri progetti, perché la Sardegna sarà il centro della scienza mondiale. Sarebbe un modo per rendere fruibile la città per cittadini e turisti. E dico anche che a qualcuno 60 milioni potranno sembrare troppi, ma senza questi non ci sarebbe l’investimento del privato e anziché 60 ne servirebbero 200, anzi 240 per i costi di gestione e manutenzione ordinaria – ha detto prima di concludere Truzzu – Probabilmente nessuno di noi vedrà realizzato tutto questo, ma non è importante perché non facciamo politica per noi ma per i nostri figli”

dall’inviato Matteo Cardia

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