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Bellodi: “Olbia una madre calcistica, contro il Sestri per riscattarci”

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Esperienza, affidabilità e umiltà, tre caratteristiche che descrivono in maniera sintetica ma completa Gabriele Bellodi che, nonostante la giovane età (soli 23 anni), è uno dei ragazzi più esperti a disposizione di Leandro Greco. Sono tante le presenze per lui collezionate con la maglia dell’Olbia, ben 79 in cui ha totalizzato 3 reti. A pochi giorni dalla sfida in casa del Sestri Levante abbiamo sentito il difensore classe 2000 per farci raccontare il suo rapporto con la Sardegna, con mister Greco e sul momento che stanno vivendo Ragatzu e compagni. Di seguito le parole del difensore scuola Milan.

Bellodi, terza stagione all’Olbia, la seconda consecutiva dopo la prima fatta nel 18/19. La Sardegna è diventata quasi come una seconda casa per te.

“Olbia è la mia madre calcistica tra i professionisti. Mi ha dato la possibilità di iniziare la mia carriera nel calcio dei grandi, permettendomi così di mettermi in mostra. L’anno scorso ha avuto fiducia in me, ero fermo da un anno dopo l’operazione. Era un periodo molto buio, non sapevo le mie condizioni fisiche e atletiche. Ma loro hanno puntato su di me. Per l’Olbia ho dato e darò sempre il massimo e, nonostante tutto, non so se potrò mai ripagarli per quello che hanno fatto”.

Quasi 100 presenze in Serie C ai quali si uniscono le due in Serie B. A soli 23 anni sei tra gli uomini più esperti a Olbia, come si vive questa responsabilità considerando la giovane età?

“A me questa responsabilità e questa pressione piace, mi dà grossi stimoli. Sono contento che il mister e la società mi abbiano dato un ruolo importante sia in campo che nello spogliatoio. Sono contento anche perché ho compagni di reparto giovani, ma allo stesso tempo maturi. In tanti di loro rivedo il Gabriele di 18 anni, giovane ma pronto per affrontare un campionato di livello. Cerco di aiutarli come posso, ma anche loro lo fanno con me. In campo mi parlano, sono contento di averli al mio fianco”. 

Dopo un accenno di ripresa, grazie al successo con il Pineto e all’importante pareggio con la Lucchese, è arrivata la pesante sconfitta contro la Recanatese. Cosa non è andato in quella gara?

“Quello che rimane, per coloro i quali non hanno visto la partita, è il pesante risultato di 4-1. Però analizzando bene la gara, fino al 70′ eravamo sullo 0-0. Stavamo dando continuità alla compattezza e alla solidità vista contro Pineto e Lucchese. Non è stato un problema tattico o tecnico. Il loro gol del vantaggio è arrivato grazie a un gesto balistico importante da parte di Sbaffo che, da fermo, ha piazzato il pallone sotto l’incrocio dei pali. Il problema è iniziato lì, una situazione già vista anche nelle gare la contro la Virtus Entella e la Juventus Next-Gen: subiamo un gol e ne prendiamo subito un altro. In un match equilibrato ci ha dato una botta mentale incredibile, questo però non deve succedere, anche perché eravamo ancora al 70′ il tempo era dalla nostra. Serve reagire in maniera migliore quando subiamo un gol, se in questo aspetto fossimo stati più bravi sono sicuro che qualche sconfitta avremo potuto evitarla”

Ora una settimana di riposo per gli impegni di alcuni giocatori con le Nazionali, la seconda che affrontate per questa motivazione. È penalizzante per voi spezzare così spesso il ritmo per via di questi rinvii?

“Penalizzante non proprio, è chiaro che dopo la sconfitta di Recanati tutti avremmo voluto giocare per rifarci. Tante volte però la sosta serve per recuperare qualche infortunato, ma soprattutto le energie fisiche e mentali. La classifica però al momento non ci vede in una posizione così brutta, siamo lontani dalla zona playout, vicini a quella playoff ma con una partita in meno rispetto alle altre. Noi giocatori, così come il mister e lo staff sappiamo quanto sarà importante il ciclo di partite che dovremo affrontare dalla prossima contro il Sestri Levante a quella contro la Spal. Dobbiamo giocarle bene per riuscire a dare un segnale importante per approcciarci al meglio in occasione del girone di ritorno”.

Che impressione ti ha fatto la nuova proprietà?

“Insieme ad altri compagni siamo stati alla presentazione. Mi fa piacere che in progetto ci sia anche il nuovo stadio. È presto per dare giudizi, sicuramente il fatto che il presidente Marino sia rimasto dentro alla società nonostante il cambio di proprietà è un segnale importante”.

Di fianco a te in difesa all’Olbia c’è stato Emerson, un evergreen del calcio nazionale e sardo, quanto è stato importante averlo al tuo fianco per il tuo percorso di crescita?

“Eh, Puma per me nel calcio è stata una delle persone che ho preso maggiormente come punto di riferimento. Al di là del giocatore straordinario, sono il suo atteggiamento e la sua personalità che mi hanno dato tanto. Quando questa estate mi ha accennato che non sarebbe rimasto mi è dispiaciuto tanto, lo sento ancora ora. Sono molto legato a lui. Sono contento di aver giocato con lui, avrei preferito farlo per più tempo, ma mi ritengo fortunato lo stesso per il tipo di giocatore e di persona con cui ho potuto lavorare”.

Tu e Motolese, anche lui giovanissimo, siete due insostituibili del reparto arretrato di Greco: come ti stai trovando con l’allenatore e che rapporto ha lui con i giovani?

“Il mister ha tanta passione per il suo ruolo da allenatore, l’ho percepito dal momento in cui mi ha chiamato prima del ritiro. Ha voglia di lavorare, di arrivare e raggiungere grandi obiettivi. Parlo molto con lui, sono molto contento di averlo come allenatore. Tutto ciò che dice a voce lo riporta sul campo. Con i giovani sa sempre quando dare la carota e quando invece serve il bastone. Lui è cresciuto nelle giovanili della Roma, quindi sa come bisogna rapportarsi con i giovani. Li sta facendo crescere tanto, come per esempio Mameli, mandato in campo dal primo minuto contro la Lucchese in maniera inaspettata”. 

Una stagione iniziata con il piede giusto, però in seguito un andamento un po’ altalenante, cosa vi sta mancando per riuscire a trovare equilibrio e continuità di rendimento?

“A parte la gara contro la Torres, abbiamo sempre fatto la nostra prestazione. Quello che ci manca per trovare l’equilibrio è il saper riuscire a rimanere aggrappati alla gara, anche quando subiamo un gol o quando si mette in salita un match. Può arrivare in qualsiasi momento l’episodio a favore, dobbiamo essere bravi nel sfruttarlo, senza buttarci mai giù durante i 90 minuti”.

Prossimo avversario il Sestri Levante, come arrivate a questa gara e che partita ti aspetti?

“Abbiamo analizzato il Sestri Levante, al di là dell’ultima gara persa contro il Gubbio, sa quello che fa. È molto compatta e tutti in campo si aiutano. Noi arriviamo con le nostre consapevolezze e con la rabbia di aver perso una partita a Recanati in maniera troppo larga per quanto ha detto il campo. Sappiamo l’importanza di queste sei partita che definiranno i nostri obiettivi. Andremo a Vercelli con la voglia di riscattarci per tornare in Sardegna con il bottino pieno”

In chiusura qual è il sogno di Gabriele Bellodi con l’Olbia e quale quello personale?

“Con l’Olbia voglio raggiungere le 100 presenze, voglio arrivare più in alto possibile con i bianchi, battere il record fatto nell’anno dei playoff. Il mio? Quello di ogni bambino: giocare in Serie A”. 

Andrea Olmeo

TAG:  Olbia Serie C
 
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