Dopo Cagliari-Spal, con la gara di Torino (domenica ore 12.30) all’orizzonte, Matteo Zizola analizza come di consueto la tattica rossoblù.
La vittoria del Cagliari contro la Spal ha dato segnali positivi per Maran. I rossoblù, dopo il passo falso contro la Juventus, non tanto per il risultato quanto per la prestazione, hanno ritrovato per gran parte della gara il filo tattico che rispecchia il periodo positivo degli ultimi due mesi. Il rombo maraniano ha dato il meglio di sé per un’ora: nei primi quindici minuti e in tutta la ripresa il Cagliari ha messo in mostra mobilità, organizzazione e presenza fisica sulle famose seconde palle.
Già in occasione del vantaggio siglato da Faragò si possono notare tutti gli elementi che hanno reso famoso il 3-1 del centrocampo di Maran: il centravanti che si sacrifica per recuperare il pallone vicino all’area avversaria, il centrocampo che attacca le seconde palle e asseconda il recupero del compagno, mezzali e trequartista abili a ruotare di posizione.
Ancora una volta il Cagliari ha cambiato marcia ogni qual volta il suo talento più luminoso ha preso per mano i compagni: la luce si è accesa quando si è acceso Barella che, nel ruolo di trequartista, non si è limitato alla presenza centrale tra le linee, ma ha svariato su tutto l’arco del centrocampo da destra a sinistra, fino ad aiutare spesso Cigarini come secondo regista basso. Il gol del vantaggio è arrivato dopo una sua conclusione dalla distanza, il raddoppio da una palla inattiva ottenuta grazie a un suo strappo sulla fascia destra. Inoltre, già prima della rete dell’uno a zero il numero 18 rossoblù aveva dato un assaggio della sua mobilità, assecondata dai movimenti di Ionita e Faragò.
Maran non può più trascurare un altro segnale, soprattutto nella prossima trasferta di Torino. Se vorrà confermare il trend positivo, liberare le mezzali diventa obbligatorio. Con l’area che viene riempita dagli inserimenti dei tre vertici alti del rombo tutto diventa più facile per i due terminali offensivi.
Va da sé che in 90 minuti non tutto può essere perfetto, alcune disattenzioni difensive sarebbero potute costar caro. L’occasione di Petagna nel secondo tempo lo conferma, con i due centrali troppo alti e i terzini (più Cacciatore che Pellegrini) in ritardo nella diagonale necessaria per chiudere lo spazio verticale.
Non si può infine non citare proprio Alessio Cragno, ormai senza dubbio uno dei due fuoriclasse della squadra assieme a Barella. Non solo le parate quando chiamato in causa, ma anche la sicurezza data a tutta la difesa con uscite che ricordano il Marchetti dei tempi d’oro. Grazie alla forza del proprio guardaspalle, la difesa può così concentrarsi sulla zona più pericolosa nelle palle inattive a sfavore. L’esempio della punizione messa in area dalla Spal all’ultimo secondo lo dimostra ampiamente
Con 7 partite al termine il Cagliari ha il dovere di provare a chiudere in bellezza il campionato, Maran quello di dimostrare anche in trasferta quanto messo in campo in casa: la vittoria contro il Chievo, ultimo in classifica, deve essere un punto di partenza per migliorare uno score lontano dalla Sardegna Arena ancora deficitario.
Matteo Zizola