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Cagliari, contro il Sassuolo capitan Pavoletti sfida il suo passato

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Corsi e ricorsi storici, partite mai banali e sempre sul filo del rasoio. Cagliari-Sassuolo è una sfida dalla storia recente, dato che quella di lunedì 11 dicembre all’Unipol Domus sarà la gara numero 19 in soli dieci anni.

Gli inizi in neroverde

Sono diversi i calciatori ad aver vestito entrambe le maglie, tra loro spicca il nome di Leonardo Pavoletti. Capitano rossoblù, fresco 35enne, con il neroverde indosso esordì in Serie A nel match inaugurale della stagione 2013-14, condividendo il destino con il suo club di allora, anch’esso alla prima apparizione nella massima serie. Poco più di 20 minuti nella sconfitta per 2-0 sul campo del Torino di Gian Piero Ventura, guidato in avanti dalla coppia Immobile-Cerci. Quello era il Sassuolo di Eusebio Di Francesco, già da allora integralista del 4-3-3 che non prevedeva spazio per Pavoloso, costretto di lì a breve a fare le valigie per tornare in Serie B in direzione Varese, salvato a suon di gol (20 nella stagione regolare più 4 nelle due sfide di play-out). Poi seguì il ritorno in neroverde senza soddisfazioni, a differenza di quanto vissuto dopo il passaggio al Genoa e l’esplosione in Serie A. Quindi la parentesi semestrale a Napoli prima che il livornese decidesse di sposare la causa del Cagliari, un amore corrisposto che dura tuttora.

Doppietta nel 2018

Sono passati poco più di otto anni dall’addio definitivo al neroverdi e i destini di Pavoletti e del Sassuolo si sono incrociate più volte. Il punto più alto resta sicuramente la doppietta nel 2-2 del 26 agosto 2018: era il primo Cagliari di Maran, quello di Srna e Padoin terzini e Barella a centrocampo insieme a Cigarini e Dessena. Due incornate imperiose, marchio di fabbrica di casa Pavoletti, che non aprirono l’elenco delle reti in campionato per il centravanti di Livorno, che chiuse la stagione con 19 reti totali (16 in Serie A, 2 in Coppa Italia e l’unico, storico, con la maglia azzurra), la migliore nel massimo campionato. Poi nell’estate 2019 il doppio, tremendo infortunio al ginocchio sinistro che ha messo un freno alla sua carriera proprio a un passo dal decollo. Da allora gli incroci tra Pavo e il Sassuolo si sono fatti sporadici: 26 minuti al posto di Simeone nell’1-1 del 2020-21, quattro in più rispetto all’ultima sfida nel 2021-22, decisa dal tocco sottomisura di Deiola. Per ben 561 giorni quella è stata l’ultima vittoria in Serie A dei rossoblù prima che lo scorso 29 ottobre il livornese abbattesse il Frosinone con la doppietta decisiva in pieno recupero.

Voglia di riscatto

L’urlo rimasto in gola a Roma per il miracolo di Provedel a tempo scaduto grida vendetta, anche se ormai Pavoletti sembra essere destinato a essere l’uomo degli ultimi, disperati assalti del Cagliari. Chissà che contro il Sassuolo Claudio Ranieri non punti su di lui per qualcosa di più rispetto alle ultime uscite (poco meno di mezz’ora in totale tra Juventus, Monza e Lazio), giocando sulla sua voglia di tornare a togliersi la polvere dalle spalle. Un gesto nato proprio ai tempi della sua militanza in Emilia come risposta alle critiche e alle voci dopo i 40 giorni di squalifica per doping comminatigli nel 2012-13 per la positività al tuaminoeptano, contenuto in uno spray nasale indicatogli dal medico sociale. Un’esultanza diventata ormai iconica tra i tifosi rossoblù, che sarebbero ben felici di poterla rivivere lunedì sera, magari per celebrare il ritorno alla vittoria che manca da poco più di un mese.

Francesco Aresu

 
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