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Il gruppo del Cagliari esulta dopo la vittoria contro il Sassuolo | Foto Luigi Canu

Cagliari, calcoli e polemiche gli avversari per restare in Serie A

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Il momento dei calcoli, situazione tipica di ogni lotta salvezza. L’obiettivo capire quanti passi possano dare la certezza della permanenza in Serie A. Anche il Cagliari ha la calcolatrice in mano, con la consapevolezza matematica che basti una vittoria tra la trasferta contro il Sassuolo e l’ultima in casa di fronte alla Fiorentina per raggiungere l’obiettivo senza guardare i risultati altrui.

Bianco e nero
Tra tutte le combinazioni possibili esistono però anche quelle che vedrebbero il Cagliari retrocesso in Serie B oppure impegnato nello spareggio. Ci si concentra sui due match point a favore, meno sulle ipotetiche situazioni negative. I rossoblù di Claudio Ranieri non dovranno correre il rischio di pensare alla sfida contro il Sassuolo come a una carta da giocare con lo spirito della prima di due possibilità. Con l’idea che possa bastare una vittoria contro la Fiorentina all’ultima giornata sfruttando la finale di Conference League dei Viola pochi giorni dopo. Un Cagliari che non dovrà andare al Mapei Stadium per il pareggio, ma per cercare di chiudere la partita alla prima occasione. Pur se il ruolino lontano dalla Sardegna – penultimo nella speciale classifica, una sola vittoria a Empoli – non invita all’ottimismo. Ma è troppo fresco il ricordo della notte di Venezia, contro una squadra già retrocessa e priva delle cosiddette motivazioni, per puntare gran parte delle fiches sulla seconda gara più che sulla prima. E una partita, qualsiasi partita, si può non vincere. Senza contare che un pareggio contro i neroverdi sì può permettere di mantenere una distanza incolmabile con il Sassuolo – quattro punti – ma significa anche rimandare, a prescindere dagli altri risultati, il discorso salvezza. Rendendo la gara contro la Fiorentina un possibile “tutto in 90 minuti”, un remake di un passato positivo in alcuni casi e negativo in altri. Vincere in Emilia toglierebbe dal tavolo ogni discorso sui calcoli, un passo troppo importante che evita di contare sullo spirito della propria prossima avversaria così come quello di chi sfiderà le concorrenti.

Colpo Udinese
Il gioco del calendario e della sistemazione delle partite fa il resto. Un aspetto che non conta secondo il luogo comune, perché in fondo si devono incontrare tutte le squadre due volte. Il quando e dunque il come aumenta di peso nel finale di stagione, ultimo esempio la vittoria dell’Udinese a Lecce. Che in un momento diverso del campionato sarebbe stato salutato come uno dei tanti risultati, ma oggi reso elemento di discussione sul calcio spezzatino fino alla penultima giornata inclusa. I salentini scesi in campo dopo aver festeggiato la salvezza due giorni prima in seguito alla sconfitta del Cagliari contro il Milan, l’Udinese a caccia di una vittoria per raggiungere i rossoblù a quota 33, uscendo così per un punto dalla zona rossa. La prestazione dei giallorossi è stata legittimamente sottotono, sia per i festeggiamenti sia per un fisiologico staccare la spina dopo una lunga rincorsa fatta di 12 punti in 7 partita. Pensare alle altre squadre pronte a mollare gli ormeggi, come il Lecce, appunto, ma anche come la Fiorentina per il Cagliari, può essere un’arma a doppio taglio. In fondo la ripresa di Venezia è stata giocata sapendo che la vittoria sarebbe valsa la salvezza, nonostante la contemporaneità, eppure il risultato non è arrivato. Ora i rossoblù non potranno sapere se le rivali hanno vinto, pareggiato o perso, aspetto che potrebbe – o dovrebbe – mettere da parte ogni calcolo. Evitare così di guardare alle gare delle 15 Udinese-Empoli e Monza-Frosinone che, in caso di mancata vittoria, diventeranno gare da osservare con attenzione per capire se il Cagliari avrà due risultati su 3 contro la Fiorentina. Così come Salernitana-Hellas lunedì 20 maggio alle 18:30 darà modo di capire se al Verona è venuto il classico braccino o se il bonus verrà sfruttato. I campani sono sul versante opposto del Lecce, non salvi in porto, ma di ritorno in Serie B dopo 3 stagioni in A. Allo stesso tempo il pareggio in casa della Juventus e l’ultima all’Arechi potrebbero dare motivazioni agli uomini di Stefano Colantuono.

Questione morale
Quanto accaduto nell’ultimo turno di Serie A dà segnali contrastanti. Da una parte proprio il Lecce che fa spallucce di fronte a un risultato che non contava per i giallorossi, ma che complica la vita a chi ha l’acqua alla gola. Dall’altra Genoa e Torino, senza veri obiettivi, ma capaci di andare oltre le motivazioni maggiori di Sassuolo e Verona e vincere. Genoa che è l’ammazza pericolanti e che ha, di fatto, riservato lo stesso trattamento agli emiliani dopo aver battuto anche il Cagliari. Così come i granata di Juric, ex della sfida, non hanno lesinato l’impegno al Bentegodi dimostrando anche di poter raccogliere i tre punti inserendo qualche giovane all’esordio in A. Lazio contro Empoli e Inter contro Frosinone non dovrebbero essere vittorie sorprendenti sulla carta, tra i biancocelesti in corsa per l’Europa e i nerazzurri troppo superiori agli uomini di Di Francesco. Eppure proprio la squadra di Inzaghi aveva aperto il vaso di Pandora della questione morale, ossia di un principio che nel calcio risponde alla regolarità della competizione e allo stesso spirito sportivo. Sassuolo-Inter come Lecce-Udinese, partite che hanno creato polemiche per i legami e le dinamiche da dietrologia, ma che sono un unicum rispetto a quanto visto in generale. Questione morale che non deve essere un alibi quando si ha il destino tra le mani, piuttosto una colpa qualora la corsa salvezza non dovesse girare per il verso giusto per il Cagliari. Perché è vero che il calcio spezzatino può creare situazioni antipatiche come quella di Lecce, ma lo è altrettanto che i rossoblù hanno le carte per restare in Serie A a prescindere da tutto il resto. Senza dimenticare che chi oggi abbozza una critica alla non contemporaneità da dentro il sistema – come club o allenatori, non i tifosi – non può non ricordare di essere l’artefice delle decisioni della Lega su calendario e scelta degli slot televisivi. In fondo la gestione del calendario è stata sacrificata sull’altare dei diritti tv, milioni che fanno comodo per poi scordare il tutto quando il gioco si fa pericoloso. Una contraddizione, una questione morale usata a targhe alterne a seconda del momento.

Matteo Zizola

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